Storie dal Paese dove salario minimo, tutele e contratti più seri ai lavoratori non servono perché “basta solo aiutare gli imprenditori”.
Questo signore, che si chiama Sanjay Mensa, nel dicembre del 2022 è stato pugnalato alla schiena da un collega affetto da schizofrenia, nella fabbrica di Torino dove lavorava da quindici anni. Rimasto invalido a causa dell’aggressione, che ha lesionato il midollo spinale, qualche giorno fa è comunque potuto tornare a lavoro e ha ricevuto la lieta notizia: licenziato perché non sanno cosa fargli fare. Mentre invece l’aggressore è stato assunto.
Ha quattro figli di cui farsi carico.
Nell’Italia di venti o trenta anni fa, quando si raccoglievano ancora i frutti di decenni di lotte che avevano portato diritti sacrosanti, questo non sarebbe potuto accadere. Ma oggi siamo un Paese che si dirige a passo spedito verso la precarizzazione assoluta e lo spostamento del potere decisionale solo su alcune specifiche categorie.
I lavoratori dipendenti devono essere spremuti dal fisco, stare zitti e subire di buon grado.
Benvenuti primi dell’Ottocento.
Leonardo Cecchi
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