REPORTAGE: a Yalta fra eco Guerra Fredda e Togliatti
Crisi Ucraina fa chiudere campo dove mori' leader Pci nel 1964
Yalta, Crimea. Camp Artek, il luogo dove mori' Palmiro Togliatti il 21 agosto 1964 - REPORTAGE FOTOGRAFICO DI CLAUDIO ACCOGLI
Yalta, Crimea. Palazzo Livadia, dove Churchill, Eisenhower e Stalin firmarono il 'Patto'
Yalta, Crimea. Camp Artek, il luogo dove mori' Palmiro Togliatti il 21 agosto 1964
Yalta, Crimea. Palazzo Livadia, dove Churchill, Eisenhower e Stalin firmarono il 'Patto'
Yalta, Crimea. Camp Artek, il luogo dove mori' Palmiro Togliatti il 21 agosto 1964
dell'inviato Claudio Accogli
Mentre divampa la nuova Guerra Fredda tra Usa e Russia, la stella rossa sovietica dà il benvenuto nel campo di Artek, a Yalta, una delle perle della Crimea: la struttura, un tempo dei giovani pionieri, è di fatto chiusa a causa della crisi ucraina. Qui morì Palmiro Togliatti quasi 50 anni fa, il 21 agosto del 1964. Il leader del Pci era in vacanza con la compagna Nilde Iotti e la figlia adottiva Marisa in una delle dacie che guardano la splendida spiaggia, dominata dal monte dell'Orso, che la leggenda vuole essere stato trasformato in roccia dagli dei perché l'animale si era innamorato di una ragazza. Il 13 agosto Togliatti viene colpito da un infarto, muore dopo 8 giorni di agonia, passati nella 'clinica' della struttura. La sua scomparsa segnò un'intera generazione, scatenando la commozione in tutto il mondo comunista e non solo quello. Giuseppe Boffa, allora inviato dell'Unità a Yalta, ha raccontato quei momenti in un articolo entrato nella storia. Oggi la palazzina dove morì Togliatti è stata demolita: al suo posto gli operai stanno costruendo un'altra struttura. Chi ci fa entrare decide di chiamare la figlia per portare per mostrare antiche foto della clinica prima della demolizione. Mentre si sfoglia un libro di storia locale con queste immagini, ci si sente avvolti dai profumi intensi dall'aria cristallina: la giornata è di sole pieno e il mare blu intenso sembra un invito a tuffarsi che solo il freddo pungente frena. I lavori procedono spediti anche su tutta la collina sovrastante, dove si stanno costruendo altre case per ospitare i ragazzi. "Speriamo si riapra presto", auspica il responsabile della sicurezza che presidia il cancello: "Per entrare serve un permesso", aggiunge con gentilezza, non capendo che la passeggiata nel campo di Artek è già finita e stiamo uscendo. Poi si vola via sulle splendide strade a picco sul mare, circondate da abeti e alberi magnifici: la destinazione è il palazzo Livadia, l'antica residenza estiva dello zar Nicola II teatro dello storico 'Patto di Yalta', siglato nel 1945 da Churchill, Eisenhower e Stalin, in cui le tre potenze spartirono il mondo in sfere d'influenza. Gli storici sono sostanzialmente concordi: non fu solo la data che segnò la divisione del mondo nei blocchi Occidentale e sovietico, ma si tratto di un evento già inquadrato nel clima di Guerra Fredda destinata a scoppiare di lì a poco. E che anzi secondo alcuni autori era già iniziata. Il palazzo bianco ospita un museo, dove campeggiano le statue in cera dei tre leader nell'anticamera del salone dove venne siglata l'intesa. In altre stanze, le sale per le riunioni bilaterali e quelle riservate. Il parco all'esterno è rigoglioso, e le mamme con i bambini passeggiano all'aria aperta nelle strade che si snodano nel giardino. Un anziano sorride: "Avete visto? A causa dell'Ucraina c'è una nuova Guerra Fredda tra Washington e Mosca. E' tutta colpa nostra", insiste ridendo con ironia beffarda.
(ANSA)
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