LIBRI
Il metodo Birattari per salvare l'italiano.
di Anna Madron
La grammatica è un gioco da ragazzi. Parola di Massimo Birattari, redattore, traduttore, consulente editoriale, ma soprattutto grande appassionato di scrittura (ha curato per il Corriere della Sera un corso in 24 volumi, Io scrivo), convinto che sia più facile scrivere bene che scrivere male, come recita anche il titolo di uno dei suoi libri più curiosi sull'uso della lingua italiana.
E come alla fine dimostra anche la sua ultima opera, pensata per gli alunni di elementari e medie, La grammatica ti salverà la vita, edizioni Feltrinelli Kids, manuale di sopravvivenza nel senso letterale del termine, visto che sbagliare un congiuntivo può costare la vita così come scambiare un soggetto per un complemento oggetto o appioppare incautamente a un verbo intransitivo la forma passiva.
UN MANUALE IN FORMA DI GIALLO. Succede a Villa Torcibudella, dove una classe di quinta elementare trascorre una settimana da brivido, ospite di un misterioso imprenditore interessato più a verbi, coniugazioni, complementi che al digestivo che produce al punto da organizzare per i suoi piccoli ospiti sette giorni di staffetta grammaticale che si riveleranno un incubo e insieme una gara mozzafiato, visto che a ogni errore commesso l'attacco di vampiri, fantasmi, lupi mannari e licantropi è assicurato.
Il racconto strizza l'occhio a Frankenstein e a Twilight e a tutte le creature delle tenebre immaginabili (e care ai teenagers) per difendersi dalle quali occorre saper usare la punteggiatura, non confondere un pronome con un aggettivo, destreggiarsi con la sintassi.
Missione possibile? «Credo di sì perchè i concetti si fissano più facilmente se l'apprendimento è anche divertente. Per questo ho pensato di dare al libro la veste del giallo, tenendo alta la suspence fino all'ultimo capitolo riservato al colpo di scena finale», risposte Birattari che in giro per le scuole elementari d'Italia ha incontrato più di 1.200 bambini ai quali ha parlato della grammatica come di un gioco che ha precise regole da rispettare, argomento affrontato anche nel libro precedente, Benvenuti a Grammaland, edito sempre da Feltrinelli.
«Qui però», ha spiegato, «l'obiettivo è più ambizioso, parlare non solo di grammatica, ma anche di sintassi per far capire alcuni concetti fondamentali, per riuscire a parlare e scrivere bene, nella consapevolezza che quello che si impara da piccoli non si scorda più».
SMS E MAIL STRAVOLGONO LA LINGUA. Nell'era degli sms, delle mail, dei neologismi inventati dagli adolescenti a loro (quasi) esclusivo uso e consumo, ma anche dell'ignoranza ostentata del mondo adulto, Birattari, laureato in Storia alla Normale di Pisa, lancia un appello per salvare la lingua italiana dalla sciatteria imperante. «Non sono un grammatico», precisa, «ma lo sono di fatto diventato lavorando con le case editrici e quindi con i libri degli altri. E ho imparato che la consapevolezza di ciò che non si sa è fondamentale e che il problema non è tanto l'errore ma il fatto di non rendersi conto di sbagliare». Insomma sbagliare è umano, perseverare e non dubitare di se stessi un po' meno, monito rivolto a tutti gli studenti italiani ai quali Birattari raccomanda chiarezza, semplicità, niente complicazioni sintattiche o lessico ridondante, quest'ultime fatiche inutili che non pagano e appesantiscono la scrittura come zavorre.
Ma l'ultimo Sos riguarda proprio la grammatica. «Impararla fa la differenza», conclude Birattari, «von Karajan diceva che è possibile non conoscere perfettamente un brano, ma se c'è la tecnica ci si può concentrare meglio sulla resa della musica».
E come alla fine dimostra anche la sua ultima opera, pensata per gli alunni di elementari e medie, La grammatica ti salverà la vita, edizioni Feltrinelli Kids, manuale di sopravvivenza nel senso letterale del termine, visto che sbagliare un congiuntivo può costare la vita così come scambiare un soggetto per un complemento oggetto o appioppare incautamente a un verbo intransitivo la forma passiva.
UN MANUALE IN FORMA DI GIALLO. Succede a Villa Torcibudella, dove una classe di quinta elementare trascorre una settimana da brivido, ospite di un misterioso imprenditore interessato più a verbi, coniugazioni, complementi che al digestivo che produce al punto da organizzare per i suoi piccoli ospiti sette giorni di staffetta grammaticale che si riveleranno un incubo e insieme una gara mozzafiato, visto che a ogni errore commesso l'attacco di vampiri, fantasmi, lupi mannari e licantropi è assicurato.
Il racconto strizza l'occhio a Frankenstein e a Twilight e a tutte le creature delle tenebre immaginabili (e care ai teenagers) per difendersi dalle quali occorre saper usare la punteggiatura, non confondere un pronome con un aggettivo, destreggiarsi con la sintassi.
Missione possibile? «Credo di sì perchè i concetti si fissano più facilmente se l'apprendimento è anche divertente. Per questo ho pensato di dare al libro la veste del giallo, tenendo alta la suspence fino all'ultimo capitolo riservato al colpo di scena finale», risposte Birattari che in giro per le scuole elementari d'Italia ha incontrato più di 1.200 bambini ai quali ha parlato della grammatica come di un gioco che ha precise regole da rispettare, argomento affrontato anche nel libro precedente, Benvenuti a Grammaland, edito sempre da Feltrinelli.
«Qui però», ha spiegato, «l'obiettivo è più ambizioso, parlare non solo di grammatica, ma anche di sintassi per far capire alcuni concetti fondamentali, per riuscire a parlare e scrivere bene, nella consapevolezza che quello che si impara da piccoli non si scorda più».
SMS E MAIL STRAVOLGONO LA LINGUA. Nell'era degli sms, delle mail, dei neologismi inventati dagli adolescenti a loro (quasi) esclusivo uso e consumo, ma anche dell'ignoranza ostentata del mondo adulto, Birattari, laureato in Storia alla Normale di Pisa, lancia un appello per salvare la lingua italiana dalla sciatteria imperante. «Non sono un grammatico», precisa, «ma lo sono di fatto diventato lavorando con le case editrici e quindi con i libri degli altri. E ho imparato che la consapevolezza di ciò che non si sa è fondamentale e che il problema non è tanto l'errore ma il fatto di non rendersi conto di sbagliare». Insomma sbagliare è umano, perseverare e non dubitare di se stessi un po' meno, monito rivolto a tutti gli studenti italiani ai quali Birattari raccomanda chiarezza, semplicità, niente complicazioni sintattiche o lessico ridondante, quest'ultime fatiche inutili che non pagano e appesantiscono la scrittura come zavorre.
Ma l'ultimo Sos riguarda proprio la grammatica. «Impararla fa la differenza», conclude Birattari, «von Karajan diceva che è possibile non conoscere perfettamente un brano, ma se c'è la tecnica ci si può concentrare meglio sulla resa della musica».
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