giovedì 12 maggio 2022

Evaristo Beccalosi

 


Erano i sedicesimi di finale di Coppa delle Coppe, giocavamo a San Siro contro lo Slovan Bratislava. Nel secondo tempo fischiano un rigore per noi sullo 0-0. Sono il rigorista designato e vado a prendere il pallone. Lo metto sul dischetto e calcio una specie di mozzarella: fuori. Non mi dispero e continuo a giocare come nulla fosse .

Passano pochi minuti e vado via sulla destra, piazzo un cross in mezzo all'area: braccio di un avversario e rigore. Confesso che qualche dubbio m'è venuto . Vado da Altobelli , secondo rigorista e mio "socio": "Dai Spillo, tiralo tu".

Ma Spillo mi fa segno di no con la testa. Arriva Lele Oriali , che era la mia coscienza e quella di tutta la squadra. Mi dà una pacca sulla spalla e m'invita a calciare. Metto il pallone sul dischetto, il portiere si tuffa e ribatte il tiro. Piombo sulla respinta e calcio di destro con una violenza mai vista: ancora parato. Quel portiere, un certo Milan Mana, non l'ho più sentito nominare. A quel punto per me, e forse per tutti i tifosi nerazzurri, è sceso il buio. Ricevo un passaggio e sono talmente nervoso che tutti i muscoli sono tesi e m'infortuno. Esco e mi accorgo che la gente segue tutta la mia passeggiata e mi sento in colpa. Entro nello spogliatoio e urlo come un matto: spacco due porte. Non c'è verso di calmarmi. 

L'Inter vince 2-0. E i compagni , tornati nello spogliatoio, sono davvero gentili. Mi consolano "Non è successo niente". Anche il presidente Fraizzoli e Sandro Mazzola mi dicono parole gentili. Io temo di aver rovinato il mio rapporto col pubblico. Ma al rientro a San Siro dall'infortunio, i tifosi mi accolgono con un'ovazione: "Eee-varisto, Eee-varisto..... " Un boato di passione. E in quel momento capisco che tra me e l'Inter è amore vero e lo sarà per sempre.


Buon compleanno a Evaristo Beccalossi 


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(gazzetta)

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