giovedì 30 novembre 2023

LA GENIALE MOSSA DI CESARE CONTRO TITO LABIENO

 




Nelle terre selvagge e inospitali dell'Africa, dove la guerra civile imperversava senza pietà, si consumò uno degli episodi più memorabili della storia militare romana. 


Cesare, il comandante leggendario, si trovava in una situazione disperata, accerchiato dalla cavalleria del feroce Labieno, suo acerrimo nemico.


Le legioni di Cesare, conscie della loro situazione precaria, ricevettero l'ordine di schierarsi schiena contro schiena, pronte a combattere fino all'ultimo respiro. In quel momento, l'aria vibrava di tensione, con il sole africano che batteva implacabile sulle armature scintillanti dei soldati.


Labieno, cavalcando orgogliosamente in prima linea, senza elmo, incarnava l'immagine stessa del guerriero fiero e indomito. Con voce tonante, sfidava i soldati di Cesare, insultandoli e deridendoli, tentando di scuotere il loro morale. Ma la risposta di un veterano della decima legione fu pronta e fiera, un grido di sfida che risuonò come un tuono nel cielo africano.


Questo soldato, un guerriero temprato dalle innumerevoli battaglie, con un gesto audace si tolse l'elmo, rivelando il suo volto, e scagliò il suo giavellotto con precisione mortale, colpendo il cavallo di Labieno. Con voce ferma e orgogliosa, proclamò che quel colpo era l'opera di un legionario della decima.


Ma la situazione rimaneva critica. I soldati, in particolare i più giovani, erano pervasi dal terrore, i loro sguardi fissi su Cesare, l'unico punto di riferimento in quel caos di morte e paura. 


Cesare, con la sua proverbiale astuzia, ideò un piano audace. Estese le linee del suo esercito e ordinò a ciascuna coorte di ruotare alternativamente, così da presentare un fronte offensivo sia davanti sia dietro.


Quando la battaglia raggiunse il suo culmine, le ali destra e sinistra delle legioni di Cesare sfondarono il cerchio nemico, dividendo l'esercito di Labieno in due. La cavalleria di Cesare, muovendo dal centro, attaccò con furia, separando ulteriormente i nemici e infliggendo loro pesanti perdite.


Il campo di battaglia si trasformò in una scena di caos e disperazione per i nemici, mentre i soldati di Cesare, guidati dalla sua geniale tattica, riuscirono a respingere l'assalto e a ritirarsi ordinatamente nelle loro posizioni. 


Quel giorno, la determinazione e l'ingegno di Cesare scrissero un altro capitolo glorioso nella storia di Roma, un esempio eterno di coraggio e abilità militare.


Il racconto si basa su: Cesare, Bellum Africanum, 17,1-2

Scripta Manent 

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