lunedì 10 giugno 2013

Sulla fascinazione


Alla luce di quanto ti scrissi riguardo ai danni irreparabili del fascino raccontati da Nicola Valletta e Ernesto De Martino , oltre le citazioni di Platone, Pitagora, Plinio, Catullo, Orazio, Pirandello, San Paolo, S Michele Arcangelo e San Benedetto, ove di questi ultimi tre e’ consigliato portare sempre appresso una immaginetta o un santino come protezione, in relazione ti voglio raccontare due accadimenti e dove sono stato testimone;

Il primo; negli anni 50 o 60 non ricordo bene la datazione, avvenne un fatto di fascinazione proprio nell’appartamento di rimpetto a Righetto l’oste oramai passato a miglior vita e che tu hai conosciuto bene e che allora abitava sopra il mio appartamento di piazza Mancini. Questo nostro giovane  amico di nome Giancarlo ometto il cognome per ovvie ragioni, era prossimo alle nozze e ricordo che fu’ assalito improvvisamente da diversi ed inspiegabili malanni inspiegabili anche dalla scienza medica, come, inappetenza, spossatezza, terribili mal di testa, e continui e strani conati di vomito. Mia Mamma conosceva una signora molto devota alla Madonna che eliminava con delle complesse pratiche le jettature e che abitava in uno stabile ubicato in una traversa della via Nomentana dal nome Mamma Nannina, costei non chiedeva soldi nell’operare, dimostrazione di serieta’ e religiosita’, chiedeva solo un obolo o l’accensione di candele per una statua di una madonnina che aveva all’ingresso dell’appartamento. Ricordo benissimo che costei alla mamma di Giancarlo la indottrino’ nel fare delle pratiche alquanto strane, come, pozioni stranissime, percorsi notturni in strane strade nei giorni stabiliti etc etc  per poi comunicarle il nome dell’autrice della jettatura che peraltro ricordo bene era amica in comune anche di mia mamma precisandole altresi’ che questa fascinazione fu procurata a sua insaputa tant’evvero che una volta Giancarlo stabilitosi e convolato a nozze venuta a conoscenza dell’accaduto si dispero’ tantissimo e piangendo gli auguro un mondo di bene perche ella era una donna buonissima e disponibilissima verso il prossimo.

Il secondo; negli anni 70 mi trovavo in auto nel periodo estivo nelle campagne assolate dell’Irpinia, ero li per fare visita a mia cognata residente in una masseria in un paesino dell’Avellinese, improvissamente mi si paro’ davanti una donna malmessa dall’aspetto nomade la quale mi fece cenno di fermarmi perche’ doveva parlarmi, normalmente sono molto diffidente e non mi fermo mai, quel giorno qualcosa mi suggeri’ di fermarmi, ed ella mi disse in srettissimo accento irpino ‘’che io capisco’’ che da li a poco sarei partito per New York ove li mi avrebbero prospettato un buon e ben remunerato lavoro ed infine in seno al mio ufficio qualche collega avrebbe ordito a mie spese dei gravi disservizi, consegnandomi nel contempo un piccolo pacchettino cucito con spago pregandomi di non aprirlo mai e portarmelo sempre appresso non dopo aver pronunciato la formula beneaugurante in dialetto ‘’uocchie maluocchie schiatta nell’uocchie’’ perche’ sarebbe servito in caso di necessita’ onde eliminare eventuali fascinazioni.

Conclusione; ho fatto il viaggio a New York, un miliardario italo/americano parente di mia moglie mi prospetto’ un lavoro dirigenziale altamente remunerato e che io non accettai perche’ sposato in Italia con prole, un mio collega poi identificato ordi’ a mie spese un grave disservizio che riuscii a dimostrare la mia innocenza perche’ contrariamente essendo un dirigente avrei subito delle pesantissime sanzioni.

a te le conclusioni.
Antonio Bacolini



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