venerdì 23 agosto 2024

Kamala Harris futuro presidente USA

 


La donna nella foto si chiama Shyamala Gopalan, è il 1969 a Berkeley, dove si è laureata in Nutrizione ed endocrinologia e dove, al momento dello scatto, è ricercatrice sul cancro al seno.


In questo istante preciso ha 30 anni, è negli Stati Uniti da oltre dieci, da quando ha convinto il padre, un alto funzionario del Raj britannico, che da grande voleva fare la scienziata. Giovanissima, ha lasciato Madras (l’attuale Chennai) per trasferirsi in California, e a 19 anni è stata a lungo l’unica indiana a Berkeley e una delle pochissime in tutti gli Stati Uniti. Una pioniera.


Fu una pioniera anche quando, contravvenendo a ogni norma, rifiutò un matrimonio combinato e decise di sposare un giovane laureato di Economia giamaicano conosciuto a una riunione dell’Afro American Association. 

E, quando, otto anni più tardi, divorziò da suo marito.


Quando la sua primogenita, Kamala, compie 5 anni, la madre le spiega il senso di quello che ha fatto:


“Kamala, sarai la prima a fare un sacco di cose. Ma assicurati di non essere l’ultima.”


“The first, but not the last”.


Deve averci pensato anche una notte di novembre di quattro anni fa quando quella bambina col cappottino giallo ha giurato come prima Vicepresidente donna e prima Vicepresidente afrodiscendente della storia americana.

E dev’essersene ricordata quando, stanotte, a Chicago, Kamala Harris ha ufficialmente e formalmente accettato la candidatura a Presidente degli Stati Uniti, in quella che è, forse, l’elezione più importante di questo secolo.


Shyamala Gopalan, nel frattempo, è diventata un’oncologa di fama internazionale, una luminare nella lotta contro il cancro. Quel cancro che l’ha colpita al colon nel 2009. Al posto dei fiori, ha voluto che quei soldi fossero donati alla Breast Cancer Action. 


Quando hanno chiesto a Kamala Harris il suo primo pensiero da Vicepresidente, lei ha risposto così:


“Penso spesso a quella 25enne, minuta e piccolina, che mi ha data alla luce. Non avrebbe mai immaginato, quel giorno, che sarei arrivata fin qui”.


“The first, but not the last”

Lorenzo Tosa 

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