giovedì 31 luglio 2025

Alessandro Venier ucciso dalla mamma e dalla compagna, la ricostruzione: il corpo segato in tre parti e gettato in un bidone coperto di calce

 

Alessandro Venier ucciso dalla mamma e dalla compagna, la ricostruzione: il corpo segato in tre parti e gettato in un bidone coperto di calce 
 
Alessandro Venier ucciso dalla mamma e dalla compagna, la ricostruzione: il corpo segato in tre parti e gettato in un bidone coperto di calce  
 
 
 
Aveva 35 anni Alessandro Venier, l’uomo trovato senza vita e fatto a pezzi nella casa di famiglia a Gemona (Udine), in via dei Lotti. Il suo corpo, sezionato e nascosto in un bidone coperto di calce viva, è stato ritrovato nel garage dell’abitazione dove viveva con la compagna trentenne, Marylin Castro Monsalvo, di origine colombiana e con la madre, un'infermiera molto conosciuta nella comunità locale. Proprio le due donne, nella mattinata di giovedì 31 luglio 2025, si sono costituite ai carabinieri, confessando l’omicidio.
La vittima, stando alle prime informazioni, conduceva una vita riservata. Era padre di una bambina di appena sei mesi e viveva sotto lo stesso tetto con la compagna e la madre. Una convivenza che, secondo quanto emerso, si sarebbe trasformata in un contesto familiare teso e carico di conflitti, culminato con un delitto efferato che ha sconvolto l’intera comunità friulana.

Il delitto: corpo sezionato e nascosto in un bidone

Le prime ricostruzioni parlano di un omicidio avvenuto alcuni giorni prima del ritrovamento del corpo. Le spoglie di Alessandro Venier erano state nascoste nel garage, all’interno di un contenitore coperto da strati di calce viva, probabilmente per ostacolare la decomposizione e nascondere l’odore. Secondo indiscrezioni, il cadavere sarebbe stato segato in tre parti. Tuttavia, nel luogo del ritrovamento non sono state trovate tracce evidenti di colluttazione, il che lascia aperte molte domande sulle esatte modalità del delitto.

A dare l’allarme, intorno alle 10 del mattino, sono state proprio la madre e la compagna di Alessandro, che si sono autodenunciate alle forze dell’ordine. Entrambe sono state fermate e accompagnate in caserma, dove sono state interrogate dagli inquirenti.

Indagini in corso: i nodi da sciogliere

La Procura di Udine, con il supporto dei carabinieri del Comando provinciale e dei reparti scientifici, ha avviato un’indagine complessa per chiarire ruoli, responsabilità e movente. La sostituta procuratrice Claudia Danelon invita alla prudenza: «Serve ampliare gli orizzonti e analizzare nel dettaglio le ricostruzioni fornite, per attribuire correttamente le singole responsabilità». Le due donne avrebbero escluso la premeditazione, parlando di una lite degenerata per futili motivi. Tuttavia, la dinamica resta incerta, e sarà l’autopsia a fornire elementi chiave sulle cause della morte e sul momento esatto del decesso.

 
https://www.leggo.it/schede/alessandro_venier_come_e_stato_ucciso_gemona_oggi_31_7_2025-indagini_in_corso_i_nodi_da_sciogliere-3-8988821.html 

 

 
 
 
 
 

IL MONDO DEL TEATRO PIANGE IL GENIALE REGISTA E ARTISTA VISIVO ROBERT “BOB” WILSON, MORTO OGGI ALL’ETÀ DI 83 ANNI

 

IL MONDO DEL TEATRO PIANGE IL GENIALE REGISTA E ARTISTA VISIVO ROBERT “BOB” WILSON, MORTO OGGI ALL’ETÀ DI 83 ANNI – CONSIDEAATO UN “POETA DELLA LUCE” WILSON HA MESSO IN SCENA DI TUTTO: SHAKESPEARE, MA ANCHE TESTI CONTEMPORANEI E OPERE LIRICHE – L’OPERA “EINSTEIN ON THE BEACH” CREATA CON PHILIP GLASS, LA DISCUSSA SCENOGRAFIA PER LA PIETÀ RONDANINI, I RITRATTI VIDEO DI LADY GAGA, ESPOSTI AL LOUVRE – “CERCARE A TUTTI I COSTI IL SENSO È RIDUTTIVO. QUELLO CHE IMPORTA È L’ESPERIENZA, DIVERSA PER CIASCUNO, PERCHÉ SPERIMENTARE LA GRANDEZZA DELL’ARTE È UN’ATTIVITÀ PERSONALE…”

 

robert wilson  

https://youtu.be/hHIF0ybG1sA

TEATRO: ADDIO A BOB WILSON, REGISTA VISIONARIO DELLA SCENA CONTEMPORANEA

robert wilson

(Adnkronos) - Bob Wilson, regista e artista visivo statunitense considerato tra i più visionari creatori della scena contemporanea, è morto all'età di 83 anni.

 

Con lui scompare non solo un regista, ma un architetto del tempo, un poeta della luce, un artista capace di trasformare il teatro in un'esperienza radicalmente sensoriale.

 

 La notizia della scomparsa in Italia è stata diffusa dal Teatro alla Scala. Proprio quest'anno al Salone del Mobile di Milano aveva presentato l'installazione "Mother", un omaggio alla Pietà Rondanini di Michelangelo, e diretto alla Scala la serata "The Night Before. Object Chairs Opera", con Marina Rebeka e l'Orchestra del Teatro alla Scala diretta da Michele Spotti.

 

"Artista completo, regista e scenografo di prosa e d'opera, Wilson ha inteso sempre il teatro come opera d'arte totale, curando ogni dettaglio degli spettacoli che firmava; ma l'impatto del suo lavoro si estende alle altre arti e a tutti i campi della creatività", scrive il Teatro alla Scala in un messaggio di cordoglio del sovrintendente Fortunato Ortombina e del direttore musicale Riccardo Chailly.

 

La Pieta Rondanini di Michelangelo illuminata da Robert Wilson - salone del mobile di milano

Nato a Waco, in Texas, il 4 ottobre 1941, Robert Wilson si era formato come architetto, ma ben presto aveva trovato nella scena teatrale una tela più adatta alla sua ricerca estetica. Fondatore nel 1968 della Byrd Hoffman School of Byrds - compagnia sperimentale dedicata al recupero di giovani con disabilità - fu proprio da questa esperienza umana e artistica che nacque "Deafman Glance" (1970), l'opera che lo rese celebre in tutto il mondo.

