martedì 30 ottobre 2012

Grecia, Ue su reporter greco arrestato 'Importante lotta contro evasione'



Giovedi' al via il processo. Intanto Anonymous attacca il ministero delle Finanze


 Il giornalista greco Costas Vaxevanis

A sei mesi di distanza dall'attacco sferrato lo scorso aprile da ignoti hacker ai danni del server del ministero delle Finanze ellenico, oggi lo stesso database è stato colpito da un attacco da parte del gruppo di hacker Anonymous che ha rivendicato l'azione trafugando e mettendo in rete documenti segreti sui colloqui fra il governo e la troika.
UE SUL REPORTER GRECO ARRESTATO, LOTTA EVASIONE IMPORTANTE  - "E' importante continuare la lotta all'evasione fiscale". E' il monito del portavoce del commissario Ue agli affari economici Olli Rehn dopo l'arresto del giornalista greco che ha pubblicato i nomi dei principali evasori fiscali greci, su cui non ha voluto commentare nel merito. Proseguire nella battaglia contro chi non paga le tasse é ancora più rilevante, ha aggiunto il portavoce, soprattutto "quando si richiedono ai cittadini sacrifici per politiche a sostegno della disciplina fiscale".
Dopo l'arresto del giornalista greco Costas Vaxevanis per aver pubblicato una lista di nomi di evasori "si deve verificare se sono stati violati i diritti alla libertà di espressione e al pluralismo dei media garantiti dalla Carta fondamentale dei diritti e dal Trattato dell'Ue, nonché dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo". E' quanto ha chiesto l'europarlamentare del Pd David Sassoli con un'interrogazione alla Commissione europea. "L'arresto di Vaxevanis – ha commentato il presidente degli eurodeputati Pd in Europa – è solo l'ultimo episodio di una lunga lista che in questi ultimi anni ha visto giornalisti subire censure e limitazioni della libertà nello svolgimento del proprio mestiere. Ritengo sia urgente – ha concluso Sassoli - affrontare la questione sulla libertà di espressione in sede europea affinché sia assicurata adeguata tutela a uno dei principi cardine della democrazia".
Comincerà giovedì primo novembre il processo a carico del giornalista ed editore greco Costas Vaxevanis, accusato di violazione della privacy per aver pubblicato sul suo periodico Hot Doc la lista di 2.059 cittadini greci che, secondo Vaxevanis, avrebbero in segreto da anni conti bancari in Svizzera mai dichiarati al fisco ellenico. Lo ha deciso il tribunale di Atene accogliendo la richiesta dei legali del giornalista in un'aula gremita di giornalisti, troupe televisive e semplici cittadini.
di Furio Morroni
Il noto giornalista investigativo greco Costas Vaxevanis è stato arrestato stamani per aver pubblicato sul suo periodico Hot Doc (Documenti Scottanti) una lista di oltre 2.000 greci che egli asserisce siano quelli contenuti nell'ormai famigerata 'lista Lagarde', ovvero l'elenco segreto di nomi di correntisti greci della banca elvetica HSBC reso noto da un dipendente. I 2.059 nominativi, contenuti in un CD, erano stati consegnati nel 2010 dall'allora ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde (attuale direttore dell'Fmi), all'allora ministro greco delle Finanze Giorgos Papacostantinou (governo Papandreou, Pasok), ma da allora il CD si era misteriosamente volatilizzato. Di recente le autorità di Atene avevano ammesso che il CD originale ricevuto da Parigi era scomparso e ne avevano richiesto e ottenuto una copia. Venerdì, inoltre, l'ufficio dell'ex primo ministro George Papandreou aveva dovuto respingere l'accusa che egli fosse a conoscenza del contenuto del CD, avanzata da un deputato di Syriza (sinistra radicale, all'opposizione) secondo cui l'ex premier socialista, quando era ancora al potere, si sarebbe prestato ad organizzare un incontro con il responsabile della sede di Ginevra della HSBC. Vaxevanis, che è stato arrestato con l'accusa di violazione della privacy, dovrà comparire domani alle 12:00 davanti ai giudici che dovranno fissare la data d'inizio del processo. Ieri sera, quando si era già diffusa la notizia dell'ordine di arresto nei suoi confronti emesso dalla Procura di Atene, il giornalista ed editore ha scritto su Twitter: "Adesso (la polizia) sta entrando in casa con un magistrato. Stanno per arrestarmi. Passate parola". Ed ha descritto gli agenti inviati a prenderlo come "una milizia fascista".
"Invece di arrestare gli evasori fiscali e i ministri che avevano nelle mani la lista, adesso arrestano la verità e la libertà di stampa", ha scritto poco prima dell'arresto Vaxevanis. Frattanto le autorità greche non hanno confermato se la lista dei 2.059 nomi pubblicati su Hot Doc corrisponde a quella fornita da Lagarde, né tantomeno Papacostantinou o il suo successore Evangelos Venizelos (attuale leader del Pasok), il quale ai primi di ottobre ha consegnato la copia dell'elenco agli inquirenti, hanno mai rivelato se esso contenga nomi di uomini politici. Nella lista però, stando a quanto pubblicato da Vaxevanis, figurerebbero almeno i nomi dell'ex ministro ed attuale presidente del Parlamento, Giorgos Voulgarakis (Nea Dimokratia) e di altri due politici, uno dei quali deceduto. In un'immediata reazione a quanto scritto dal periodico, Voulgarakis ha categoricamente negato che il proprio nome possa trovarsi sulla 'lista Lagarde' e ha accusato Vaxevanis di "disinformazione e diffamazione" affermando via Twitter che "mia moglie ed io non abbiamo mai avuto compagnie off-shore né conti all'estero". Dall'elenco di Hot Doc risulta che il presidente del Parlamento è titolare dal 2003 di un conto presso la HSBC che però non figura nella sua dichiarazione dei redditi. Nel citare "preoccupazioni per la privacy" degli individui nominati nella lista, Hot Doc sostiene di aver pubblicato esclusivamente i saldi dei conti bancari in alcuni dei quali sarebbero depositati sino a 500 milioni di euro. Il giornale, inoltre, ribadendo che è del tutto legale per un greco disporre di un conto bancario in Svizzera, non lancia specifiche accuse di riciclaggio di denaro contro alcuno ma fa ben capire che, negli ultimi due anni, il governo di Atene ha fatto ben poco per far luce sulla vicenda. Da stamani, subito dopo l'arresto di Vaxevanis, i social network greci sono stati invasi da commenti estremamente critici dell'operato di magistrati e polizia ed è già partita una massiccia campagna affinché vengano fatte cadere tutte le accuse contro il giornalista per il ruolo da lui svolto nel rendere di pubblico dominio la 'lista Lagarde'. (ANSA)

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