Saamiya, l'atleta somala dei Giochi di Pechino morta in mare su un barcone
ROMA - «Saamiya Yusuf Omar aveva corso i 200 metri alle Olimpiadi di
Pechino e a Londra non c’era: è morta in una carretta del mare cercando
di raggiungere l’Occidenteper fuggire dalla guerra». E' la rivelazione
dello scrittore Igiaba Scego sul sito Pubblico.
Nella testimonianza Scego fa un parallelo con una altro atleta somalo
che invece ce l'ha fatta: «Mo Farah, arrivato da rifugiato in Uk, ora è
l’eroe nazionale, da ragazzino rifugiato che non sapeva parlare una
parola d’inglese a stella dello sport».
L'altra faccia della Somalia. Igiaba Scego racconta
l'intervento dell'ex atleta somalo Abdi Bile «a un platea riunita per
ascoltare i membri del comitato olimpico nazionale». «Sapete che fine ha
fatto Saamiya Yusuf Omar?» chiede Abdi che poi svela. «La ragazza,
Saamiya è morta… morta per raggiungere l’occidente. Aveva preso una
carretta del mare che dalla Libia l’avrebbe dovuta portare in Italia.
Non ce l’ha fatta. Era un’atleta bravissima. Una splendida ragazza».
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