La Cina ha confermato ufficialmente “il peggiore attacco di sempre” alla sua struttura internet. Domenica mattina, per circa due ore, il servizio che garantisce l’accesso al dominio nazionale è stato “invaso” da un blocco DdoS, (Negazione distribuita del servizio) che, soverchiando i server con un eccessivo numero di richieste di accesso provenienti da un gran numero di computer (non necessariamente di utenti) ha mandato in crash i server .cn.
A confermarlo ufficialmente il China Internet Network Information Centre (Centro d’informazione sul network internet cinese), che ha anche segnalato come da lunedì mattina con gradualità il sistema, che aveva perduto il 32 % delle sue capacità, è tornato pressoché normale.
Il Centro d’informazione, che ha promesso ai cinesi una pronta diffusione di informazione sui responsabili, non ha diffuso alcuna notizia sulle responsabilità o sulle possibili ragioni dell’attacco, ma molti hanno evidenziato la tempistica, la coincidenza con il processo a carico di Bo Xilai, l’ex potente del Partito comunista che ora rischia una dura pena carceraria. Dallo scorso anno la sua vicenda, come pure le sessioni del tribunale dal 22 al 26 agosto scorsi, hanno avuto ampia copertura mediatica e hanno evidenziato la presenza di una linea interna al partito divergente da quella ufficiale della dirigenza cinese, che sarebbe tra le ragioni della caduta in disgrazia di Bo. Proprio nei giorni scorsi, dato l’alto interesse della vicenda, la richiesta di comunicazione di notizie e di opinioni ha avuto un picco, come pure ha avuto un picco il tentativo delle autorità di controllarla. Questo potrebbe avere istigato l’azione di “dissidenza informatica”, un episodio, insomma, del gioco a nascondino sulla Grande rete tra autorità sempre più attrezzate e internauti sempre più preparati e determinati.
Comunque sia, quello di due giorni fa non sarebbe un attacco in sé non difficile da attuare, secondo gli esperti, e di conseguenza non necessariamente organizzato o portato da un numero consistente di hackers. Alcuni osservatori suggeriscono una “mano esterna”, dato che la “guerra informatica” tra Cina e Usa, per anni segreta e censurata pur se con un buon numero di eventi registrati in particolare contro i sistemi di sicurezza, finanziari e database statunitensi, è recentemente emersa addirittura tra i temi oggetto di frizioni e trattative tra i due paesi.
[CO]
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