lunedì 15 gennaio 2024

Giulio Regeni

 


Tanto lo avevano scempiato nel corpo che la madre lo riconobbe dalla punta del naso.


Gli avevano inciso lettere sulla pelle, spento sigarette addosso, rotto sette costole, tutte le ossa delle mani e dei piedi. Massacrato e torturato per giorni con ogni mezzo a disposizione fino a renderlo irriconoscibile. Ammazzato come un animale al macello con un colpo sferrato al collo.


Lo dico anche quest'anno: a volte ci dimentichiamo cosa ha passato Giulio Regeni. È umano, succede quando passano anni da una tragedia. Ma è bene ricordarlo, vividamente e chiaramente. Perché ad oggi le bestie che devastarono un ragazzo nostro connazionale che poteva essere fratello e figlio di tanti di noi, non hanno pagato con neppure un giorno di carcere e ancora oggi latitano. Difesi strenuamente e con ogni mezzo da altri assassini, che li nascondono e rendono impossibile una giustizia per un ragazzo che oggi avrebbe compiuto trentasei anni. Giustizia per lui, per la famiglia e per tutto il nostro Paese, vergognosamente preso per il naso da chi sta nascondendo macellai senza onore, pavidi e codardi.


Alla famiglia un grande abbraccio.

Allo Stato la richiesta di sempre: verità e giustizia.

Leonardo Cecchi 

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