Il figlio è vittima dei bulli, mamma mette le foto su Facebook

Una mamma della provincia di Lecco ha postato su Facebook le foto del figlio, con tutti i suoi lividi. Perché fossero quelle foto a parlare della violenza subita.

-Redazione- Un intero anno scolastico trascorso a incassare calci e pugni daibulli. Una gamba rotta e svariati lividi a provare i maltrattamenti subiti. Un 14enne di Mandello del Lario (Lecco) ha trovato il coraggio di raccontare alla madre quanto accadeva a scuola, dopo l'ultimo episodio di cui è stato vittima: i suoi compagni lo hanno chiuso in una doccia e gli hanno gettato litri d'acqua addosso.

La donna, non solo ha chiesto all'istituto di prendere provvedimenti, minacciando di denunciare i colpevoli, ma ha anche postato su Facebook le foto che mostrano le vessazioni subite dal figlio.
"Ho pubblicato alcune foto di mio figlio – racconta – Ho fatto vedere i lividi e i soprusi senza mostrare il suo viso, adesso me ne pento ma in quel momento ero frustrata".

La scuola media, ha fatto sapere il preside, prenderà provvedimenti nei confronti dei colpevoli. 

La madre della vittima, in un primo momento ha segnalato l'accaduto ai carabinieri, poi il passo indietro, perché, dice: "Non ho sporto denuncia perché credo nella capacità educativa della scuola, perché so che l'istituto può intervenire senza che questi ragazzi se la vedano con la giustizia, ho parlato con le loro famiglie e ho trovato disponibilità". Poi continua "Non vogliamo rovinare la vita di nessuno ma solo proteggere nostro figlio. Se questa cosa si chiude con adeguati provvedimenti da parte della scuola non chiederemo l'intervento delle forze dell'ordine". 

"Non vogliamo trasformarci da vittime in carnefici, non vogliamo che i ragazzi finiscano davanti al Tribunale dei Minori. Ma vogliamo che le istituzioni scolastiche prendano provvedimenti affinché cose del genere non abbiano a ripetersi", conclude la mamma dello studente.

Il preside della scuola ha pensato anche ad un intervento educativo"abbiamo deciso di parlare con gli studenti e i loro genitori, non vogliamo solo essere punitivi ma anche ragionare affinché questi episodi non si ripetano". L'incubo sembra essere terminato.

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