
Il
Ministero dell’Agricoltura Francese si è espresso il 1° giugno in
favore di un divieto della commercializzazione ed uso del pesticida
Cruiser prodotto dal gruppo agroalimentare svizzero Syngenta. Uno studio
recente ha dimostrato il devastante impatto del pesticida sulle api,
che Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del
Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “
Sportello dei Diritti”
rende noto. Tuttavia, i risultati delle ricerche non sarebbero ancora
stati resi noti ai cittadini. Utilizzato per la colza, sul Cruiser
aleggia il sospetto che possa essere una causa della mortalità delle
api. Syngenta dispone ora di 15 giorni per prendere posizione sulla
decisione. Il “Cruiser” è un potente insetticida utilizzato per il
trattamento di vaste coltivazioni che combatte la presenza di insetti
dannosi per le colture che possono ridurre significativamente la
produttività e la qualità di piante e raccolti. Dal 2008 la sua
commercializzazione era ammessa in Francia attraverso autorizzazioni
valide 12 mesi che venivano rinnovate. Se l’ape scomparisse dalla terra,
all’umanità resterebbero quattro anni di vita; niente più api, niente
più impollinazione, niente più piante, niente più animali, niente più
esseri umani. A lungo considerata solo un’ipotesi, la frase attribuita
ad Albert Einstein, da qualche anno, si sta rivelando molto vicina alla
realtà. La morìa delle api che si è verificata in questi ultimi anni in
tutto il mondo, ha raggiunto infatti la dimensione di una vera ecatombe,
tanto da mettere a repentaglio l’intera agricoltura mondiale. E’
sopratutto per questo motivo che lo Sportello dei diritti chiede un
intervento urgente al Ministro dell’Agricoltura affinchè anche in Italia
ne sia vietata la commercializzazione e l’uso come nella maggioranza
degli altri paesi europei dove il prodotto è invece vietato. E’ infatti
considerato una possibile causa della diminuzione del numero delle api.
“A healthy eye with full visual capacities is of no use in a dead body,” he said.
Lecce, 2 giugno 2012
Giovanni D’AGATA
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