Matteo Renzi, Alessandro Sallusti e Giuliano Ferrara con il segretario Pd: "Potranno arrivare anche i voti di Fi"
Dopo il sostegno del proprio partito, Matteo Renzi riceve - a sorpresa - un doppio appoggio da giornali da sempre non certo generosi con il partito democratico e i suoi liberi. Con due editoriali, sul Giornale e Il Foglio, Alessandro Sallusti e Giuliano Ferrara "benedicono" la mossa del sindaco di Firenze. Anche perché, sostengono entrambi, con un'azione di governo veramente innovatrice il segretario potrebbe contare anche sui voti di Silvio Berlusconi e del suo partito.
Scrive il direttore de Il Giornale
Solo uno sprovveduto può può pensare che Renzi pensi di govenare fino al 2018 ostaggio da una parte di Alfano e dall'altra di una fetta del suo partito che non vede l'ora di restituire pan per focaccia. Per operare sul campo gli serve alto, voti veri in Parlamento che nessuno dei suoi padrini può dargli. L'amico Berlusconi i voti li ha eccome, e sono certo che in caso di necessità ne farà buon uso.
Linea condivisa anche dal direttore del Foglio. Che auspica però la formazione di un esecutivo "di rottura", senza compromessi con i propri alleati minoritari.
Fa' un governo bipolarista.Un governo di staff, con i tuoi e quelli di cui ti fidi per competenza e soprattutto per generosità poltiica. Fa' un governo monocolore non contrattato. Niente streaming, niente negioziati fumosi. Niente trasversalismi che sappiano di un Letta bis, che già era un Monti bis. (...) Fa' così Matteo, e vedrai che la fiducia te la accorderanno con numeri sorprendenti.
I due dispensano anche più di una lode nei confronti del sindaco di Firenze.
"Corre Renzi, e fa bene. mai come in questo caso vale il detto: chi si ferma è perduto -, scrive Sallusti. Ha accoltellato, usurpato, forse anche barato. Un vero mascalzone, toscanamente parlando, che se qualcuno delle sue vittime,e lo becca in un portone non so come finisce. (...) In realtà- continua Sallusti - un amico vero Renzi ce l'ha. Si chiama Silvio Berlusconi, al quale la malasorte aveva assegnato in dote il fratello venuto male di Renzi: Angiolino Alfano da Agrigento, un tontolone (tuitto quello che tocca va a ramengo) che con la sinistra, a differenza di Matteo si trova benissimo.
Ancora più esplicito Giuliano Ferrara
"(...) un trentenne che ha esordito con Mike Bongiorno, che è politicamente un self made man, che non ha paura delle giacche di Fonzie,. di Briatore e della De Filippi, che ha detto e scritto più volte quanto gli stiano sulle scatole gli atteggiamenti pregiudiziali di chi considera il Cav. un arcinemico, che si sente piuttosto un competitore nel bipolarismo di chi prende i voti avversi alla sinistra che vuole realizzare qualcosa non ancora scritta negli annali del Novecento, con una mentalità decisionista e liberale insieme, aperta alla cultura del mercato e rispettosa del mondo del lavoro, dei giovani e delle idee non conformiste.
Renzi in smart a Palazzo Chigi
http://www.huffingtonpost.it/2014/02/15/matteo-renzi-sallusti_n_4793056.html
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