mercoledì 3 ottobre 2012

Diaz: Cassazione, Italia screditata nel mondo intero


Depositate le motivazioni della sentenza 

  Poliziotti all'ingresso della scuola Diaz di Genova nella notte fra il 21 e il 22 luglio 2001

ROMA - Le violenze della polizia e gli immotivati arresti di massa dei no-global inerti e innocenti, hanno ''gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero''. Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni, appena depositate, del processo 'Diaz' che ha decapitato i vertici della polizia. La ''gravita''' dei reati commessi dai funzionari della polizia, come quello della violazione ''dei doveri di fedelta''' delle calunnie e dei falsi, legittima il 'no' ''al riconoscimento delle attenuanti generiche'' a favore degli imputati. Hanno commesso una ''consapevole preordinazione di un falso quadro accusatorio ai danni degli arrestati, realizzato in un lungo arco di tempo intercorso tra la cessazione delle operazioni ed il deposito degli atti in Procura''.
"L'esortazione rivolta dal capo della polizia (a seguito dei gravissimi episodi di devastazione e saccheggio cui la città di Genova era stata sottoposta) ad eseguire arresti, anche per riscattare l'immagine della Polizia dalle accuse di inerzia, ha finito con l'avere il sopravvento rispetto alla verifica del buon esito della perquisizione stessa", sottolinea la Cassazione rilevando che l'irruzione alla Diaz fu condotta con "caratteristiche denotanti un assetto militare".
La Cassazione  evidenzia, come gia' fatto dalla Corte d'Appello di Genova, ''l'odiosita' del comportamento'' dei vertici di comando. ''Di chi, in posizione di comando a diversi livelli come i funzionari - e' scritto - una volta preso atto che l'esito della perquisizione si era risolto nell'ingiustificabile massacro dei residenti nella scuola, invece di isolare ed emarginare i violenti denunciandoli, dissociandosi cosi' da una condotta che aveva gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero e di rimettere in liberta' gli arrestati, avevano scelto di persistere negli arresti creando una serie di false circostanze''. In pratica, crearono verbali menzogneri ''funzionali a sostenere cosi' gravi accuse da giustificare un arresto di massa''. Ed avevano formulato le accuse ''in modo logico e coerente, tanto da indurre i pubblici ministeri a chiedere, e ottenere seppure in parte, la convalida degli arresti''.
L'operazione "si è caratterizzata per il sistematico ed ingiustificato uso della forza" da parte di tutti i poliziotti che hanno fatto irruzione. "La mancata indicazione, per via gerarchica, di ordine cui attenersi" si è tradotta "in una sorta di 'carta bianca', assicurata preventivamente e successivamente" all'operazione". Tutti erano liberi "di usare la forza 'ad libitum'".
I poliziotti che fecero irruzione "si erano scagliati sui presenti, sia che dormissero, sia che stessero immobili con le mani alzate, colpendo tutti con i manganelli (detti 'tonfa') e con calci e pugni, sordi alle invocazioni di 'non violenza' provenienti dalle vittime, alcune con i documenti in mano, pure insultate al grido di 'bastardi'". (ANSA)

 

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