Beni culturali: nessuna tassa su smartphone e tablet. Renziani: bene la smentita del ministro
Confindustria: non esiste nessuna tassa sui telefonini
Sulla vicenda è scesa in campo anche Confindustria Cultura Italia che ha sottolineato come sia «priva di fondamento l'ipotesi per la quale l'industria culturale, gli editori e gli autori di questo Paese» abbia «chiesto al Governo una nuova tassa sui dispositivi di nuova generazione (smartphone, tablet ecc). Le cifre che circolano sui mezzi di informazione non corrispondono al vero e servono soltanto a creare disinformazione e inutili polemiche tra gli operatori». Confindustria Cultura Italia ha sottolineato che «l'adeguamento dei compensi per le riproduzioni personali a scopo privato di opere digitali è un atto dovuto dalla legge ed è finalizzato a sostenere la cultura di questo Paese e i lavoratori del settore. Come succede ovunque in Europa». E non è « in discussione l'innovazione tecnologica a cui l'industria dà linfa e sostegno, mettendo a disposizione le proprie opere a beneficio dei consumatori e del mercato. Qui si tratta di allineare i compensi al mutato contesto degli utilizzi e dell'evoluzione dei dispositivi di comunicazione elettronica, in linea con i principali modelli Europei che sono di dimensioni ben maggiori».
Sulla vicenda è scesa in campo anche Confindustria Cultura Italia che ha sottolineato come sia «priva di fondamento l'ipotesi per la quale l'industria culturale, gli editori e gli autori di questo Paese» abbia «chiesto al Governo una nuova tassa sui dispositivi di nuova generazione (smartphone, tablet ecc). Le cifre che circolano sui mezzi di informazione non corrispondono al vero e servono soltanto a creare disinformazione e inutili polemiche tra gli operatori». Confindustria Cultura Italia ha sottolineato che «l'adeguamento dei compensi per le riproduzioni personali a scopo privato di opere digitali è un atto dovuto dalla legge ed è finalizzato a sostenere la cultura di questo Paese e i lavoratori del settore. Come succede ovunque in Europa». E non è « in discussione l'innovazione tecnologica a cui l'industria dà linfa e sostegno, mettendo a disposizione le proprie opere a beneficio dei consumatori e del mercato. Qui si tratta di allineare i compensi al mutato contesto degli utilizzi e dell'evoluzione dei dispositivi di comunicazione elettronica, in linea con i principali modelli Europei che sono di dimensioni ben maggiori».
I possibili aumenti dei compensi per copia privata anticipati dal Sole 24 Ore
Il ministro della Cultura MassimoBray, come anticipato dal Sole 24 Ore, aveva dato il via a una consultazione, dando tempo fino al 31 gennaio alle parti per fornire le loro osservazioni, riservandosi di decidere sul possibile aumento del compenso per la copia privata. Un aumento auspicato dalla Siae, sottolineava il Sole 24 Ore del 21 dicembre 2013, ma malvisto dall'industria dell'Ict.
Il ministro della Cultura MassimoBray, come anticipato dal Sole 24 Ore, aveva dato il via a una consultazione, dando tempo fino al 31 gennaio alle parti per fornire le loro osservazioni, riservandosi di decidere sul possibile aumento del compenso per la copia privata. Un aumento auspicato dalla Siae, sottolineava il Sole 24 Ore del 21 dicembre 2013, ma malvisto dall'industria dell'Ict.
Proposta Siae osteggiata dall'industria digitale
Ma da dove arrivano questi numeri sugli aumenti che viaggiano in rete a velocità supersonica? Si tratta della proposta Siae, approvata dal Comitato consultivo permanente del diritto d'autore e osteggiata dall'industria digitale che a dicembre aveva organizzato una conferenza stampa ad hoc per denunciare i possibili aumenti finora a carico dell'industria. La proposta Siae prevede i seguenti aumenti dei compensi per copia privata che attualmente sono internalizzati nell'industria. Smartphone da 0,9 a 5,2 euro; Tablet da 1,9 a 5,2 euro; Smart tv (nuovo inserimento) a 5 euro: computer con masterizzatore da 2,4 a 6 euro; computer senza masterizzatore da 1,9 a 6 euro; memorie trasferibili da 0,5 a 0,9 per Gigabyte; Hd-Dvd da 0,25 per Gigabyte alla soppressione; Dvd da 0,41 a 0,21 euro per Gigabyte; Blu Ray da 0,41 a 0,20 per 25 gigabyte. Cifre che avrebbero garantito circa 128 milioni di aggravio del prelievo (attualmente il gettito per copia privata è di circa 72 milioni di euro). Confindustria digitale proponeva, invece, la sospensione per un massimo di 12 mesi del procedimento di revisione del decreto Bondi del 2009, l'attivazione di un tavolo tecnico e il riesame della materia. Il tema del contendere è il contributo che produttori e importatori di dispositivi elettronici (Pc, chiavette Usb, Mp3, tablet, smartphone, cellulari, Blu Ray cd, dvd e, novità, anche smartv connessi al web) sono tenuti a versare come indennizzo verso i titolari dei diritti di sfruttamento delle opere (musicali e video). Soldi raccolti dalla Siae tenuta poi alla redistribuzione.
