"Il 30 settembre resta una ferita aperta nella memoria collettiva di Roma e dell’Italia. Quel giorno del 1977, a soli vent’anni, Walter Rossi, giovane militante antifascista, veniva assassinato mentre distribuiva volantini al quartiere Balduina. A quasi cinquant’anni di distanza, i suoi assassini restano senza nome e volto. Una vicenda che si inscrive nell’oscura storia dell’“Italia dei misteri”, dove la violenza nera agiva protetta da complicità, omissioni e silenzi delle istituzioni.
Oggi non possiamo chiudere gli occhi: nelle istituzioni siedono esponenti cresciuti politicamente in ambienti legati all’estremismo di destra. Hanno cambiato abito e linguaggio, ma promuovono politiche che minacciano diritti, storia e Costituzione. Per questo dobbiamo vigilare e resistere con determinazione.
Walter non è solo il simbolo di una generazione colpita dalla barbarie fascista: è una voce viva che ci parla oggi. In un’Italia attraversata da nuove forme di autoritarismo, repressione del dissenso e revisionismo storico, la sua figura ci ricorda che la memoria non è rituale, ma terreno di battaglia politica.
Le sue lotte continuano a vivere: in chi difende i diritti sociali, si oppone alla guerra e combatte contro disuguaglianze e razzismo. È lo stesso filo rosso che lega il suo impegno con quello di chi oggi lotta per un lavoro dignitoso, la casa, la giustizia sociale e la libertà dei popoli.
Preservare la memoria di Walter Rossi significa scegliere da che parte stare: giustizia, democrazia e libertà. Per questo ribadiamo il nostro impegno a custodire la sua memoria e a trasformarla in forza viva per le nuove generazioni. L’antifascismo non appartiene al passato: è il nostro presente e il nostro futuro.
Oggi, alle ore 17, saremo alla lapide in viale delle Medaglie d’Oro che ricorda il luogo dove Walter cadde, per deporre un fiore e onorare il suo sacrificio".
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