sabato 8 giugno 2013

villa san martino ad arcore brianza + berlusconi e ex moglie



Villa San Martino (Arcore)


 Disambiguazione – Se stai cercando altre ville omonime, vedi Villa Casati Stampa (disambigua).
Coordinate: 45°37′35″N 9°19′01″E / 45.626458°N 9.316966°E / 45.626458; 9.316966 (Mappa)
Villa San Martino è l'attuale residenza di Silvio Berlusconi. La dimora si trova ad Arcore, comune brianzolo della provincia di Monza e Brianza, in Viale San Martino. Il viale e l'ampio edificio prendono il nome di San Martino dall'omonima località arcorese ove si situano.



La storia della dimora


Villa San Martino
Con Villa Borromeo d'Adda, attualmente sede comunale, e Villa La Cazzola, residenza privata, fa parte del gruppo di ville sorte nel comune di Arcore a partire dal XVI secolo lungo il Lambro, che si presentano oggi come residenze di villeggiatura e rappresentanza, seguendo l'arcaica destinazione delle "ville di delizia"[1], ma che erano nate come residenze padronali, da dove venivano gestite grandi aziende agricole, o semplici casini per la caccia.
Un tempo monastero benedettino, a metà del '700 fu acquisito con le sue terre dai conti Giulini, che lo ristrutturarono in forme neoclassiche.
L'edificio fu disposto o forse mantenuto dai Giulini nella tipica struttura a U aperta verso il paese. Durante queste opere di trasformazione fu impostato anche il grande viale d'accesso lungo un asse prospettico che, partendo dalla piazza antistante villa Borromeo, si spinge verso Ovest oltrepassando a cannocchiale l'edificio, nella sequenza corte d'onore, arco centrale del portico e apertura corrispondente nel salone; quindi attraversa il giardino e, infine, fiancheggiato da un lungo filare di alti pioppi, si prolunga fino al Lambro, distante qualche chilometro.
L'architettura offre un impianto scenografico imponente, capace di far colloquiare l'edificio, il parco secolare, il verde agricolo circostante. L'asse prospettico all'ingresso, sebbene ora in parte interrotto, visivamente, da una macchia verde di alberi e arbusti e dal muro di cinta, è rimasto sostanzialmente integro nel corso del tempo. Dopo le trasformazioni compiute dai Giulini, la villa passò ai Casati nella prima metà dell'Ottocento a seguito del matrimonio di Anna Giulini Della Porta (1818-1883) con Camillo Casati (1805-1869) e, alla fine di quello stesso secolo, pervenne quindi al ramo dei Casati Stampa di Soncino. Il conte Alessandro Casati (1881-1955), che vi abitò sino alla propria morte, ne ingrandì la biblioteca e vi ospitò a più riprese l'amico Benedetto Croce.
Alla morte del conte Alessandro Casati l'immobile passò a suo nipote, ovverosia il suo parente più prossimo, marchese Camillo Casati Stampa di Soncino (1927-1970). Questi risiedette saltuariamente nella villa. Suicidatosi il 30 agosto 1970[2][3] dopo avere assassinato la moglie Anna Fallarino e il di lei amante Massimo Minorenti (Delitto di via Puccini), la proprietà passò ad Anna Maria Casati Stampa di Soncino, nata a Roma il 22 maggio 1951[4], ossia alla figlia di primo letto (avuta con Letizia Izzo) del marchese. La giovane, all'epoca dei fatti delittuosi diciannovenne (e quindi secondo la legge di allora minorenne), venne affidata ad un tutore, nella persona di Giorgio Bergamasco. Pro-tutore venne nominato Cesare Previti.
Il 26 luglio 1972 Bergamasco venne nominato Ministro dei rapporti con il Parlamento nel secondo governo Andreotti[5]; nel frattempo la Casati Stampa si era già emancipata dalla potestà giuridica tutoriale con il raggiungimento della maggiore età al compimento del ventunesimo anno avvenuto il 22 maggio 1972. Successivamente Anna Maria Casati Stampa, frattanto sposatasi con il conte Pierdonato Donà dalle Rose, si trasferì con il marito in Brasile e come suo legale in Italia venne da lei scelto il suo ex pro-tutore Cesare Previti. Poiché pressata da esigenze economiche e avendo ricevuto in eredità non solo i beni di famiglia ma anche i grandi sospesi del padre con il fisco, Anna Maria Casati Stampa di Soncino in Donà dalle Rose decise nel 1973 di porre in vendita la villa e di avvalersi del suo avvocato come mediatore. L'acquirente venne trovato in Silvio Berlusconi, il quale comperò la tenuta nel 1974 per una somma di 500 milioni di lire dilazionati nel tempo laddove il valore effettivo[6] del solo immobile di 3500 m² era di oltre 1 miliardo e 700 milioni dell'epoca come era risultante dalle stesse stime legate all'eredità. All'interno della villa era conservata un'importante pinacoteca di opere del XV e XVI secolo, una biblioteca di oltre 3000 volumi antichi, oltre ad un immenso parco con scuderie e piscine. Alla fine del 1974 Berlusconi si insediò ad Arcore.
