sabato 15 giugno 2013

Riesplode violenza a Bengasi, attacco a caserme

Almeno sei soldati morti, tensione altissima in citta'


 

Torna ad esplodere la violenza a Bengasi, che si conferma il nodo della crisi di sicurezza che scuote la Libia da settimane e l'occasione è data da un nuovo attacco contro strutture oggi controllate dalle milizie paramilitari che lo Stato, in uno sforzo di normalizzazione, sta, progressivamente, inquadrando nelle Forze armate o sotto l'egida del Ministero dell'Interno. Intanto il presidente americano, Barack Obama e i leader di Italia, Germania, Francia e Regno Unito hanno ribadito il loro sostegno al governo libico. Il presidente, ha reso noto la Casa Bianca, ne ha parlato con Enrico Letta, Angela Merkel, Francois Hollande e David Cameron nella videoconferenza di ieri. I cinque hanno ribadito il loro "sforzo comune per sostenere il primo ministro Zeidan e il lavoro del governo libico per rafforzare la sicurezza e far avanzare il processo di transizione politica".
La scorsa notte, Bengasi, è stata teatro di azioni violente ad opera di quelli che vengono etichettati semplicemente come "fuorilegge", ma che sono il sintomo più evidente di come ormai Tripoli sia in balia di chi è più armato e sceglie appunto le armi per fare valere le sue ragioni. Il bilancio ufficiale - peraltro solo per quel che riguarda le Forze armate - parla di sei agenti delle unità speciali morti. Ma appare complicato pensare che i sei soldati siano le sole vittime di un attacco che è apparso pianificato, anche perché scattato in diversi punti della città, compresa la sorvegliatissima strada che conduce allo scalo aeportuale della città. La contestualità di più azioni militari (attacco ad una caserma ed ad un commissariato, esplosioni isolate in più punti della città, distanti tra di loro) fanno bene intendere che c'é stata una regia che ha cercato, riuscendovi almeno per lo spazio di una notte, di creare il caos.
(ANSA)

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