Ma da dove arrivano questi numeri sugli aumenti che viaggiano in rete a velocità supersonica? Si tratta della proposta Siae, approvata dal Comitato consultivo permanente del diritto d'autore e osteggiata dall'industria digitale che a dicembre aveva organizzato una conferenza stampa ad hoc per denunciare i possibili aumenti finora a carico dell'industria. La proposta Siae prevede i seguenti aumenti dei compensi per copia privata che attualmente sono internalizzati nell'industria. Smartphone da 0,9 a 5,2 euro; Tablet da 1,9 a 5,2 euro; Smart tv (nuovo inserimento) a 5 euro: computer con masterizzatore da 2,4 a 6 euro; computer senza masterizzatore da 1,9 a 6 euro; memorie trasferibili da 0,5 a 0,9 per Gigabyte; Hd-Dvd da 0,25 per Gigabyte alla soppressione; Dvd da 0,41 a 0,21 euro per Gigabyte; Blu Ray da 0,41 a 0,20 per 25 gigabyte. Cifre che avrebbero garantito circa 128 milioni di aggravio del prelievo (attualmente il gettito per copia privata è di circa 72 milioni di euro). Confindustria digitale proponeva, invece, la sospensione per un massimo di 12 mesi del procedimento di revisione del decreto Bondi del 2009, l'attivazione di un tavolo tecnico e il riesame della materia. Il tema del contendere è il contributo che produttori e importatori di dispositivi elettronici (Pc, chiavette Usb, Mp3, tablet, smartphone, cellulari, Blu Ray cd, dvd e, novità, anche smartv connessi al web) sono tenuti a versare come indennizzo verso i titolari dei diritti di sfruttamento delle opere (musicali e video). Soldi raccolti dalla Siae tenuta poi alla redistribuzione.
La protesta dei renziani, rientrata dopo le dichiarazioni di Bray
L'ipotesi di una tassa sull'Hi-tech, telefonini compresi, non è piaciuta ai renziani. I senatori Andrea Marcucci e Isabella De Monte, entrambi Pd e vicini a Matteo Renzi, hanno polemizzato con la possibile nuova tassa: «L'Italia ha bisogno di più digitale a prezzi accessibili - dice Marcucci - di più ricerca orientata all'innovazione, non dell'aumento ingiustificato di balzelli a fondo perduto. Il ministro Bray resista, e non firmi il decreto». «Bene il ministro Bray - ha poi dichiarato Marcucci - nessun aumento automatico della super tassa sugli smartphone. L'Italia deve diminuire il 'digital divide' e trovare una soluzione che non gravi sui consumatori».
L'ipotesi di una tassa sull'Hi-tech, telefonini compresi, non è piaciuta ai renziani. I senatori Andrea Marcucci e Isabella De Monte, entrambi Pd e vicini a Matteo Renzi, hanno polemizzato con la possibile nuova tassa: «L'Italia ha bisogno di più digitale a prezzi accessibili - dice Marcucci - di più ricerca orientata all'innovazione, non dell'aumento ingiustificato di balzelli a fondo perduto. Il ministro Bray resista, e non firmi il decreto». «Bene il ministro Bray - ha poi dichiarato Marcucci - nessun aumento automatico della super tassa sugli smartphone. L'Italia deve diminuire il 'digital divide' e trovare una soluzione che non gravi sui consumatori».
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-04/beni-culturali-nessuna-tassa-smartphone-e-tablet-renziani-contro-governo-180055.shtml?rlabs=6
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