a 92 anni
Cerimonia laica mercoledì alle 15,30 al Tempietto Egizio del Verano. Con il fazzoletto al collo e la camicia sbottonata nelle sue conversazioni non c’era posto per l’enfasi o il pregiudizio: restava il fatto, asciutto nellaL’ultimo saluto è fissato per mercoledì 27 settembre alle 15,30 presso il Tempietto Egizio del cimitero del Verano. Lo andranno a salutare i tanti amici che Giovanni Russo, giornalista puntuale e raffinato e scrittore sociale, ha avuto nella sua lunga vita (è scomparso lunedì a Roma a 92 anni).
Da tutti chiamato Giovannino
Ci saranno molti suoi compagni di lavoro del Corriere della Sera che ne hanno apprezzato oltre che la professionalità, sperimentata per decenni in redazione, anche la calda umanità. Giovannino – era così chiamato da tutti, perfino dai cronisti romani più giovani con i quali era volentieri in amichevole confidenza — veniva quasi ogni giorno al giornale per proporre un articolo, una riflessione, per avviare una discussione con gli amici colleghi. Dalle grandi inchieste che spesso offrivano una nuova lettura di fatti e fenomeni sociali ad egualmente appassionati brevi contributi per la cronaca di Roma per la quale non disdegnava di collaborare.
L’aspetto esotico
Giovannino ha avuto la capacità di far nascere un sincero affetto per la sua persona, tosta sui principi ma affabile nella relazione individuale. Il suo perenne fazzoletto al collo con la camicia sbottonata gli davano un’aria quasi esotica e rilassata in un ambiente redazionale sempre carico di tensione. Ma una anche breve conversazione con Giovannino su una vicenda del giorno rimetteva le cose a posto. L’enfasi, il pregiudizio venivano tolti di mezzo: restava il fatto, asciutto nella sua verità.
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