domenica 9 marzo 2014

Antica Grecia; Misteri dell'Oracolo di Delfi. (In Greco Δελφοί)



Pubblicato in data 28/ott/2013
« Innanzi a tutto con questa preghiera fra tutti gli dèi la prima profetessa, Terra, io venero. E dopo di lei Themis, che con la madre, per seconda -a quanto si dice- sedeva sul trono della profezia; e poi toccò per terza a un'altra Titanide -erano d'accordo, e non ci fu violenza e la figlia della Terra sedette sul trono: Febe. Fu lei a concedere a Febo il potere profetico, come dono natale.
Da Febe, Febo prese il nome. A Delo lasciò il terreno palustre, lasciò gli scogli, e approdò alle coste e ai porti di Pallade: giunse a questa terra e trovò dimora sul monte Parnaso.
Grande onore fecero al dio i figli di Efesto: lo accompagnarono, gli aprirono la via, e bonificarono quella terra che era selvaggia. Al suo arrivo il dio fu festeggiato solennemente dal popolo e da Delfo che era il sovrano, al governo di quella terra. E Zeus insediò nel dio, nella sua mente, l'arte mantica: quarto profeta ora lui siede sul trono. E il Lossia è interprete di Zeus, suo padre.
Questi dèi per primi nelle mie preghiere io voglio cantare, e poi a Pallade Pronaia con le mie parole voglio rendere onore; e alle ninfe, che stanno nel roccioso antro Coricio, dove vivono gli uccelli e gli dèi tornano spesso. Bromio è signore del luogo -non lo dimentico: da là il dio mosse con il suo esercito di baccanti, per straziare Penteo, braccandolo a morte come una lepre.
E le fonti del Plisto e la potenza di Poseidone ancora io invoco; e l'altissimo Zeus che tutto compie: come sua interprete io siedo su questo seggio.
E ora gli dèi mi concedano fortuna, che mi vada meglio rispetto a quelli che sono entrati qui prima: se sono arrivata dei Greci, entrino tirando a sorte il loro turno, come di rito: io darò profezia come il dio mi insegna. »


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