Andrée
Geulen era una giovane insegnante in una scuola a Bruxelles, quando un
giorno alcuni suoi allievi si presentarono in classe con la stella
gialla cucita sugli abiti. Era il 1942 e la stella gialla era
obbligatoria per gli ebrei, non c’era molto da fare.
Ma Andrée
Geulen, cattolica di nascita e atea per scelta, non poteva accettare
questa umiliazione per i suoi studenti, e così chiese a tutti, ebrei e
non ebrei, di indossare a scuola un grembiule. In modo da nascondere
l’odioso segnale di discriminazione.
Però le persecuzioni
aumentavano, iniziavano le deportazioni e la professoressa Geulen capì
che non poteva restare a guardare. E che non bastava un grembiule per
coprire l’orrore che stava avanzando.
Entrò nel Comitato di difesa
degli ebrei: avevano bisogno di aiuto per nascondere i bambini ebrei e
salvarli dalla deportazione e dalla morte. Non era un compito semplice,
anche perché bisognava convincere i genitori a separarsi dai loro figli.
Alcuni ragazzi venivano nascosti a scuola, altri venivano portati in
posti sicuri.
Però, una notte, in seguito alle denunce di qualche
delatore pronto a vendere la vita di ragazzi innocenti, i soldati
tedeschi irruppero nella scuola dove insegnava Andrée Geulen, e
arrestarono la preside e tutti i ragazzi ebrei presenti.
Quando i tedeschi chiesero sprezzantemente alla professoressa Geulen:
“Ma non ti vergogni a insegnare a degli ebrei?”
Lei rispose: “E voi non vi vergognate a fare la guerra a dei bambini?”
Fortunatamente
Andrée Geulen riuscì a sfuggire all’arresto, e corse ad avvisare tutti
gli altri ragazzi ebrei. Nonostante la paura, da quel momento il suo
impegno aumentò a dismisura: cambiò nome e divenne Claude Fournier,
entrò in clandestinità e per più di due anni continuò a nascondere
bambini e ragazzi ebrei presso famiglie cristiane o nei monasteri e
conventi. A tutti loro cambiava nome e identità, ma per non perdere la
possibilità di riconsegnarli un giorno alle loro famiglie, scriveva in
codice tutti i nomi dei bambini e delle famiglie in liste che nascondeva
poi accuratamente.
Quando finalmente finì la guerra, Andrée Geulen
non smise di occuparsi dei suoi bambini, questa volta facendo il lavoro
inverso per rintracciare le loro famiglie, anche se molto, troppo
spesso, delle loro famiglie d’origine non c’era più traccia.
Secondo le testimonianze, l’intensa attività clandestina di Andrée Geulen riuscì a salvare circa 300 bambini e ragazzi ebrei.
Nelle
sue interviste a distanza di anni ha spesso dichiarato di soffrire
ancora pensando ai momenti in cui era stata costretta a sottrarre i
bambini dai loro genitori senza poter dire loro dove li avrebbe portati.
Nel 1989 è stata inserita tra i Giusti tra le Nazioni.
Oggi Andrée Geuelen ha 99 anni. E ancora dichiara con la lucidità di una giovane e con la saggezza dei suoi anni:
“Quello che ho fatto è stato solo il mio dovere. Disobbedire alle leggi di allora era la sola cosa normale da fare”.
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