Così recitava la targa affissa alla porta dell’ufficio nell’istituto di Kharkov di uno dei maggiori fisici del Novecento. Landau si era trasferito a Kharkov (Charkiv) nel 1932 per dirigere la sezione teorica dell’Istituto di fisica tecnica dell’Ucraina; qui iniziò la sua attività da insegnante e, contemporaneamente, gettò le basi della sua scuola iniziando a lavorare su quello che venne ribattezzato come il “minimo teorico”. Questo programma, accuratissimo, comprendeva nozioni fondamentali per chiunque volesse dedicarsi alla ricerca professionale, indistintamente che si trattassero di fisici teorici o sperimentali e indipendentemente dalla futura specializzazione: lo considerava il bagaglio scientifico fondamentale di ogni fisico. Sempre a Kharkov nacque l’idea di scrivere dei manuali di fisica generale e un corso completo di fisica teorica per gli specialisti. Quest’ultimo culminerà con la pubblicazione del famoso “Corso di Fisica Teorica” che comprendeva dieci volumi di inesauribile bellezza.
Dal 1934 al 1961 soltanto 43 persone superarono questa estenuante prova.
Boris Ioffe fu uno di quelli: ci mise circa due anni per passare tutti gli esami del minimo teorico. Ha raccontato di come si svolgeva l’esame e come era lavorare con Landau.
“Uno studente chiamava Landau e diceva di voler sostenere l’esame per un certo corso (l’ordine degli esami per i corsi era più o meno arbitrario). Quando era giunta l’ora, si dovevano lasciare i libri, gli appunti e qualsiasi altra cosa nel corridoio. Poi Landau chiamava in una piccola stanza dove c’era un grande tavolo rotondo con diversi fogli bianchi, una sedia e nient’altro. Formulava il problema e se ne andava, ma ogni 15-20 minuti veniva a controllare per vedere cosa lo studente aveva fatto. Quando rimaneva in silenzio, era un buon segno. Ma a volte dice “Hmm”: quello era un cattivo presagio.
La cosa importante non era solo il contenuto del minimo teorico e la scelta dei problemi d’esame. Era importante il ruolo dell’esaminatore. Landau, probabilmente, durante l’esame era in grado di vedere chi era veramente talentuoso e chi no. Ora, dopo molti anni, guardando questa lista è possibile fare una netta distinzione tra coloro che hanno superato il minimo teorico con Landau e chi no.
Essere studente di Landau non era un titolo che donava privilegi, solo doveri, poiché chiunque poteva avere discussioni scientifiche con Landau e ricevere i suoi consigli. Solo pochi di coloro che hanno superato il minimo sono diventati suoi studenti di dottorato. Il diritto, e allo stesso tempo la responsabilità, di uno studente di Landau era quello della completa partecipazione ai seminari.
Dopo ogni seminario Landau prendeva l’ultimo numero di Physical Review e segnava gli articoli che il prossimo oratore avrebbe dovuto studiare per il successivo seminario. L’oratore non doveva solo riassumere l’articolo, cioè presentare l’idea di base e i risultati principali, ma anche capire chiaramente come questi risultati sono stati ottenuti, ricavare tutte le formule necessarie e persino le tecniche sperimentali usate e spiegarle al pubblico. Soprattutto, l’oratore doveva avere una propria opinione sulla correttezza di un determinato lavoro. Questo valeva per i lavori nei più diversi campi della fisica. Conosceva in profondità ogni argomento dato e poneva domande che richiedevano risposte immediate e precise: erano vietate frasi generiche come “l’autore sostiene che..”. Tra il pubblico c’erano sempre esperti del settore, che facevano domande e commenti. Fortunatamente questo succedeva solo due volte all’anno. Capitava però che Landau riteneva che l’oratore non avesse fatto un lavoro accettabile su un determinato articolo, allora lo interrompeva e gli chiedeva di passare a quello successivo. Quando questo accadeva due o tre volte nel corso dello stesso seminario, esclamava: “Non ti sei preparato. Il prossimo.”
Per Landau la creazione di una Scuola e i seminari aveva un unico scopo: mantenere elevato il livello scientifico. Ciò che era importante per lui non era la sua Scuola, non era avere un gran numero di studenti che lo veneravano come un maestro, ma far sì che i suoi studenti fossero sempre aggiornati e all’avanguardia nei diversi settori.”
Storie Scientifiche
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