Cocktail di anticorpi abbattono virus Hiv in animali
Funzionano meglio delle classiche terapie antiretrovirali
Aids: verso 15 mln persone trattate
Vari cocktail di potenti anticorpi anti-Hiv sono riusciti a neutralizzare il virus in scimmie, risultando efficaci nel giro di pochi giorni e capaci di abbassare la cosiddetta ''carica virale'' (concentrazione di virus nel sangue) in maniera notevole, meglio che i classici farmaci antiretrovirali. La loro azione, inoltre, perdura per settimane.
Resi noti sulla rivista Nature, sono i risultati di due studi condotti presso il Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) di Boston da Dan Barouch e presso il National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Bethesda da Malcolm Martin.
Gli anticorpi testati erano stati isolati in precedenti studi da pazienti (vi sono alcuni pazienti più fortunati che producono questi anticorpi neutralizzanti) e rappresentano oggi una delle più promettenti linee di ricerca nella lotta all'Aids. Poiché hanno un'azione ad ampio spettro sul virus (lo colpiscono nei suoi 'punti deboli'), potrebbero aprire la strada ad una nuova rivoluzionaria cura da affiancare alle classiche terapie antiretrovirali o da somministrare indipendentemente per ottenere un controllo migliore e più duraturo sul virus.
Rispetto agli antiretrovirali oggi in uso, gli anticorpi (nei test su scimmie) sono risultati capaci non solo di abbassare la carica virale, uccidendo direttamente il virus libero circolante, ma anche di uccidere le cellule infettate e quindi impedire che altro virus entri in circolo.
(ANSA)
Vari cocktail di potenti anticorpi anti-Hiv sono riusciti a neutralizzare il virus in scimmie, risultando efficaci nel giro di pochi giorni e capaci di abbassare la cosiddetta ''carica virale'' (concentrazione di virus nel sangue) in maniera notevole, meglio che i classici farmaci antiretrovirali. La loro azione, inoltre, perdura per settimane.
Resi noti sulla rivista Nature, sono i risultati di due studi condotti presso il Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) di Boston da Dan Barouch e presso il National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Bethesda da Malcolm Martin.
Gli anticorpi testati erano stati isolati in precedenti studi da pazienti (vi sono alcuni pazienti più fortunati che producono questi anticorpi neutralizzanti) e rappresentano oggi una delle più promettenti linee di ricerca nella lotta all'Aids. Poiché hanno un'azione ad ampio spettro sul virus (lo colpiscono nei suoi 'punti deboli'), potrebbero aprire la strada ad una nuova rivoluzionaria cura da affiancare alle classiche terapie antiretrovirali o da somministrare indipendentemente per ottenere un controllo migliore e più duraturo sul virus.
Rispetto agli antiretrovirali oggi in uso, gli anticorpi (nei test su scimmie) sono risultati capaci non solo di abbassare la carica virale, uccidendo direttamente il virus libero circolante, ma anche di uccidere le cellule infettate e quindi impedire che altro virus entri in circolo.
(ANSA)
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