 

I suoi spettacoli non si raccontavano: si attraversavano. Lenti, silenziosi, ipnotici. In opere come "Einstein on the Beach" (1976), creata con il compositore Philip Glass e la coreografa Lucinda Childs, Wilson costruiva cattedrali visive dove il tempo perdeva consistenza e si faceva percezione.

https://youtu.be/8i-3dUv_Xwc

Con luci scolpite, spazi vuoti e una gestualità rarefatta, ha imposto un nuovo modo di fare teatro, dove il senso non si cercava nel testo ma nella composizione visiva. Dopo l'esperienza con i ''Byrds'', Wilson cominciò a collaborare con attori professionisti, portando la sua estetica nei grandi teatri del mondo.

 

Mise in scena classici come "King Lear" e "Hamlet", ma anche testi contemporanei come "Hamletmachine" di Heiner Müller, oltre a opere liriche come "Madama Butterfly" o "Parsifal", tutte reinterpretate con una coerenza stilistica unica: essenzialità scenica, rigore cromatico, potenza iconografica. Wilson non fu mai solo un uomo di teatro.

https://youtu.be/b26E0D2pm1c

I suoi storyboard furono esposti nelle gallerie già dagli anni '70, e nel 1993 vinse il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia per l'installazione "Memory/Loss". Le sue Voom Portraits, realizzate in collaborazione con il canale televisivo Lab HD, hanno ritratto personaggi celebri e sconosciuti con la stessa attenzione quasi rituale.

 

Memorabili i ritratti video di Lady Gaga, esposti al Louvre nel 2013. Collaborò con icone della cultura pop e underground, da Tom Waits a William S. Burroughs, da Lou Reed a Marina Abramovic, con cui creò "The Life and Death of Marina Abramovic". Ogni lavoro era un viaggio in un mondo altro, dove il visibile diventava spirituale, il banale diventava sublime.

 

IL REGISTA, SCULTORE E PITTORE ROBERT WILSON PARLA DELL’ARTE

Estratto dell’articolo di Annachiara Sacchi per “la Lettura - Corriere della Sera” – 23 febbraio 2025, pubblicato da www.cinquantamila.it – la storia raccontata da Giorgio Dell’Art

robert wilson

 

Infinita, perché causa ed effetto si rincorrono senza sosta. Incompiuta, perché «i miei lavori continuano a cambiare nella mia testa, per me non c’è fine». In questi due aggettivi Robert Wilson […] racchiude la sua poetica: infinita e incompiuta.

 

Come la Pietà Rondanini, che Wilson metterà «in scena» durante il Salone del Mobile. Glielo ha chiesto la fiera del design: un dialogo di luci e musica con il capolavoro di Michelangelo. Un’installazione inedita. […]

 

La Pieta Rondanini di Michelangelo illuminata da Robert Wilson - salone del mobile di milano

Proiezioni, effetti luminosi, musica. All’Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco di Milano, dal 6 aprile al 18 maggio andrà in scena Robert Wilson. Mother, e cioè una «visione» del capolavoro incompiuto di Michelangelo commissionata a Wilson dal Salone come evento culturale per celebrare con l’arte la settimana del design.

 

La Pietà sarà «rappresentata» grazie a una serie di immagini (volti, corpi, nuvole, abbracci fluttueranno sulle pareti, sul pavimento, sul marmo), in dialogo con lo Stabat Mater di Arvo Pärt in una sequenza di luci e note della durata di mezz’ora (il pubblico potrà assistere con ingresso su prenotazione; l’esecuzione dello Stabat Mater, dal vivo dal 6 al 13 aprile, è affidata all’ensemble Vox Clamantis diretto da Jaan-Eick Tulve, e a La Risonanza, diretta Fabio Bonizzoni; ingresso gratuito il 6 aprile; lunedì 7 chiuso come tutti i lunedì; gli altri giorni euro 5).

robert wilson 6

 

Il significato di tutto questo? La risposta è in queste pagine e diventa una sorta di manifesto «wilsoniano»: «Mother è qualcosa che vedi e ascolti.

 

Cercare a tutti i costi il senso è riduttivo. Prendiamo Shakespeare: è assurdo volerlo interpretare. Quello che importa è l’esperienza, diversa per ciascuno, perché sperimentare la grandezza dell’arte è un’attività personale. Non voglio dare riposte. Per me Mother, il mio teatro, la mia arte sono un processo non intellettuale, ma esperienziale».

 

[…] «Il capolavoro del Buonarroti – rivela Wilson – muove in me molte cose. Ha a che fare con mia madre, con tutte le madri. È un mito universale con cui gli artisti si sono sempre confrontati, in musica, su tela, su pietra. Quando l’ho vista per la prima volta sono rimasto lì davanti per più di un’ora. Poi ho iniziato a camminarle intorno. Ho percepito un’energia, una presenza quasi mistica. È come una finestra sospesa tra il visibile e l’invisibile. Mi ha regalato un tempo diverso.

 

robert wilson tales

L’idea di metterla in scena mi ha colpito profondamente, anche se alla Pietà non serve una scenografia. Ha solo bisogno di uno spazio, di un respiro, perché chi la osserva possa perdersi nei propri pensieri. E allora ho pensato ad Arvo Pärt.

 

C’è qualcosa in comune tra la sua musica e questa scultura: un senso del tempo che si dilata. Insieme, arte e musica non spiegano: semplicemente, ci permettono di provare emozioni».

 

È inutile insistere sulle intenzioni. I riferimenti di Wilson sono tanti, il denominatore è unico. «Quando ero uno studente ho avuto l’occasione di incontrare il pittore Mark Rothko, noi ragazzi gli chiedemmo il significato dei suoi quadri, a cosa pensava mentre dipingeva. Lui disse: “Penso a tutto, all’amore, alla morte, a molte cose...”».

 

robert wilson

Balzo indietro, riecco Shakespeare: «Puoi leggere Amleto in una notte e la notte dopo trovarlo completamente diverso. Non scriveva per essere capito, ma per offrire qualcosa su cui riflettere».

 

[…] Mozart: «Mi piace come suonano le sue note. Il mio non è un ascolto intellettuale, quello che importa è la mia esperienza». E di nuovo avanti: «Un critico chiese a Gertrude Stein che cosa pensasse dell’arte moderna.

 

Lei rispose: “Mi piacerebbe guardarla”. Poi: miss Stein, cosa pensa di fare dopo? “Penso che prenderò un bicchiere d’acqua”». Wilson sorride compiaciuto. Il messaggio è molto chiaro […]».

