sabato 14 maggio 2022

Marco Motta

 


Avevate perso le sue tracce? Lui è quello che ce l'aveva quasi fatta: percorso netto, dal vivaio dell'Atalanta al collaudo in squadre di media fascia, poi la Roma e la Juve e la Nazionale. Con la Roma quasi vince uno Scudetto . Alla Juve è l'anno di Del Neri, che tutti considerano "minore", anche se arrivano Bonucci e Barzagli , che in difesa giocano proprio con lui, stantuffo di destra. Pensate che abbia smesso col calcio ? Assolutamente no


" Ricordo gli ottavi di Champions con la Roma contro l’Arsenal con l'Olimpico gremito in ogni settore, in ogni angolo. Poi Trigoria che per me è stata una famiglia, i compagni campioni assoluti come Totti e De Rossi. Ho avuto come allenatore prima Spalletti, che mi ha insegnato tantissimo e poi Ranieri con cui siamo stati campioni d’Italia al termine del primo tempo a Verona. Poi purtroppo tutto è svanito col gol di Milito. E poi la tifoseria della Roma è spettacolare e molto passionale. Roma è nel mio cuore. Anche se c’ho giocato soltanto due anni, sono state annate intense. L’inno della Roma, che è emozionante. Giocare davanti a 70-80mila tifosi che cantano l’inno giallorosso a squarciagola è una cosa unica. Quando non mi allenavo, passavo gran parte delle mie giornate a Taverna Trilussa, il locale di un mio amico fraterno. Vivevo all’EUR, ma mi piaceva passare il tempo vivendo il centro, Trastevere, Campo dei Fiori. Qua in Indonesia, c’è l’usanza che a fine partita i calciatori si riuniscono al centro del campo e i tifosi cantano il proprio inno. Bellissimo, da pelle d’oca. E sto avendo l’opportunità di scoprire una nuova cultura, una nuova lingua, un approccio di vita totalmente diverso da quello europeo. Il nostro stadio è sempre tutto esaurito e mi ricorda l’Olimpico…"


Buon compleanno a Marco Motta 


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(fonte: roma today)

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