Il delitto: corpo sezionato e nascosto in un bidone
Le prime ricostruzioni parlano di un omicidio avvenuto alcuni giorni prima del ritrovamento del corpo. Le spoglie di Alessandro Venier erano state nascoste nel garage, all’interno di un contenitore coperto da strati di calce viva, probabilmente per ostacolare la decomposizione e nascondere l’odore. Secondo indiscrezioni, il cadavere sarebbe stato segato in tre parti. Tuttavia, nel luogo del ritrovamento non sono state trovate tracce evidenti di colluttazione, il che lascia aperte molte domande sulle esatte modalità del delitto.
A dare l’allarme, intorno alle 10 del mattino, sono state proprio la madre e la compagna di Alessandro, che si sono autodenunciate alle forze dell’ordine. Entrambe sono state fermate e accompagnate in caserma, dove sono state interrogate dagli inquirenti.
Indagini in corso: i nodi da sciogliere
La Procura di Udine, con il supporto dei carabinieri del Comando provinciale e dei reparti scientifici, ha avviato un’indagine complessa per chiarire ruoli, responsabilità e movente. La sostituta procuratrice Claudia Danelon invita alla prudenza: «Serve ampliare gli orizzonti e analizzare nel dettaglio le ricostruzioni fornite, per attribuire correttamente le singole responsabilità». Le due donne avrebbero escluso la premeditazione, parlando di una lite degenerata per futili motivi. Tuttavia, la dinamica resta incerta, e sarà l’autopsia a fornire elementi chiave sulle cause della morte e sul momento esatto del decesso.
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