Il brillante matematico Norbert Wiener, per il suo modo eccentrico di vivere, è sempre stato oggetto di numerosi racconti e aneddoti. Diventato uno dei primi matematici americani riconosciuti a livello internazionale, Wiener si traferì ben presto al Trinity College di Cambridge per studiare sotto la guida di Bertrand Russel e Godfrey Harold Hardy. L’aneddotica ci dice che appena incontrò il matematico John Littlewood gli disse:
“Oh ma allora esisti davvero Pensavo che Littlewood fosse uno pseudonimo usato da Hardy per i suoi articoli meno importanti.”
Dopo che lasciò la Gran Bretagna, si trasferì al Massachusetts Institute of Technology (MIT), dove rimase per più di venticinque, costruendosi una fama di scienziato brillante e personaggio un po’ fuori dagli schemi. Si racconta che Wiener o leggeva o pensava o scriveva. Non faceva nient’altro. Una volta stava camminando per i corridoi del MIT tendendo tra le mani un libro. Non distoglieva mai lo sguardo e per orientarsi faceva scorrere il dito lungo la parete a lui vicina, fino a quando non passò davanti a un’aula dove si stava tenendo una lezione. La porta per il grande caldo era rimasta aperta, ma ovviamente Wiener ne era ignaro. Così, seguendo sempre il suo dito, entrò nell’aula, seguì tutto il perimetro delle mura della classe e uscì da dove era entrato.
In un’altra occasione uno studente chiese aiuto per risolvere un certo problema. Wiener ci pensò un attimo e appuntò la risposta su di un foglio. Lo studente replicò che più che la risposta aveva bisogno di aiuto sul metodo per risolverlo e chiese “Ma non c’è un altro modo?”. Wiener ci pensò su ancora un momento, sorrise e esclamò: “Sì!” e riscrisse lo stesso identico risultato sotto al precedente.
C’è un ulteriore aneddoto che probabilmente non ha nessun fondamento di verità ma è troppo bello per non essere raccontato. Un suo ex studente era in fila all’ufficio postale e vide il famoso professor Wiener che camminava freneticamente avanti e indietro, profondamente assorto nei suoi pensieri. Chissà quale problema di fondamentale importanza stava cercando di risolvere. Il ragazzo prese coraggio e si avvicinò dicendo “Buongiorno, Professor Wiener”. Il professore alzò lo sguardo, si diede un colpetto sulla fronte e disse “Ecco: è Wiener!”
Tratto da Mathematical Anecdotes di Steven G. Krantz
Credits photo: New York Times
Storir Scientifiche
Nessun commento:
Posta un commento