 

[…] Che poi infinito e incompiuto si toccano, spesso si equivalgono. «Balanchine continuava a lavorare sui suoi spettacoli. Come me. Tutti i grandi lavori non sono mai finiti, continuano a cambiare, sono incompiuti. Anche il mio Amleto di trent’anni fa... Continuo a pensarci, nella mia testa non è finito».

 

robert wilson time and space

E in questo ciclico, perenne movimento (artistico), Wilson avverte: «La magia sta nella superficie, che deve essere accessibile. Cos’è Re Lear? È un re che divide il suo regno, impazzisce e muore. È una storia molto semplice. Come semplice, anzi stupida, è quella di Madama Butterfly: un ragazzo corteggia una ragazza, lei si innamora, lui la lascia, lei si dispera e muore. Facile no? La storia deve essere accessibile all’uomo della strada, deve porre domande senza pretendere di dare risposte. È il motivo per cui facciamo gli artisti».

 

robert wilson endgamerobert wilson 2robert wilson tales 1

robert wilson oedipus 1robert wilson 2the hat makes the man robert wilson

[…]

https://www.dagospia.com/media-tv/mondo-teatro-piange-geniale-regista-artista-visivo-robert-bob-wilson-442859 

 

 

 

AVVISATE GIORGIA MELONI: LE È ESPLOSO IL PARTITO IN SICILIA

 

AVVISATE GIORGIA MELONI: LE È ESPLOSO IL PARTITO IN SICILIA – IL DEPUTATO MANLIO MESSINA LASCIA FRATELLI D’ITALIA E SBATTE LA PORTA: “VALUTERÒ CON SENSO DI RESPONSABILITÀ SE PROSEGUIRE IL MIO MANDATO PARLAMENTARE, CONTINUANDO A SOSTENERE IL GOVERNO, OPPURE SE CONCLUDERE ANTICIPATAMENTE” – MESSINA ERA UN FEDELISSIMO DELLA DUCETTA: EX VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA, SI ERA DIMESSO PER LE INCHIESTE SUGLI AFFIDAMENTI DI CONTRIBUTI PUBBLICI A CARLO AUTERI, A LUI MOLTO VICINO. AVEVA CHIESTO AI VERTICI DEL PARTITO (DONZELLI) DI DIFENDERE AUTERI, MA QUELLI L’AVEVANO SCARICATO. LO SCANDALO SI È POI ALLARGATO AL PRESIDENTE DELL'ARS, GAETANO GALVAGNO, E ALL'ASSESSORE REGIONALE AL TURISMO, ELVIRA AMATA, ASCOLTATI OGGI DAI PROBIVIRI

manlio messina giorgia meloni  

Estratto dell’articolo di Accursio Sabella per www.repubblica.it

 

MANLIO MESSINA GIORGIA MELONI

Manlio Messina lascia Fratelli d'Italia. Lo ha comunicato lo stesso deputato, usando parole molto dure, che sembrano scaturire da uno scenario di grandi tensioni interne [...]: proprio oggi sono stati ascoltati dai probiviri il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno e l'assessora regionale al Turismo Elvira Amata, ai quali la procura di Palermo ha comunicato la chiusura delle indagini a loro carico: nel mirino l'utilizzo di fondi pubblici dell'Ars e dell'assessorato, oltre a quello dell'auto blu, nel caso del presidente dell'Assemblea.

gaetano galvagno

 

“Comunico – ha detto Messina - la mia decisione di lasciare il partito Fratelli d'Italia e di rassegnare le dimissioni dal gruppo parlamentare. Non aderirò – ha aggiunto - ad altri partiti, né ora né in futuro”.

 

Ma non solo. Messina mette in discussione anche la sua permanenza all'interno del parlamento romano: “Nei prossimi giorni – ha detto infatti - valuterò con senso di responsabilità se proseguire il mio mandato parlamentare, continuando a sostenere il presidente Giorgia Meloni e il suo Governo, oppure se concludere anticipatamente questa esperienza, lasciando anche il ruolo di deputato. Un'esperienza intensa – ha proseguito - che ha rappresentato la mia passione e il mio impegno più autentico verso la politica, a cui ho dedicato gran parte della mia vita”.

 

CARLO AUTERI

Già qualche mese fa non erano mancate le fibrillazioni. Erano i giorni del “caso Auteri”, cioè della vicenda che ha fatto emergere dubbi – e inchieste - su alcuni affidamenti di contributi pubblici, finiti ad associazioni direttamente o indirettamente riconducibili al deputato regionale del Siracusano.

 

Un politico notoriamente vicino a Manlio Messina, che in quei giorni decise di dimettersi dal ruolo di vice capogruppo alla Camera. Un gesto, aveva spiegato Messina, al quale avrebbero dovuto seguire decisioni analoghe di altri colleghi di partito, cosa che però non è mai avvenuta.

 

GIORGIA MELONI E ELVIRA AMATA

Adesso Messina non è più in Fratelli d'Italia. Uno dei più influenti meloniani di Sicilia va via in uno dei giorni più caldi. Quello nel quale è iniziato il “processo politico” ad altri due big di Fdi nell'isola, Galvagno e Amata appunto, indagati per corruzione (e nel caso del presidente dell'Ars anche per peculato) in un'inchiesta che […] prende le mosse anche dagli approfondimenti sulla partecipazione della Regione siciliana al Festival di Cannes.

https://www.dagospia.com/politica/avvisate-giorgia-meloni-e-esploso-partito-in-sicilia-deputato-manlio-442861 

 

APRE NEL CENTRO DI ROMA LA NUOVA SEDE DELLE SPIE ITALIANE, PER LA PRIMA VOLTA TUTTI INSIEME (DIS, AISE E AISI), CON LA PIU' GRANDE MIGRAZIONE DI 007 CHE SI RICORDI

 

DUE CAMERE E SERVIZI - APRE NEL CENTRO DI ROMA LA NUOVA SEDE DELLE SPIE ITALIANE, PER LA PRIMA VOLTA TUTTI INSIEME (DIS, AISE E AISI), CON LA PIU' GRANDE MIGRAZIONE DI 007 CHE SI RICORDI - MITI E LEGGENDE DEI SERVIZI ALLA AMATRICIANA, DA FORTE BRASCHI ALLA NUOVA ''LANGLEY DE' NOANTRI 

la nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dante 

Michele Masneri per Il Foglio

 

 

Di quanti metri quadri ha bisogno una spia? Due camere e servizi? Ecco, nella fondamentale miniserie televisiva in onda sulla Bbc, "The night manager", tratta da un romanzo di John Le Carré, protagonista un bellone portiere di notte che si improvvisa spietato spione ai danni di un mercante d'armi impersonato da Hugh Laurie (il dottor House, qui cattivissimo), ma co-protagonista come al solito è la sede, la fatiscente ma operativa sede dei servizi segreti inglesi, River House, sorta di tempio assiro-babilonese sul Tamigi, già protagonista immobiliare anche dell'ultimo 007, "Spectre" in cui invece viene fatta implodere tipo ecomostro.

