venerdì 23 agosto 2024

P-AULICO

 



Di Andrea Buono

Com'è strano riuscire a parlare ancora di sentimenti in un calcio che ci sbatte in faccia offerte come quella che gli arabi avevano recapitato a Dybala: 75 milioni in tre anni. Distante anni luce da qualunque contatto con la realtà. Dalle battaglie che ognuno di noi conduce ogni giorno per cercare di raggranellare ciò che ci aiuta a vivere un'esistenza dignitosa. Roba da non doverci pensare neanche per un istante. E invece...


E invece è successo che Paulo, che si vedeva lontano un miglio che non era convinto di partire, complici ovviamente discorsi famigliari e di voglia di restare nel calcio che conta, alla fine ha detto no.

No ai milioni d'un esilio dorato, di una pensione anticipata. Sì a quella che è diventata la sua gente: ai romanisti. Alla Roma. Alla squadra che ha portato a Budapest, l'anno scorso, a un passo da un sogno. Che potremo continuare a cullare insieme. Lui con la sua classe, noi con la nostra passione unica e travolgente, che oggi con entusiastica sorpresa lo riaccoglie come la prima volta. Per un nuovo inizio.


Se due anni fa l'abbiamo battezzato, oggi è arrivata la "cresima": da stasera la Joya è (di nuovo, ancora e probabilmente per sempre) un figlio di Roma. Come altri "de fori le mura", prima di lui, avvolti, coinvolti, infine travolti da una città che non ti lascia mai come ti trova. Oppure, come in questo caso, che non ti lascia affatto. E magari, chissà, non ha più paura adesso di cucirti addosso pure la 10

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