martedì 18 giugno 2013

Meredith forse morta per un gioco erotico

Le motivazioni della Cassazione della decisione che ha annullato l'assoluzione per Raffaele Sollecito e Amanda Knox


 Meredith Kercher

ROMA - Meredith Kercher - la studentessa inglese uccisa a Perugia nel novembre 2007 - potrebbe essere morta a causa di un gioco erotico finito male. E' questa una delle ipotesi sulle quali la Cassazione - nelle motivazioni, estese in 74 pagine, del verdetto che lo scorso 25 marzo ha annullato le assoluzioni per i due imputati Raffaele Sollecito e Amanda Knox - ha ordinato una nuova valutazione alla Corte di Assise di Appello di Firenze.
Ad avviso della Suprema Corte, l'appello bis dovrà servire "non solo a dimostrare la presenza dei due imputati nel locus commissi delicti, ma ad eventualmente delineare la posizione soggettiva dei concorrenti del Guede, a fronte del ventaglio di situazioni ipotizzabili, che vanno dall'accordo genetico sull'opzione di morte, alla modifica di un programma che contemplava inizialmente solo il coinvolgimento della giovane inglese in un gioco sessuale non condiviso, alla esclusiva forzatura ad un gioco erotico spinto di gruppo, che andò deflagrando, sfuggendo al controllo".
BONGIORNO, NON TEMIAMO APPROFONDIMENTI "Non temiamo alcun tipo di approfondimento perché questo non potrà che far emergere l'estraneità di Raffaele Sollecito alle accuse". E' il primo commento, all'ANSA, dell'avvocato Giulia Bongiorno, difensore del giovane pugliese dopo il deposito delle motivazioni con cui la Cassazione ha annullato l'assoluzione del suo assistito e di Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. "E' più o meno quello che ci aspettavamo" ha detto ancora la Bongiorno. "La Cassazione - ha aggiunto - ha infatti disposto un approfondimento sul materiale probatorio e indiziario. Ma noi - ha concluso la Bongiorno - non temiamo alcun tipo di approfondimento".
GIOCO EROTICO? SI CERCHINO ALTRI  - "Se gioco erotico c'é stato si cerchino gli altri protagonisti che non sono certamente Raffaele Sollecito e Amanda Knox"; a dirlo è l'avvocato Giulia Bongiorno, difensore del giovane pugliese. "La prova scientifica - ha sottolineato ancora l'avvocato Bongiorno - dimostra infatti che non ci sono tracce di Dna di Sollecito e della Knox sulla scena del delitto". Il legale ha espresso "grande rispetto per la Cassazione". "E' però - ha aggiunto - un giudice di legittimità e quindi questa parte deve essere sfuggita".
(ANSA)

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