 

 

la nuova sede dei  servizi segreti a roma piazza dante foto del sito degradoesquilinola nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dante foto del sito degradoesquilino

Invece a Roma si prepara un quartier generale nuovo di zecca per gli 007 italici. E' quasi pronto infatti il palazzone dei Servizi a piazza Dante, deep Esquilino, non lontano dalla stazione, cantiere incessante che trasformerà il maestoso edificio umbertino delle Casse di risparmio postali nell'ufficio unificato di Dis, Aise e Aisi, cioè il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, e quella per gli interni: insomma la Trilateral delle spie italiane, per la prima volta riunite sotto un unico tetto: col più grande trasloco di burocrazie ancorché segrete della storia repubblicana.

 

 

Mille dipendenti almeno, dicono al Foglio ambienti del Dipartimento della Sicurezza, nel palazzo eretto nel 1914 dall'architetto Rolland, progettista del teatro-cinema Adriano e papà del grande Luigi Moretti, archistar razionalista immaginifica a chilometri zero che nacque e tutta la vita abitò a via Napoleone III (papà ufficioso, tanto che non gli tramandò il nome).

 

 

la nuova sede  dei servizi segreti a roma piazza dantela nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dante

Il palazzo, 11.182 metri quadrati, un dado di cento metri per lato, alto 28 metri, "un monumento della nuova Italia all’operosità ed all’avvenire del suo popolo" come disse all'epoca il sottosegretario alle Poste Augusto Battaglieri inaugurandolo, oggi è imbiancato e quasi restaurato, dovrebbe aprire ad agosto ("ma è più probabile all'inizio del nuovo anno", dicono al Foglio spie qualificate), ha superato le proteste dei vicini per rumori e tremori del suolo, e diffusione di leggende metropolitane visto il committente inquietante e mitologico, i Servizi segreti.

 

Si è detto in particolare che nel sottosuolo siano posti vasti depositi d'armi; falso, però ci sarà un grande parking laddove vi era un famoso rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale (di qui le indicazioni "piazza Dante", in giallo e nero, d'epoca, sparse per tutta la città, quasi come quelle veltroniane di "Auditorium", visibili secondo alcuni burloni anche sulla Luna).

 

 

Secondo il giornale "Il cielo sopra Esquilino", espressione della società civile merulana, "gli occhi dei residenti sono abituati a palizzate, strade interdette, viavai di camion e altri mezzi pesanti".

 

la nuova sede  dei  servizi segreti a roma piazza dante foto del sito degradoesquilinola nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dante foto del sito degradoesquilino

Alcuni sollevano rilievi poi sull'opportunità di piazzare la "Langley de noantri", come viene soprannominata citando la sede Cia americana, proprio nel mezzo di una piazza del centro, ben visibile da ogni lato grazie anche a una superfetazione di cristallo, un piano attico nuovo di zecca in vetro luminescente, che riflette già i magnifici tramonti esquilini e avrà una visuale celestiale su San Giovanni e i colli fatali, però in tanti si chiedono se vista la cubatura del mammozzone c'era bisogno di aggiungere questo attico sberluccicante.

 

Ma forse tutta questa vetratura simboleggia forse la nuova trasparenza dei Servizi, per la prima volta riuniti in coabitazione, forse il cristallo darà quel tocco "d'antico e moderno che è la bellezza de Roma", come diceva Franca Valeri in "Parigi o cara"; però se lo si guarda dalle strette vie dei poeti (Petrarca, Machiavelli, Leopardi, che conducono alla piazza) effettivamente il palazzone segreto pare una Costa Crociere gigante in quelle foto "No grandi navi", che si vede dagli scorci veneziani e fa un po' paura.

 

 

la nuova  sede  dei  servizi segreti a roma piazza dante foto del sito degradoesquilinola nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dante foto del sito degradoesquilino

L'attico delle spie è peraltro legittimo - i Servizi trasparenti e cristallini per il loro attico non hanno invocato la sicurezza nazionale, e pur potendo derogare la qualunque non hanno derogato, ma hanno invece collaborato con la Soprintendenza (chissà se derogavano).

 

Adesso la Nave dei Servizi è lì ed è quasi pronta al varo, e a chi obietta che normalmente i Servizi li mettono in luoghi isolati e nascosti, che "c'è un problema oggettivo di sicurezza", e "piazzano nel cuore della città un obiettivo perfetto", come dice un esperto della materia, le spie replicano desolate: "ma mica potevamo andare a Zagarolo", come dice sempre al Foglio una spia; le nostre sedi sono note, del resto, e in fondo anche il palazzone londinese dell'MI6 è da sempre "il segreto peggio conservato di Londra, noto ad ogni tassista o 007 estero".

 

 

E poi questo trasloco permette di cancellare una decina di uffici in giro per Roma, con notevoli risparmi forse anche di traffico (la Nave dei servizi nuova di zecca è di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti). Dunque un ottimo investimento, come dicono le agenzie immobiliari, e insomma le spie si stringeranno nella nuova sede terrazzatissima e "per amatori".

la nuova  sede   dei  servizi segreti a roma piazza dante foto del sito degradoesquilinola nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dante foto del sito degradoesquilino

 

Di certo ora bisognerà sloggiare però tutta la comunità sorta spontaneamente sotto il palazzone, in un parchetto leggiadro di palme e lecci che funge da bivacco per un'umanità alcolica e variegata. Anche oggi, basta entrare e sotto una targa "Securitalia area video sorvegliata", in quello che dovrebbe essere il parco più monitorato d'Italia, ecco siringhe in gran quantità e giacigli di volantini Expert; e vuoti di Peroni e Tavernello, mentre al centro della piazza due scivoli per bambini scarabocchiati e vandalizzati; su uno è seduto Joy, trentenne indiano, fa il badante, ci dice "sto aspettando un amico, qui di giorno è sicuro ma poi la sera arrivano i peruviani, quelli sono cattivissimi, bevono, fanno di tutto".  Intanto un altro signore si tira giù le mutande e fa la pipì davanti a me, mentre parlo con Johnny.

