Se andò tra le braccia del padre, aveva solo ventitré anni. Crivellato dai colpi, morì di "altruismo" e per non essersi voltato dall'altra parte.
Maurizio Estate era un "semplice" lavoratore di un autolavaggio a Napoli. E il 17 maggio 1993, quando vide due camorristi rapinare un uomo, decise che la cosa più giusta da fare fosse intervenire. Iniziò a gridare, corse verso di loro e intervenne direttamente. Riuscì a sventare la rapina e ad evitare il peggio.
Un gesto semplice, ma spontaneo e di grande valore.
Lo pagò poche ore dopo, quando dai Quartieri Spagnoli, su ordine del boss, i camorristi tornarono all’autolavaggio per vendicarsi. Spararono all’impazzata, coperti da passamontagna. Lo crivellarono di colpi e Maurizio morì tra le braccia del padre, che lavorava anch’egli nell’autolavaggio.
Era il 17 maggio 1993 e lui aveva solo 23 anni.
Medaglia d’oro al valor civile, è stato un grande esempio di senso del dovere, di coraggio.
Ricordando cosa sono le mafie e il male che provocano ogni giorno, il pensiero oggi va a questo ragazzo, assassinato per non essersi voltato dall’altra parte.
Leonardo Cecchi

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