Naia, la “ragazza madre” dei nativi americani, riscrive la storia
Lo scheletro, completo e ben conservato, è il più antico mai rinvenuto nel continente americano: fu trovato nel 2007 nella penisola dello Yucatan, ma solo nella giornata di ieri è stato finalmente reso noto al mondo grazie ad uno studio publicato sulla prestigiosa rivista Science, compiuto da un team di ricercatori guidati da James Chatters, della Società di paleoscienze applicate dello Stato di Washington,.
I resti della ragazza, una quindicenne, sono stati rinvenuti nella città di Tulum, all'interno di una grotta allagata sita a 40 metri sotto il livello del mare: questa si apriva al termine di un tunnel lungo 1200 metri. Qui, al fondo, vi era un vero e proprio tesoro per gli archeologi: vi trovavano spazio, infatti, resti fossili di 26 specie di mammiferi, tra cui anche quelli appartenenti a tigri dai denti a sciabola e, appunto, quelli della giovane: "È stato uno choc quando ho visto il cranio intatto, con i denti e le orbite nere degli occhi", ha detto Alberto Nava, uno degli speleologi subacquei che hanno compiuto la scoperta mentre esploravano la grande rete di fiumi sotterranei che scorre nello Stato messicano di Quintana Roo.
Secondo gli studiosi, Naia sarebbe caduta inavvertitamente nella grotta e avrebbe perso la vita sul colpo, esattamente come gli altri animali. Con il trascorrere dei millenni, sarebbe rimasta lì, protetta dalle acque, finché non è stata riscoperta e sui suoi resti non sono state compiute analisi, che hanno dimostrato come questi risalissero al tardo periodo paleoamericano. Esami compiuti sul cranio intatto e sul dna hanno successivamente rivelato che la ragazza era nient'altro che un'antenata dei nativi americani moderni, mentre la sua origine genetica era asiatica.
Quest'ultima rivelazione si configura come fondamentale: negli ultimi anni, infatti, sono state avanzate numerose teorie sulla comparsa dei nativi americani. Se per la maggior parte degli studiosi, questi giunsero dalla Siberia a più riprese, per altri vi arrivarono dall'Europa, sfruttando i passaggi naturali creatisi con l'era glaciale. Tale tesi, ora, è stata definitivamente smentita con l'arrivo di Naia: essa è infatti la prova come i primi uomini giunsero nel continente attraverso lo stretto di Bering, che univa Alaska e Siberia.
http://www.articolotre.com/2014/05/naia-la-ragazza-madre-dei-nativi-americani-riscrive-la-storia/
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