Cosa prevede la Costituzione: chi deve rispondere
Leva militare in caso di guerra, l’articolo 11 della Costituzione parla chiaro: "L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa agli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Un articolo che non è in contrasto con il successivo articolo 78, dove si dichiara che sono le Camere a deliberare lo stato di guerra e a conferire al governo i poteri necessari per intervenire.
I primi a dover rispondere alla chiamata alle armi sarebbero i diversi corpi armati, come Esercito, Marina, Aeronautica militare, Carabinieri e Guardia di Finanza. A seguire sarebbero interessati anche tutti gli ex militari che hanno lasciato le Forze Armate da meno di 5 anni e poi ci sarebbero i civili, che verrebbero chiamati solo in caso di estrema necessità. In questo caso andrebbero alle armi tutti i cittadini compresi tra i 18 e i 45 anni idonei dopo visita medica.
I primi a dover rispondere alla chiamata alle armi sarebbero i diversi corpi armati, come Esercito, Marina, Aeronautica militare, Carabinieri e Guardia di Finanza. A seguire sarebbero interessati anche tutti gli ex militari che hanno lasciato le Forze Armate da meno di 5 anni e poi ci sarebbero i civili, che verrebbero chiamati solo in caso di estrema necessità. In questo caso andrebbero alle armi tutti i cittadini compresi tra i 18 e i 45 anni idonei dopo visita medica.
Leva militare e guerra, si può rifiutare la chiamata?
La chiamata alle armi non può essere rifiutata: infatti, ai sensi dell’articolo 52 della Costituzione, "la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici".
La leva obbligatoria è stata sospesa nel 2004 ma non eliminata: questo significa che può tornare in vigore con un decreto del Presidente della Repubblica nel caso di emergenza e in cui l’esercito sia troppo esiguo. Esentati solo alcuni corpi, come i Vigili del Fuoco, la Polizia penitenziaria e la Polizia locale.
Quando verrebbero chiamati i civili?
La chiamata alle armi dei civili avverrebbe solo in caso di una guerra che ci vedrebbe coinvolti direttamente, con minaccia esistenziale del nostro Paese, come successo appunto nell'ultima guerra mondiale. A questa eventualità si arriverebbe solo se il personale militare fosse insufficiente alle esigenze. In quel caso estremo, a essere chiamati alle armi sarebbero i cittadini dai 18 ai 45 anni dichiarati idonei alle visite mediche sulla base delle liste di leva. Al termine delle visite mediche sono possibili tre esiti: idonei e quindi che possono essere arruolati, rivedibili, ossia al momento della visita non sono risultati idonei ma possono essere sottoposti a nuove visite mediche e riformati, infine non idonei al servizio militare in modo permanente. Le donne in gravidanza sono escluse dalle liste di leva obbligatori
Leva militare e guerra, si può rifiutare la chiamata?
La chiamata alle armi non può essere rifiutata: infatti, ai sensi dell’articolo 52 della Costituzione, "la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici".
La leva obbligatoria è stata sospesa nel 2004 ma non eliminata: questo significa che può tornare in vigore con un decreto del Presidente della Repubblica nel caso di emergenza e in cui l’esercito sia troppo esiguo. Esentati solo alcuni corpi, come i Vigili del Fuoco, la Polizia penitenziaria e la Polizia locale.

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