mercoledì 10 luglio 2024

FABIO CANNAVARO

 


"Non esiste ricordo più bello nella mia mente. 

La finale di Berlino fu qualcosa di fantastico, alzare la coppa davanti ai francesi è stato impagabile, ma se mi chiedete un ricordo di quel Mondiale, vi dico la semifinale con la Germania. Il Westfalenstadion tremava in quella partita. Durante il riscaldamento, noi tutti vedevamo i tifosi tedeschi cantare e tifare. La maggior parte di loro ci riempì di insulti, gridandoci in Italiano 'mafiosi', 'stronzi' ecc... 

Quello stadio poi mette i brividi all'interno, e in quella partita già eravamo abbastanza tesi. 

Rientrammo negli spogliatoi, quasi terrorizzati. I tedeschi erano un'armata, e giocavano in casa, in poche parole eravamo i nemici di sempre da sacrificare. 

Prima di scendere in campo, mister Lippi mi chiese di fare un discorso alla squadra da capitano. 

Io ero il più terrorizzato di tutti, ma dovevo farlo. 

Riunii i ragazzi e dissi: 'Noi oggi non dobbiamo giocare per noi, ma dobbiamo giocare per la gente. 

Questi oggi vogliono farci a pezzi, ma noi siamo Italiani, è storicamente contro di questi abbiamo sempre fatto grandi partite'. In quel momento mi interruppe il Mister e disse: 'Oltre a questo, vi chiedo di pensare a tutte quelle persone che in questo momento sono davanti ai televisori. 

Quando perdete palla, pensate a loro, e cercate di dare tutto. Ripeto le parole del capitano... 

Questi oggi vogliono farci a pezzi'. Quello è un ricordo fantastico, perché ci scrollammo di dosso la paura e scendemmo in campo disposti a dare l'anima. 

Tutti sapete poi come andò a finire, non so come uscirono quelle parole dalla mia bocca, fatto sta che le dissi con il cuore. Quella è stata la partita più bella e significativa della mia vita, e credo anche per la maggior parte degli Italiani. Eravamo noi, contro 80.000 tedeschi assatanati. 

Uscimmo vincitori noi... 

Al goal di Grosso, mi girai verso gli spalti per vedere la faccia dei tifosi crucchi. 

Erano morti... 

Se ci ripenso, ancora non so spiegarmi come abbiamo fatto a uscire indenni da quell'inferno".


FABIO CANNAVARO

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