 

 

Però intanto 'sta Langley cambia la geografia delle spie romane: il palazzone "non ospiterà funzioni operative", dunque niente poligoni bensì tanti archivi, dicono sempre le mie amiche spie; e rimarranno alcune sedi, ufficiali e segrete, sparse per la città, che hanno creato soprattutto mitologia e letteratura in questi anni.

forte braschi sede aiseforte braschi sede aise

 

A partire dal Forte Braschi, al quartiere Trionfale, sede dell'Aise, forte ottocentesco impenetrabile ove allignano varie leggende metropolitane; soprattutto che vi sia un tunnel segreto che porta sotterraneamente fino agli altri palazzi del potere e soprattutto a Civitavecchia; la scoperta, di questo fantomatico tunnel, si ebbe nel 1997, quando - pare - un gruppo di operai scavando verso la Pineta Sacchetti trovò una cavità segreta, da cui scaturirono alcuni uomini armati come i russi ipogei a villa Ada nel romanzo di Ammaniti "Che la festa cominci".

 

L'episodio non fu verificato, ma si trascinò in sedi come si dice istituzionali, la polizia disse trattarsi di normali cunicoli che attraversano la città, vecchie fognature. Le Ferrovie dello Stato dissero che si trattava della costruenda Alta Velocità. Il deputato di An Marco Zacchera non si accontentò, chiese lumi al governo, sostenendo che dallo stesso tunnel uscirono dei Carabinieri il giorno del rapimento Moro, vent'anni prima.

forte  braschi sede aiseforte braschi sede aise

 

Il presidente della Camera Luciano Violante ironizzò: "il tunnel? Utile in caso di traffico". Non se ne fece più niente, mentre non fu mai verificata nemmeno la leggenda che voleva a Forte Braschi anche un piccolo zoo, con gazzelle e cerbiatti, voluto dagli ufficiali dei Servizi per sentirsi forse meno soli, per fare pet therapy.

 

 

servizi segreti servizi segreti

Del resto ogni spia ha il suo gusto, a partire dall'arredo, che cambia negli anni. Nel 1993, mentre la prima repubblica moriva, assai dolcemente, a via Giovanni Lanza, altra sede fondamentale delle nostre spie, ufficio dell'Aisi già Sisde che oggi verrà abbandonata in favore del mammozzone cristallino, scoppiava il caso appunto della "Banda del Sisde", storia di ruberie molto da commedia all'italiana, con personaggi chiamati "Er cinese" e "La Zarina", e protagonisti con cognomi ortofrutticoli come Broccoletti, o Finocchi. Maurizio Broccoletti, direttore amministrativo, nella sua villa di Rieti si era fatto fare la "sala hobby" o tavernetta, ricordava Filippo Ceccarelli sulla Stampa negli anni Novanta.

 

La Zarina - un'anziana segretaria, perché le spy story romane difficilmente potrebbero finire sullo schermo in saghe serie e sexy - fu accusata anche d'aver usato fondi riservati per volare in Sudamerica a conoscere la star di una soap opera cui era assai devota. Mentre Michele Finocchi, già capo di Gabinetto del Sisde, venne fuori anche nel delitto dell'Olgiata, ville di altra cubatura e standing, anche se poi non c'entrava nulla, perché era amico della contessa assassinata Alberica Filo della Torre, ma del resto avere un amico o un parente nei Servizi a Roma, tra civili e militari e deviati è come avere un conoscente che ha lavorato con Fellini.

la nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dantela nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dante

 

 

Spionaggio diffuso, nell'entropia romana, da sempre: mitomanie, leggende, quel negozio di tendaggi sede in realtà del Kgb di fronte a Botteghe Oscure; oggi anche mobilitazioni  in chiave anti-Isis: e così ci è capitato di assistere, sotto Natale, a uno strano corso di controspionaggio di base organizzato per tassisti, era stato reclamizzato da una "École Universitaire Internationale", misteriosa srl fiorentina, e dal comitato "Difendiamo Roma", capeggiato dal consigliere regionale de "La Destra" Fabrizio Santori.

 

Era appena avvenuto l'attentato a Parigi e Roma era piombata nella dimensione dell'allarme, e si era andati, un sabato, in un appartamento a San Lorenzo, si era in sedici, tutti tassisti, e un istruttore bresciano misteriosissimo ma che lasciava intendere d'essere naturalmente dei Servizi istruiva i tassinari a notare comportamenti strani, ad apprendere nozioni anti guerriglia, a diventare efficienti sentinelle antiterrorismo. "In caso di esplosione o bomba, i telefonini non andranno, dovrete comunicare col cb, il baracchino, sul canale 35", avvertiva il misterioso coach.

massolo x massolo x

 

"Dovete tenere l'insegna luminosa sempre accesa, perché sarà da guida tra le polveri dell'esplosione". Poi insegnava a riconoscere atteggiamenti sospetti, e i tassisti facevano uno stream of consciousness: "Ma certo: quello col cappello africano e un pacco di soldi, salito l'altro giorno"; "quella coppia che salita a Fiumicino fino al centro ha ripreso con le telecamere tutto il paesaggio". Io ho provato a parlare francese perché ho vissuto quattro anni in Francia, allora si sono messi a parlare proprio arabo stretto", diceva il tassista della cooperativa Samarcanda.

 

"Io ho fatto il Kosovo" diceva un collega che mostrava di saperla lunga su gas tossici e tecniche di antiguerriglia. "Aho, io ho fatto il Quadraro", rispondeva una signora tassinara, mostrando l'ironia romana che tutto ingloba, e che forse ci salverà anche dagli attentati.

 

 

scalfaro marianna oscarscalfaro marianna oscar

Sgangheratezze forse garanti di un equilibrio, come se la realtà e l'essenza dei nostri Servizi, bonariamente casinara, incidesse sulla realtà, romanizzandola. Golpi seri, anche da parte dei servizi più deviati, non ce ne furono del resto mai; molte deviazioni, e tante aspirazioni, generalmente piccolo borghesi: le nostre spie prendevano la strada del tinello, con angolo cottura. E se oggi si fanno l'attico di vetro decostruttivista, ispirato da qualche Fuksas visto sulle riviste, negli anni Novanta l'archistar dei Servizi, quell'Adolfo Salabé che accompagnava dai tappezzieri Marianna Scalfaro figlia del presidente della Repubblica aveva creato un'estetica dei servizi più classica.

