A 18 giorni dalla morte, sono accorsi in centinaia per l'addio a Loris Comparin, il campione e maestro di karate, deceduto a 46 anni. Stante l'inagibilità della parrocchiale, la quattrocentesca chiesa di Santa Maria dell'Angiadura, incastonata nel cimitero, ha contenuto un centinaio di quanti hanno partecipato al rito, giunti da vari paesi, per essere vicini a una famiglia affranta dal dolore. Gli altri, oltre 300, hanno sostato, attoniti e in silenzio, negli slarghi di prato e ghiaino. Nel viale d'accesso hanno fatto ala gli allievi del karateca, del Centro sport thienese, con la tradizionale uniforme bianca, fermata in vita da una cintura, di diverso colore, a seconda del grado del percorso d'apprendimento. Al passaggio della bara si sono inchinati, gridando "oss", l'acronimo con cui si saluta il maestro, in segno di rispetto, all'inizio e alla fine della lezione.
In chiesa, le testimonianze. Quella del sindaco Cristina Meneghini: «Oggi - ha detto - siamo qui per piangere e ricordare Loris, il campione e l'uomo: la sua forza, la disciplina, l'energia. Un esempio per i giovani». E del sindaco di Thiene, Giampi Michelusi: «Se c'è la memoria non c'è la perdita. Loris è presente nei nostri cuori, modello di vita per tanti atleti. I suoi grandi successi sono dovuti al sacrificio e, come educatore, ad una forte umanità».
Emozione, quella di tre giovani che piangono il loro maestro: «Anche i campioni cadono, e la loro caduta scuote il mondo. Ma, nei nostri cuori, vivrai sempre». Toccante il ricordo di un suo commilitone, nelle Forze armate di Roma: ricordi goliardici, un'appassionante amicizia, senza retorica.
Poi, la messa di fede. Nell'omelia don Enrico Destrini affronta il tema della morte, e delle domande che l'uomo pone a Dio, per la scomparsa di una persona giovane. «Noi cerchiamo risposte nel mistero. Per questo non possiamo trovarle. Allora, pensiamo a questa morte come ad una nuova vita, definitiva. Chiediamo che Dio perdoni le sue fragilità di essere umano, unite a doti che ne hanno fatto un campione». Come un campione, all'uscita Loris viene applaudito mentre i suoi allievi urlano "oss". E si inchinano.
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