Silvio Berlusconi, che è il più recente proprietario della dimora, ha fatto eseguire un restauro di tipo conservativo della porzione più antica dell'edificio e un ripristino di alcune parti alterate da precedenti interventi o che apparivano ormai fatiscenti. Grazie a questi lavori sono anche stati liberati, sistemati e resi disponibili splendidi locali sotterranei. L'attuale proprietario ha collocato nel parco della tenuta un mausoleo personale (opera di Pietro Cascella) con loculi per i prossimi, un monumento in travertino da 100 tonnellate e un grande sarcofago in marmo rosa.[7] All'interno della villa sono rimasti quadri e medaglioni raffiguranti personaggi della famiglia Giulini (quali lo storiografo Giorgio Giulini) e della famiglia Casati.
Il passaggio a Silvio Berlusconi[modifica]
La Casati Stampa di Soncino vendette la proprietà nel 1974 con la mediazione del suo legale, l'avvocato Cesare Previti, già amante della sorella di Anna Fallarino[8], all'allora imprenditore edile Silvio Berlusconi, amico di Previti e proprietario della Fininvest, complessa struttura societaria alla cui realizzazione si era dedicato tra gli altri il padre di Cesare, Umberto Previti[9]. La villa, completa di pinacoteca, biblioteca di diecimila volumi - per curare i quali venne assunto come bibliotecario Marcello Dell'Utri - arredi e parco con scuderia in cui fu assunto come stalliere il mafioso Vittorio Mangano, e che era all'epoca valutata per il solo bene immobile circa 1 miliardo e 300 milioni di lire[10] fu ceduta in cambio della cifra, molto inferiore alla valutazione, di 500 milioni di lire[11] in titoli azionari (di società all'epoca non quotate in borsa), pagamento che fu inoltre dilazionato nel tempo.[12][13] L'ereditiera non riuscì a monetizzare questi titoli azionari, se non con un accordo con gli stessi Previti e Berlusconi, che riacquistarono tali titoli per 250 milioni.[10] All'inizio degli anni ottanta la proprietà fu valutata garanzia sufficiente ad erogare un prestito di 7,3 miliardi di lire.[10]
Note[modifica]
^ Rossana Bossaglia, L'arte dal manierismo al primo Novecento - Storia di Monza e della Brianza, Il Profilo editore, Milano, 1971
^ 40 anni dopo sugli schermi il delitto Casati. Gli intrighi della marchese Fallarino e dei suoi amanti - Casati, Roma, Parioli, 1970, scandalo, sesso, trasgressione, delitto, a...
^ Nel salone del triangolo a luci rosse - LASTAMPA.it
^ Marco Travaglio ed Elio Veltri, L'odore dei soldi (vd. http://www.autistici.org/sitosovversivo/uncensored/notes/travaglio_veltri%20-%20l'odore%20dei%20soldi%20(origini%20e%20misteri%20delle%20fortune%20di%20silvio%20berlusconi).pdf )
^ Elenco_dei_Ministri_per_i_Rapporti_col_Parlamento - TerritorioScuola Enhanced Wiki Italiano
^ I lati oscuri dell'acquisto di villa San Martino
^ Berlusconi: Man of many parts, in «BBC News»,  consultato in data 17/5/2008.
^ http://lerane.wordpress.com/2011/01/30/la-villa-di-arcore-berlusconi-lha-rubata/
^ http://lerane.wordpress.com/2011/01/30/la-villa-di-arcore-berlusconi-lha-rubata/
^ a b c Giovanni Ruggeri, "Berlusconi. Gli affari del Presidente", Kaos, Milano 1994, pp. 79-90
^ Chi è Cesare Previti, in «Corriere della Sera»,  consultato in data 21/5/2008.
^ A proposito di case: e questa?. L'espresso.it,
^ La villa della marchesina sedotta e bidonata. L'Unità.it,  consultato in data 25-08-2010.
Bibliografia
Michele Mauri, D. F. Ronzoni. Ville della Brianza. Ediz. italiana e inglese vol. 2. Missaglia, Bellavite, 2004. ISBN 88-7511-031-X.
Per la rilevanza pubblica del suo protagonista, la vicenda della compravendita fra la famiglia Casati e Silvio Berlusconi fu oggetto di grande attenzione da parte della stampa, ed è ampiamente descritta, ad esempio, in:
Autori Vari, La Grande Truffa, Previti, Berlusconi e l'eredità Casati Stampa. Milano, Kaos, pp. 127. ISBN 88-7953-070-4.
Giovanni Ruggeri. Berlusconi. Gli affari del Presidente. Milano, Kaos, 1994, pp. 79–90.
Corrado Augias. Il delitto di via Puccini in I segreti di Roma. Milano, Mondadori, 2005, .
Pino Corrias. La luminosa reggia di Arcore e il rimorso di Lord Jim, in Luoghi comuni. Dal Vajont a Arcore, la geografia che ha cambiato l'Italia. Milano, Rizzoli, 2006. pp. 145–164. ISBN 978-88-17-01080-1.
Voci correlate[modifica]
Casati Stampa
Casati Stampa di Soncino
Delitto di via Puccini
Arcore
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Francesco ciaccia

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