 

"Sobrio, elegante, inglese, un po' datato", viene definito lo stile di questo architetto che si era laureato a cinquant'anni, in "Premiata ditta servizi segreti", di Paola Bolaffio e Gaetano Savatteri in (Arbor Editore).

 

"Librerie in massello, colori scuri, rossi antichi, drappi ma nessuna pesantezza, tessuti delicati e costosi, tende lunghe fino al pavimento, fratine cinquecentesche, tavoli a lastre di cristallo sorrette da rari capitelli, lumi liberty, colonne in marmo"; era lo stile di Salabé, autore tra l'altro dell'interior decoration del Borgo Paraelios, resort (ma non si diceva ancora così) a Poggio Catino, località poco esotica in provincia di Rieti, dove andavano a villeggiare i nostri 007, alternati a convention di democristiani in estinzione.

 

LICIO GELLI E ANDREOTTI LICIO GELLI E ANDREOTTI

C'era anche uno spinoff balneare, tanto piaceva lo stile di Salabé, l'inferior decorator delle spie; un "Baja Parahelios"questa volta a Tropea, in Calabria, in convenzione col Sisde "a 120 miloni di lire l'anno", e dotato di "sale da gioco, bocce, parcheggio interno ed esterno". Per chi voleva rimanere nei paraggi, a Fiumicino era ormeggiato invece lo yacht "Islamorada", per piccole crociere da fermi, in dotazione al Sismi, come narrò sempre Ceccarelli.

 

 

A chi toccava rimanere in città, invece, c'era un'altra sede, quella di largo Santa Susanna (che rimarrà, nonostante l'attico), verso via Veneto, oggi ufficio del Dis, in un quartiere ricco di suggestioni; al vicino hotel Excelsior dimorava Licio Gelli a Roma, mentre accanto, a via Barberini 86, nel 1968 ci fu lo strano suicidio del colonnello Renzo Rocca, cassiere dei fondi riservati del Sifar (Servizio informazioni forze armate, le spie italiane sono appassionate di acronimi); il colonnello - era estate - aveva appena comprato prosciutto e melone da portare a casa, quando decise di spararsi o farsi sparare con una Beretta dal manico di madreperla che fu ritrovata tra i prosciutti.

 

 

E del resto il mistero e lo spionaggio romano pare più adatto, se non ai classici tarallucci e vino, almeno a degli affettati; e il gaddiano commendator Angeloni, sospettato e pedinato nel "Pasticciaccio" dal commissario Ingravallo proprio per certi "presciutti" che si faceva portare da dei garzoni minorili da via Panisperna, è sicuramente figura letteraria più credibile in una spy story romana, rispetto per esempio al protagonista algido del "Night manager" della Bbc impersonato dall'inglese Tom Hiddleston (che si dice in lizza per fare il prossimo James Bond).

 

 

IL QUARTIER GENERALE CIA A LANGLEY IL QUARTIER GENERALE CIA A LANGLEY

Intorno a via Veneto, poi, tanti ristoranti amati da una spia romana d'eccezione: l'intelligence capitolina aveva generato infatti un bizzarro personaggio, Federico Umberto d'Amato, per trent’anni il più autorevole funzionario dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno; ma soprattutto gastronomo, autore di una storica rubrica di cucina sull'Espresso, e della sua prima guida culinaria.

 

Nel suo libro "Menu e dossier, ricordi e divagazioni di un poliziotto gastronomo", d'Amato spiega la sua poetica: "è evidente come la buona tavola sia uno strumento efficace per queste attività spionistiche". "Gli agenti informativi sono i migliori clienti dei ristoranti perché sono habitués con frequenti presenze, conoscono la buona cucina e prescelgono i cibi e i vini più costosi (tanto, paga il servizio") scrive lo 007.

 

Segue graduatoria tra i migliori commensali (al primo posto gli agenti belgi, mentre i russi si impadroniscono subito dei segreti locali "altrimenti non mi spiegherei la sicurezza con cui un funzionario del Kgb, da poco arrivato a Roma, ordinava dinnanzi a me carciofi alla giudia".

Sede dell\'MI5 servizi segreti inglesiSede dell\'MI5 servizi segreti inglesi

 

D'Amato ricorda soprattutto un pranzo, un pranzo di Babette per spie, una riunione dei servizi di tutta Europa organizzata in un ristorante sul Lungotevere: "sui tavoli feci disporre nove grandi zuppiere di pasta" in bianco, che venivano continuamente riempite, e poi su un altro tavolo "le salsiere contenenti salsa di pomodoro e basilico, ragù napoletano e bolognese, pesto genovese, salsa di vongole veraci, sugo di lepre, arrabbiata", "ognuno si serviva a gusto suo, combinando salse e paste secondo le ricette ortodosse o, trattandosi di stranieri, secondo accostamenti stravaganti".

 

"Un pranzo che è ancora ricordato negli annali dei Servizi speciali" scriveva la spia gourmande. Un mondo di pastasciuttari, quello dei Servizi romani, forse: però intanto attentati pochissimi; e che sceneggiature già belle e pronte, soprattutto. Anche da esportazione, per chi volesse, tra Ian Fleming e Cucine (con servizi) da incubo.

https://www.dagospia.com/politica/camere-servizi-apre-roma-nuova-sede-delle-spie-italiane-per-prima-volta-122753 

 

Cleo Laine

 Cleo Laine La cantante jazz vincitrice di un Grammy, Dame Cleo Laine, è morta all'età di 97 anni. Dame Cleo è stata per molti anni una figura di spicco della scena jazz britannica e ha collaborato con artisti del calibro di Ray Charles e Frank Sinatra. Il suo celebre stile di canto scat, la sua straordinaria estensione vocale che va dal tenore al contralto e la sua voce roca la resero la cantante jazz di maggior successo della Gran Bretagna, guadagnandosi il soprannome di First Lady del Jazz. Il marito di Dame Cleo, il sassofonista Sir John Dankworth, è morto nel 2010 all'età di 82 anni, dopo essere stato una figura fondamentale della scena jazz britannica per oltre 50 anni. Nel 1970 la coppia fondò un ente di beneficenza e un locale chiamato The Stables per "garantire ai giovani l'accesso a un'ottima musica e a un'educazione musicale", ha affermato David Meadowcroft, presidente dell'ente di beneficenza, aggiungendo che The Stables avrebbe portato avanti l'impegno della coppia.

