La torturarono e straziarono per dieci giorni di fila, riducendola ad uno stato quasi larvale. Le inflissero sevizie, umiliazioni e atrocità di ogni tipo per farla parlare, per farle dire i nomi dei compagni ed estorcerle informazioni sui partigiani.
Virginia Tonelli, partigiana, non parlò neppure l’ultimo giorno, quando aveva subito di tutto.
Orfana di padre, aveva iniziato a lavorare a soli undici anni per mantenere i fratelli più piccoli. Poi, quando crebbe, si avvicinò al PCI e iniziò la sua militanza. Nel 1943, aderì subito alla lotta partigiana. Organizzava manifestazioni di donne contro l’invasore, portava la stampa clandestina da una città all’altra, raccoglieva fondi e materiale per sostenere chi stava combattendo.
Fu arrestata a Trieste mentre trasportava della stampa.
Dieci giorni di torture e non le cavarono niente, neppure un nome. Fu solo il silenzio. Tale fu la rabbia dei tedeschi che l’undicesimo giorno la portarono alla Risiera di San Sabba, campo di concentramento, e per il solo gusto di farlo, di vendicarsi, la bruciarono viva in un forno.
Nasceva oggi, il 13 novembre, una grande donna, una grande combattente, una grande italiana. Una di quelle a cui, assieme a tante persone, dobbiamo la nostra Repubblica e la nostra democrazia.
A lei, anche quest'anno il ricordo di tutti.
Leonardo Cecchi
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