sabato 15 giugno 2013

Gli operai Fiat occupano l'ufficio del vescovo


operai nell
operai nell'ufficio dle vescovo
Ieri blitz di sei attivisti del Comitato di lotta cassintegrati e licenziati. Parapiglia con un sacerdote. Duro confronto tra i manifestanti e monsignor Depalma.

Tensioni, scontri, blocchi, occupazioni. L’alba dei picchetti alla Fiat di Pomigliano contiene tutto il variegato catalogo dell’esasperazione sociale. Un’alba di blocchi, voluti contro i sabati lavorativi da Fiom, Slai Cobas e Comitato cassintegrati, che è stata preceduta dalla lunga veglia notturna per il lavoro, con canti e balli attorno alla grande fabbrica, e che è stata segnata, nella mattinata di venerdi, da un gesto clamoroso: l’occupazione dell’ufficio del vescovo di Nola. Protagonisti del blitz un gruppo formato da sei attivisti del Comitato di lotta cassintegrati e licenziati.

Sequenze da storia di “ordinaria” disoccupazione in salsa partenopea. Mimmo Mignano, operaio licenziato dalla Fiat, insieme ai cassintegrati Marco Cusano, Antonio Montella, Rosario Monda e ad altri due compagni di lotta del Wcl-Fiat di Nola, il nuovo reparto logistico ( da sempre quasi del tutto inattivo ) entrano nel cortile del vescovado, pieno centro antico di Nola, salgono di corsa le scale che portano al primo piano e fanno irruzione nell’ufficio del vescovo, Beniamino Depalma. In quel momento il prelato sta lavorando dietro la sua scrivania. “ Lei tre anni fa ha consigliato di votare si al referendum sull’accordo Panda per cui anche lei è responsabile dei fallimenti di quella sciagurata intesa: un mare di cassintegrati e licenziati ”, urla Mignano.

Il vescovo invita ad abbassare i toni. E un sacerdote, un suo segretario, non sopporta quelle grida: si avventa su Mignano e lo afferra per il collo. “Capite a che punto siamo arrivati ? Un prete che mi vuole picchiare ! ”, urla ancora il disoccupato nel parapiglia, durato qualche secondo. Arriva don Aniello Tortora, parroco della chiesa del Rosario e responsabile della pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Nola. Torna la calma. Gli occupanti vengono persuasi a lasciare l’ufficio e a entrare nell’attiguo salone delle riunioni. “Voi avete ragione – spiega il vescovo – la situazione è preoccupante e la speranza è venuta meno. Ancora una volta rivolgo l’appello: dignità col lavoro e no a ogni forma di capitalismo, di discriminazione e di dittatura del profitto. Chiedo a tutti di aprire occhi e coscienza: Marchionne non deve tirare la corda”.

La protesta si placa. Depalma e Tortora si fanno anche fotografare dietro lo striscione con la scritta “ Reparto Confino di Nola ”. Ma alcuni, anonimi, operai del Wcl-Fiat dissentono con chi protesta e con una lettera non firmata scrivono: “ Picchetti e proteste strumentali: noi crediamo nel lavoro, nel piano Chrysler e in quello che sta facendo Marchionne ”. Quindi Tommaso Pirozzi, attivista sindacale, simpatizzante Slai Cobas e operaio cassintegrato del Wcl, ci mette la faccia e replica: “ Chi ha scritto quel documento non ha nemmeno il coraggio di qualificarsi. Mentono sapendo di mentire: dal piano di rilancio del 2003 a oggi è stata una sequela di bugie. Il Wcl di Nola, impianto da sempre inattivo, è stato creato solo per trasferire da Pomigliano gli operai sindacalizzati, che davano fastidio ”.

Però dall’altra parte della barricata Giovanni Sgambati, segretario regionale della Uilm, sottoscrive a sua volta con nome e cognome: “ Noi della Uilm siamo convinti – spiega il sindacalista – che i due sabati di recupero produttivo siano un’occasione modesta ma importante per valorizzare le produzioni Panda: è un vero peccato che un’occasione di lavoro venga rovinata da comportamenti che sono contro il lavoro stesso ”. E Luigi Mercogliano, segretario regionale della Fismic, aggiunge: “ Ogni forma di protesta, purché legale, dev’essere rispettata ma bisogna anche considerare lo sforzo del sindacato che sta tentando di concertare lo sviluppo: stiamo attenti alle tensioni. Sono convinto che, attraverso il confronto sindacale e l’impegno del governo, il rilancio, bloccato da una crisi terribile, arriverà ”.



Autore: Pino Neri

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