Figlia di Poseidone e di Gea (la Madre Terra), era una donna vorace che rubò a Eracle una mandria di buoi e li mangiò. Zeus la punì colpendola col fulmine e facendola cadere nel Mediterraneo, di fronte a Scilla; qui rimase sotto forma di grande scoglio.
Omero immaginò che questo scoglio inghiottisse tre volte al giorno le onde dello stretto che separa la Sicilia dalla costa italica, e tre volte le vomitasse con tale potenza da far naufragare le navi di passaggio. Per evitare lo scoglio o i vortici di Cariddi, i naviganti dovevano avvicinarsi a quello di Scilla.
Quando Odisseo, dovendo passare necessariamente tra i due scogli, si trovò costretto a scegliere, preferì avvicinarsi a Scilla poiché Cariddi significava la distruzione sicura. Più tardi, dopo che i suoi uomini erani stati uccisi da Zeus per aver catturato gli armenti sacri di Elio, la nave di Odisseo venne attratta nel gorgo di Cariddi, il Vento dell'Ovest sciantò l'albero maestro e poi cadde una folgore in coperta. La nave si inabissò e tutti annegarono, fuorché Odisseo. Egli riuscì a legare l'albero alla chiglia servendosi della rizza di cuoio e montò a cavalcioni su quell'improvvisata zattera. Ma ecco levarsi il Vento del Sud e spingerlo verso i gorghi di Cariddi, e l'eroe sopravvisse soltanto perché riuscì ad aggrapparsi ai rami di un fico che sbucava dall'acqua. Quando la nave ricomparve, ore dopo, Odisseo si aggrappò a un albero riemerso ed ebbe salva la vita.
Mitologia greca
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