venerdì 7 giugno 2013

Usa: 007 spiano anche carte di credito

Datagate si allarga: spionaggio intelligence anche su e-mail, telefonini, social media, Skype


 Obama

 Il sito internet del The New York Times con la notizia dell'attentato durante la maratona di Boston

 Home page del Guardian

NEW YORK - Non solo i dati sulle telefonate di decine di milioni di americani abbonati a Verizon, AT&T e Sprint. L'attività di spionaggio dell'intelligence statunitense riguarda anche le e-mail, i file conservati nei pc, le foto immagazzinate sui computer o sui telefonini, i contenuti dei social media, le chiamate su Skype, i video postati su YouTube. Persino gli acquisti con le carte di credito sono sotto controllo da parte della National Security Agency (NSA) e dell'Fbi che - ha rivelato il Washington Post - hanno accesso diretto ai dati di tutti i colossi del web: da Microsoft a Google, da Yahoo! a Facebook, per finire alla Apple. Un caso, quello del programma chiamato 'PRISM', che sembra allargarsi a dismisura, e che costringe Barack Obama - già in difficoltà per i recenti scandali su fisco e intercettazioni ai giornalisti - ancora una volta a difendersi.
Soprattutto dagli attacchi della stampa, con il New York Times - solitamente vicino al presidente - che in un durissimo editoriale lo accusa di aver perso credibilità. "Il programma rispetta la Costituzione, è legale ed è limitato. E nessuno ascolta le telefonate degli americani", replica il presidente, preoccupato per i possibili danni all'immagine della Casa Bianca, anche all'estero. Del resto Obama è in California per l'attesissimo vertice col leader cinese Xi Jinping, che rischia di essere oscurato dalla bufera mediatica scatenatasi sul 'datagate'.
Sia chiaro, afferma: non c'é niente di segreto, tutti quelli che dovevano sapere - dentro e fuori il Congresso - sapevano: "Il programma è stato più volte autorizzato dal 2007 con un ampio sostegno bipartisan".
DATAGATE: START UP SMENTISCE, NON E' NOSTRO PRISM - La società di Silicon Valley Palantir sospettata di esser dietro il programma di spionaggio dati della National Security Agency ha smentito qualsiasi collegamento con Prism, il sistema usato dall'intelligence Usa per estrarre dati da siti come Google e Facebook. "Ci sono tanti programmi dati chiamati Prism nel mondo e il prodotto Prism di Palantir non è il Prism della Nsa", ha indicato la società californiana. "E' semplicemente una coincidenza di nomi", ha detto una fonte di Palantir al Financial Times. La start up ha precisato che il suo 'Prism' è ad uso di banche e hedge fund non di agenzie del governo anche se la Nsa è tra i suoi clienti.
USA: GOLA PROFONDA DATAGATE,TI VEDONO MENTRE SCRIVI - "Possono letteralmente vederti mentre scrivi": una frase da brivido in coda allo scoop. La 'gola profonda' del Washington Post ha spiegato al giornale della capitale cosa l'ha spinta a denunciare quella che a suo avviso, e secondo molti commentatori, è stata una "enorme" invasione della privacy. "Esperienza di prima mano dei sistemi di sorveglianza e orrore per le loro capacita": questo, rivela il quotidiano del Watergate, ha spinto un funzionario di carriera dell'intelligence Usa a passare al Washington Post le diapositive di un PowerPoint su Prism, la rete di spionaggio sui principali provider di servizi online, da Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, PalTalk, AOL, Skype, YouTube, fino a Apple. L'identità della fonte è ovviamente top secret, né il quotidiano che per decenni ha protetto l'anonimato di William Mark Felt, la 'Deep Throat' di Bob Woodward e Carl Bernstein per lo scandalo Watergate, ha alcuna intenzione di metterla in piazza. Il New York Times, che non ha avuto alcun ruolo di prima mano nelle rivelazioni, ha oggi suggerito l'esistenza di una 'talpa' altolocata nella comunità di intelligence. Lo indicherebbe la rapida successione delle rivelazioni: lo scoop transatlantico su Prism dopo quello dell'attivista-blogger Glenn Greenwald del Guardian di ieri sullo spionaggio sulle telefonate Verizon. La 'gola profonda' avrebbe deciso di parlare con Barton Gellman (due volte premio Pulitzer) e Laura Poitras del Post (e col Guardian di nuovo con Greenwald e Ewen MacAskill, il capo dell'ufficio di corrispondenza nella capitale) mentre l'amministrazione Obama è impegnata in una guerra sui leaks che hanno messo nei guai il ministro della Giustizia Eric Holder. A caldo, mentre lo scoop dei due giornali erano freschi di web, il direttore dell'intelligence nazionale James Clapper ha condannato l'ennesima fuga di notizie e stigmatizzato le rivelazioni come "piene di errori".
 (ANSA)

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