Daniele Piampaschet: anticipò il delitto della sua amata in un libro, ma per i giudici è innocente

Ora, a distanza di più di due anni, però, l'uomo è stato dichiarato innocente. "Nessuno degli indizi raccolti dall'accusa dimostra che ad uccidere Anthonia sia stato lui", scrivono infatti i giudici della Corte d'Assise di Torino nelle motivazioni della sentenza che, lo scorso aprile, lo ha prosciolto dalle accuse di omicidio.
Secondo i giudici, d'altra parte, i romanzi di Piampaschet, pur essendo “fortemente suggestivi della sua colpevolezza”, “sono e restano la manifestazione dell’estro letterario del loro autore“. Soprattutto in quanto, sottolineano, sarebbe stato quantomeno anomalo li avesse conservati pur da indagato, se si fossero trattati di una sorta di "confessione". Il loro ritrovamento, poi, avrebbe "condizionato le indagini condotte e protratte ab initio in un’unica direzione, a senso unico”, quando “sarebbe stato opportuno indagare nell’ambiente stesso della prostituzione, indagare le maman, gli uomini che ruotano intorno a esse."
I giudici hanno poi ribaltato anche la prova delle tracce ematiche rinvenute sull'auto di Piampaschet: "Ben difficilmente sono riferibili all’accoltellamento della vittima”, scrivono nelle motivazioni. "Non si esclude", infatti, "che si tratti di sangue mestruale rilasciato dalla vittima durante un rapporto sessuale con l’imputato”. Il quale, tra l'altro, il giorno dell'omicidio, "si recò a Torino non con la Punto, che era in riparazione, ma con la 500, che non riporta tracce ematiche”.
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