http://www.totomorti.com/tmnews-cleo-laine.htm

Motorini e palloncini per l'ultimo saluto a Fabrizio Calaresu, morto in un incidente stradale

 







Alghero Centinaia di persone hanno partecipato, nella borgata algherese di Santa Maria La Palma, ai funerali di Fabrizio Calaresu, il 17enne morto martedì 22 luglio in un incidente stradale sulla provinciale 44 nei pressi dell'aeroporto di Fertilia. Tanti gli amici e i compagni di classe del giovanissimo, studente al Paglietti di Porto Torres e atleta del Taekwondo Olmedo, che lo hanno salutato con un lancio di palloncini verdi verso il cielo e con il rombo e il clacson delle moto e degli scooter per i quali Fabrizio aveva una grande passione. (video di Roberto Gabrielli)

https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2025/07/22/news/incidente-mortale-ad-alghero-chi-e-la-vittima-1.100738500(1)

https://www.lanuovasardegna.it/video/sardegna/2025/07/30/video/motorini-e-palloncini-per-l-ultimo-saluto-a-fabrizio-calaresu-morto-in-un-incidente-stradale-1.100742068

 

Il 17enne si stava recando a lavoro in sella alla sua moto

Alghero Si chiamava Fabrizio Calaresu il 17enne di Alghero, la vittima dell’incidente stradale verificatosi oggi 22 luglio vicino all’aeroporto di Fertilia, sulla strada provinciale 44.

Il giovane si stava recando a lavoro in un agriturismo della zona in sella alla sua moto, quando per cause ancora da accertare si è scontrato con una Peugeot di turisti che proveniva dalla direzione opposta. Il ragazzo studiava all’istituto nautico di Porto Torres e praticava taekwondo a Olmedo.

 
Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri e la polizia locale. 
 
 
https://www.lanuovasardegna.it/nuoro/cronaca/2025/07/31/news/macomer-il-7-al-via-il-cantiere-per-realizzare-la-casa-della-comunita-1.100742775 


“SEMBRA CI SIA UNA GARA NEL DARE CANZONI A CHI VA PIÙ DI MODA”

 

“SEMBRA CI SIA UNA GARA NEL DARE CANZONI A CHI VA PIÙ DI MODA” – LA RICONOSCETE DALLE TETTONE? “SONO STATA LICENZIATA DALLA MIA MAJOR VIA MAIL, ESPERIENZA SURREALE, GIUSTAMENTE MEGLIO NON GUARDARSI NEGLI OCCHI. HO PRESO ANCHE TANTE PORTE IN FACCIA (COMPRESI I NO A SANREMO) E MI SONO CHIUSA NELLA MIA COMFORT ZONE CHE È IL TEATRO” – DI CHI SI TRATTA? – VIDEO

syria 

Ivan Rota per Dagospia

 

syria

Vi ricordate Sirya? “Che fine ho fatto? Sto bene e continuo a fare tutto quello che posso a più non posso. Sono stata licenziata dalla mia major via mail, esperienza surreale, giustamente meglio non guardarsi negli occhi. Ho preso anche tante porte in faccia (compresi i no a Sanremo) e mi sono chiusa nella mia comfort zone che è il teatro”. In questo momento la cantante è in giro con due spettacoli, uno che parte dal suo repertorio, accompagnata da una band e un altro, assieme al chitarrista Tony Canto, che è un omaggio al Brasile.

 

La stilettata al mondo musicale: "Qua sembra ci sia una gara nel dare canzoni a chi va più di moda, comprensibile". E poi spiega che non ha canzoni attualmente per proporsi a Carlo Conti per Festival: "Detta tra noi quanta fila c'è per andarci! (…) Sia bene chiaro, no dramma e vittimismo…”

https://www.dagospia.com/media-tv/sembra-ci-gara-nel-dare-canzoni-piu-moda-riconoscete-dalle-tettone-442800 

 

L’ULTIMA LUCHERINATA NON CI HA FATTO RIDERE (MA TI VOGLIAMO BENE LO STESSO)

 

FUNERAL - L’ULTIMA LUCHERINATA NON CI HA FATTO RIDERE (MA TI VOGLIAMO BENE LO STESSO) – ALLE ESEQUIE DI COLUI CHE CON IDEE, IRONIA E CINISMO PUBBLICITARIO, RIUSCI' A TRASFORMARE IL CINEMA ITALIANO IN UN "MECCA DEI SOGNI", CREANDO DIVI, MEZZI-DIVI E MEZZE-CALZETTE, C'ERANO QUATTRO GATTI: VERDONE, TORNATORE, MARGHERITA BUY, GIAMPAOLO LETTA, MONICA GUERRITORE, MARCO RISI, VINCENZO SALEMME, RICCARDO TOZZI, ALBERTO TARALLO - IN PRIMA FILA GLI AMICI DEL CUORE DI ENRICO: NUNZIO BERTOLAMI, IRENE GHERGO, GIANLUCA PIGNATELLI, GIOVANNI MALAGO', LA NIPOTE BENEDETTA (DOVE ERANO VITTORIO CECCHI GORI, RITA RUSIC, FRANCESCA DELLERA, ETC?) - IL TOCCANTE RICORDO DI VERDONE E TORNATORE (VIDEO)

2025lucherini enrico lucherini funerale funerali 

https://youtu.be/SsstEVWlWRQ

L'ADDIO A LUCHERINI. L'OMAGGIO DEL CINEMA ITALIANO E IL RICORDO DELLE STAR

Articolo di Thomas Cardinali per www.agi.it - Estratti 

 

giovanni malago clemente mimun giuseppe tornatore

Il mondo degli addetti ai lavori del cinema italiano si è riunito a Roma Enrico Lucherini, il più celebre press agent capace di lanciare le stelle più luminose come Sophia Loren, scomparso all'età di 92 anni.

 

La cerimonia funebre si è tenuta nella Chiesa di San Roberto Bellarmino, a due passi da Piazza Ungheria, storico crocevia del mondo dello spettacolo romano nel quartiere Parioli.

 

In prima fila, amici, colleghi e artisti che con lui hanno condiviso decenni di cinema, anteprime, successi e retroscena passati alla storia.

 

carlo verdone

Presenti tra gli altri il regista premio Oscar Giuseppe Tornatore, il giornalista Roberto D'Agostino, l'attore Riccardo Rossi, la presidente dell'Accademia del Cinema Italiano Piera De Tassis, la presidente del Sindacato Giornalisti Cinematografici Laura Delli Colli e la storica press agent Cristiana Caimmi.

