Oggi Sigfrido Ranucci rivela di dover vivere sotto scorta da agosto.
Due killer dell’ndragheta vogliono ucciderlo su mandato di un mafioso legato al narcotraffico.
Quando si fa giornalismo d’inchiesta per il bene comune, non guardando in faccia a nessuno, si rischia. E quando sapendo dei rischi si continua, si sta dimostrando di essere uomini con la “U” maiuscola, a cui deve andare la gratitudine e il sostegno di ogni cittadino.
Perché quello che fanno Ranucci, Report e gli altri giornalisti – di qualunque idea politica – è vitale per il nostro Paese. È una delle cose che ci tengono ancora a galla nel mare di malaffare, corruzione e decadenza che purtroppo ci circonda.
A lui piena solidarietà e come sempre grazie per il lavoro che svolge.
Leonardo Cecchi
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