sabato 31 maggio 2014

Quale Europa per i prossimi cinque anni?

Quale Europa per i prossimi cinque anni?-Giovanni Elia- In Europa le elezioni hanno portato un fortescetticismo verso un'Europa unita, con i cittadini francesi e britannici, con i rispettivi partiti euro scettici vincenti nelle proprie nazioni, con il Fronte National al 26%, e Ukip del leader Farange oltre il 31%.
Gli unici Paesi europei che hanno tenuto, con gli euro scettici in minoranza sono stati l’Italia a la Germania, con il Pd al 40,8%, con 31 seggi e la Cdu al 35,3%, con 34 seggi, dove il risultato delle urne non ha dato una chiara maggioranza al parlamento europeo, con il gruppo dei popolari europei con 213 seggi, e i socialisti con 190 seggi.
Dalle prime indiscrezioni non si partirebbe con i migliori auspici, con il presidente candidato dei popolari Junker, che non godrebbe dell’unanimità del suo gruppo, e dove si potrebbe profilare una grande coalizione con i socialisti.
L’Europa potrà definirsi una grande comunità, nel momento in cui risolverà i problemi dei cittadini, con la lotta alla disoccupazione, ancora troppo alta, e un aumento del Pil, ancora troppo basso in confronto alle altre nazioni.
Nei prossimi mesi si dovranno dare delle risposte ai cittadini, in modo tale che gli euro scettici non aumentino i loro voti nelle rispettive nazioni, dove la crisi del 2007 non è ancora stata superata nell’eurozona, specialmente nei Paesi del mediterraneo, mentre negli Stati Uniti è stata assorbita già da qualche anno.
In futuro vedremo se i parlamentari europei saranno in grado di offrire soluzioni sul fronte della disoccupazione, con dei pacchetti e incentivi per crearla nel settore privato e nella ricerca, con una priorità ai giovani da 18 a 25 anni.
Una forte risposta si avrà con un eventuale discesa tasso di disoccupazione da qui a un anno sotto l’11%, associato anche un aumento del Pil di oltre l’1%, e una revisione del fiscal compact per dare slancio all’economia.
Un aiuto deve essere anche dato anche dalla Bce in materia di tassi d’interesse, e di lotta alla deflazione, che fa più paura di una inflazione troppo alta, con la deflazione che è sintomo di bassi consumi, e di bassa fiducia dei cittadini europei, specie italiani.
La Bce dovrebbe anche intervenire sul tasso di cambio euro dollaro ancora troppo alto, dove una quotazione intorno a 1,20 aiuterebbe i paesi a bassa crescita, che hanno anche con una bilancia commerciale negativa, a dare uno slancio ai consumi e all’occupazione.

http://www.articolotre.com/2014/05/quale-europa-per-i-prossimi-cinque-anni/

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