 

Molto toccante il ricordo di Margherita Buy, che con Lucherini aveva condiviso una lunga amicizia: "E' stato un amico, una persona con cui ho condiviso tante cose, soprattutto l'allegria e la sua genialità. È un momento molto triste", ha detto l'attrice arrivando alla funzione.

 

"Ha vissuto una vita bellissima, è stato un uomo incredibile, nel bene e nel male. Lui creava dal nulla un interesse incredibile su una persona, su un personaggio. È una cosa che si è inventato lui. Io l'ho sempre amato e con lui mi sono divertita tantissimo".

 

jo champa roberto dagostino marisela federici

"Quest'ultima lucherinata non c'è piaciuta", ha detto commosso Giuseppe Tornatore "La sua vera missione è stata quella non solo di inventarsi idee per lanciare i film. Lui ha cercato sempre di far si' che la gente amasse i film e che i film amassero la gente. Questa è stata la sua grande missione e il cinema gli ne sarà sempre grato".

 

Commosso anche Carlo Verdone, che ha ripercorso l'inizio della sua carriera proprio accanto a Lucherini: "è stato un uomo fondamentale per me. Ho iniziato con lui e Matteo Spinola, poi è stato proprio lui a seguirmi direttamente. Era colto, intelligente, amava le battute, ci teneva su con il sorriso.

 

roberto zaccaria monica guerritore (2)

Ma era anche un grande professionista: ogni scelta promozionale era sempre mirata. Mi dava consigli continuamente: 'Scegli questo, non quello', oppure 'Nel prossimo film cerca di essere più cosi' e meno colato'. Era un amico affettuoso, e gli sarò sempre riconoscente".

 

"Ogni persona è diversa dalle altre, ma Enrico era davvero unico. Completamente diverso da chiunque altro. Un gigante", lo ha detto l'ex presidente del Coni Giovanni Malagò amico di lunga data. "Era l'allegria del cinema", ha detto invece Vincenzo Salemme.

 

"A Napoli diciamo 'è 'nu cinema' per indicare una persona spettacolare. Ecco, lui lo era davvero. Intelligente, leggero, creativo. Ha inventato un mestiere". [...]

 

TORNATORE, VERDONE, BUY PER L'ULTIMO SALUTO A ENRICO LUCHERINI A ROMA

 

nunzio bertolami irene ghergo gianluca pignatelli

(askanews) - A Roma, nella Chiesa di San Bellarmino ai Parioli, l'ultimo saluto a Enrico Lucherini, il celebre press agent dei divi del cinema, scomparso a 92 anni.

 

Ai funerali hanno partecipato amici, familiari, colleghi, volti noti del mondo dello spettacolo e non, da Giuseppe Tornatore a Margherita Buy, da Vincenzo Salemme a Carlo Verdone, a Giovanni Malagò.

 

Per tutti, Lucherini inventò il ruolo dell'agente delle star in Italia, con leggerezza e ironia, spesso con trovate fantasiose per promuovere i film, le celebri "lucherinate" per gli addetti ai lavori.

 

Carlo Verdone: "Un gran professionista, tutte le scelte che ho fatto erano molto mirate, aveva una cultura, ha inventato la figura del press agent nel cinema che in Italia non esisteva!".

 

Giuseppe Tornatore: "La sua missione è stata non solo inventarsi idee per lanciare idee ma ha cercato sempre di far sì che la gente amasse i film e i film amassero la gente e il mondo del cinema gli sarà sempre grato per questo".

 

Alla fine della cerimonia in chiesa anche Verdone e Malagò lo hanno voluto ricordare pubblicamente, così come Tornatore che ha concluso: "Quest'ultima lucherinata non ci è piaciuta, ma ti vogliamo bene lo stesso".

 

IL RICORDO DI GIUSEPPE TORNATORE E CARLO VERDONE

giovanni malago marco risi (2)

Giuseppe Tornatore: «La tua ultima lucherinata non c’è piaciuta però ti vogliamo bene lo stesso. La missione di Enrico è stata ancora più importante di un lancio di un film. Hai lavorato tutta la vita non solo perché la gente amasse un film, ma anche perché i film amassero la gente.

 

Per questo il cinema te ne sarà sempre grato. Da bravo tempista, quando hai avvertito che non c’era più niente da ridere, hai preferito fare un passo di lato, ma hai mantenuto allegria, sarcasmo, La tua risata a 32 denti che non dimenticheremo mai.

 

Verdone: “Abbiamo perso un punto di riferimento importante. La professione del press agent del cinema l’ha inventata lui. Perdiamo un po’ di leggerezza e quel sorriso che solo lui poteva darci. Era sempre pronto a rendere le cose più semplici ironizzando molto.

 

Era un grande psicologo, individuava la persona che aveva davanti, riusciva a capire debolezze e fragilità e anche le sue forze. Lo devo ringraziare perché noi attori siamo molto soli e lui sapeva aggregare le persone, faceva condividere una serata bella, rilassante, divertente anche un po’ puerile.

 

benedetta lucherini gianluca pignatelli irene ghergo

Sembrava un vecchio professore con dei giovani allievi. Aveva una battuta tagliente ma era una persona buona e profondamente generosa. Lo ringrazio per i consigli che mi ha dato a inizio carriera e gli mando un grande bacio

https://www.dagospia.com/cronache/funeral-l-ultima-lucherinata-non-ci-fatto-ridere-ma-ti-vogliamo-bene-442727 

 

“L’IMPORTANTE È STUPIRE. L’ARTE DELLA BUGIA È VERAMENTE UN’ARTE. IO NE HO FATTO IL MIO MESTIERE"

 

VIDEO-FLASH – VITA, OPERE E "LUCHERINATE" - IL RICORDO BY FERNANDO PROIETTI DI ENRICO LUCHERINI, CON UNA CARRELLATA COMMOVENTE DELLE IMMAGINI, DELLE FRASI E DELLE TROVATE PIÙ ECCEZIONALI DEL PIÙ GRANDE “STRESS AGENT” DELLE DIVE, MORTO IERI A 92 ANNI –   LA DOLCE VITA, FELLINI, SOPHIA LOREN E LE TROVATE ECCEZIONALI PER LANCIARE LE STAR: “L’IMPORTANTE È STUPIRE. L’ARTE DELLA BUGIA È VERAMENTE UN’ARTE. IO NE HO FATTO IL MIO MESTIERE"

enrico lucherini 

https://www.dagospia.com/media-tv/video-flash-vita-opere-bugie-enrico-lucherini-piu-grande-stress-agent-442644