mercoledì 21 maggio 2014

Alessandra Camassa: “Paolo Borsellino in lacrime mi confidò, un amico mi ha tradito”

paolo borsellino-RedazioneBorsellino  disse " un amico mi ha tradito". 
Ma il giudice ha riferito, tra le tante cose, che il maresciallo dei carabinieri di cui Borsellino più si fidava a Marsala – e al quale delegava tutte le indagini – le  aveva confidato  che "Borsellino si fidava troppo di quelli del Ros, ma lì dentro c'è gente pericolosa" e che lei, sapendo del legame di fiducia reciproca tra il maresciallo e il procuratore, interpretò, almeno inizialmente, quelle parole come una sorta di gelosia per l'avvicinamento investigativo di Borsellino ai carabinieri del Ros di Palermo.
A testimoniare avanti la Corte di Caltanissetta è Alessandra Camassa, ex collega di Paolo Borsellino. 
Ha inoltre parlato di Domenico Signorino, il pm del maxiprocesso suicidatosi a seguito delle dichiarazioni di Mutolo che lo accusavano di essere vicino a Cosa Nostra, perché si trovò, insieme al collega Russo, in gravi difficoltà quando seppero che era stato designato procuratore capo vicario di Marsala al posto di Borsellino dato che di lì a giorni avrebbero mandato un avviso di comparizione a Signorino come teste per il processo sulla mafia partannese: doveva spiegare perché tra le carte sequestrate a uno degli imputati si trovavano vari riferimenti alla sua persona con tanto di numero di telefono.
Alla domanda del pm che le chiedeva se potesse essere lui l'amico che lo aveva tradito la Camassa ha risposto che non pensa ma nemmeno si sente di escluderlo. 
E di Sinesio? "Io Sinesio pensavo fosse un poliziotto, solo dopo la morte di Paolo scoprì che era un uomo del Sisde. Era un esperto di appalti e una volta chiese a Borsellino se poteva raccomandarlo per un trasferimento a Catania, Borsellino ne discusse con Contrada e Parisi in un vertice ma lui fu trasferito solo dopo la morte di Paolo. (…) Sinesio raggiunse me e mio marito in un ristorante di Pizzolungo, io ero agitata perché erano uscite le prime cose su Signorino e in un momento di disperazione dissi a Sinesio che Borsellino aveva ascoltato Mutolo che gli aveva parlato di Signorino e Contrada. Queste cose me le disse Antonio ( Ingroia ndr). Tanti anni dopo Ingroia mi chiamò e mi disse che il canale attraverso il quale Contrada venne a sapere di Mutolo ero stata io. Mi chiese conferma e io confermai"
Si è parlato anche di Rino Germanà, il funzionario di polizia scampato a un imboscata dei corleonesi guidati da Bagarella: " Borsellino si fidava ciecamente di Germanà, ne apprezzava l'intuito investigativo e lo promosse alla criminalpol che era il luogo ideale per un poliziotto come Rino, che conosce bene il territorio. Restammo colpiti di come Germanà anticipò con il solo intuito quello che ci dissero in seguito molti pentiti. Quando lo trasferirono a Mazzara del Vallo restammo basiti: intanto perché passare dalla Criminalpol a un normale commissariato equivale a una sorta di retrocessione e poi perché mandarlo a Mazara significava darlo in pasto ai lupi" – " il trasferimento avvenne dopo che indagò su Mannino?" – " Si esattamente". 
E poi su Calcara: " io con Calcara non ebbi un bel rapporto perché una volta dovetti interrompere l'interrogatorio perché cercava di guardare i nomi dei personaggi che doveva riconoscere in foto

http://www.articolotre.com/2014/05/alessandra-camassa-paolo-borsellino-in-lacrime-mi-confido-un-amico-mi-ha-tradito/

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