L'ape, una creatura che si è evoluta insieme alle piante nei milioni
di anni passati in simbiosi, quasi si potrebbe definire un tutt'uno con
la Flora. Il suo compito sembra semplice: andare di fiore in fiore a
impollinare le piante per ricevere in cambio il dolce nettare con cui
fabbricherà il miele per l'inverno.
Se l'ape sparisce i fiori non vengono impollinati, quindi il frutto
non nascerà mai. Le conseguenze: l'Uomo non avrà di che cibarsi (oltre
alle graminacee, quindi vivendo di solo pane)
.
Improvvisamente e senza un perchè apparente le api abbandonano in massa
l'alveare per disperdersi e lasciarsi morire in un raggio di 1-2 km. Si
calcola che nell'inverno tra il 2007 ed il 2008 sia stato perduto oltre
l'80% del patrimonio apistico statunitense e più del 50% degli alveari
europei. In Italia la mancata impollinazione delle piante da frutto e da
ortaggi ha causato una perdita di 250 milioni di euro solo nel 2007 e
il costante rincaro dei beni ortofrutticoli che dura tutt'ora.
L'ape, una creatura che si è evoluta insieme alle piante nei milioni
di anni passati in simbiosi, quasi si potrebbe definire un tutt'uno con
la Flora. Il suo compito sembra semplice: andare di fiore in fiore a
impollinare le piante per ricevere in cambio il dolce nettare con cui
fabbricherà il miele per l'inverno.
Se l'ape sparisce i fiori non vengono impollinati, quindi il frutto
non nascerà mai. Le conseguenze: l'Uomo non avrà di che cibarsi (oltre
alle graminacee, quindi vivendo di solo pane)
Dal 2004 sta facendosi largo da Israele una malattia delle api: La
Ccd, ovvero la
sindrome dello spopolamento degli alveari.
Improvvisamente e senza un perchè apparente le api abbandonano in massa
l'alveare per disperdersi e lasciarsi morire in un raggio di 1-2 km. Si
calcola che nell'inverno tra il 2007 ed il 2008 sia stato perduto oltre
l'80% del patrimonio apistico statunitense e più del 50% degli alveari
europei. In Italia la mancata impollinazione delle piante da frutto e da
ortaggi ha causato una perdita di 250 milioni di euro solo nel 2007 e
il costante rincaro dei beni ortofrutticoli che dura tutt'ora.
Una strana malattia?
Molti esperti danno la responsabilità della sua presenza alle onde elettromagnetiche dei cellulari,
altri
ancora ad un fungo o agli organismi geneticamente modificati, ai
cambiamenti climatici o allo spostamento dell'asse terrestre. L'ipotesi
più accreditata fino ad oggi restringeva il cerchio sui pesticidi.
Questi composti chimici che vengono cosparsi sulle piante (e sui fiori)
delle piantagioni, servono ad eliminare gli insetti parassiti. Pochi
sanno che queste sostanze hanno una forte presenza di neurotossine,
quelle che gli esperti chiamano Organofosfati.
Oggi si fa largo una nuova teoria:
un acaro trasmetterebbe ai poveri insetti un virus letale. Lo studio
arriva da un gruppo di ricerca operativo alle isole Hawaii che chiama in
causa questo acaro, il
Varroa Destructor, che causa negli
insetti gli stessi sintomi dell'intossicazione da neonicotinoidi. Il
parassita, infatti, sarebbe in grado di infettare la stragrande
maggioranza di un alveare con un virus letale.
Il sistema digestivo inizia a bloccarsi e dopo pochi giorni l'ape
muore. Il motivo per cui abbandona l'alveare è da ricercare nell'istinto
dell'arnia. Quando un'ape si sente male istintivamente abbandona
l'alveare per evitare che le altre api vengano contagiate dalla propria
malattia, questo fenomeno si riscontra soprattutto quando l'alveare è
affetto da peste americana: l'arnia inizia ad emanare un pungente odore
malsano, le api ammalate si allontanano per sempre e le sane buttano
fuori i cadaveri come dei monatti di manzoniana memoria. Quando finisce
la crisi, le poche api rimaste ripopolano insieme alla regina la grande
famiglia, e nel giro di un anno o due l'arnia torna ai grandi numeri.
Nel caso della Ccd tutte le api, anche nel giro di una notte,
abbandonano l'alveare lasciando la sola regina. Inspiegabilmente, dopo
giorni, neanche le vespe o le formiche osano recuperare il miele
dell'arnia spopolata nonostante ne vadano ghiotte.
Chi farà il lavoro delle Api estinte?
Le stime assicurano che se non verranno presi provvedimenti entro
pochi decenni l'ape europea si estinguerà. Cosa farà l'umanità? Si
occuperà da sola di impollinare tutte le piante del mondo?
In Cina già succede.
Da pochi anni il nord della Cina ha perduto l'intero patrimonio
apistico. La regione, rinomata per la coltivazione delle pere, ha sùbito
un netto tracollo. I pochissimi coltivatori rimasti hanno deciso di
rimboccarsi le maniche: ad Aprile raccolgono la parte maschile di ogni
fiore, lo stame. Lo polverizzano, lo essiccano, poi con un ramoscello su
cui sono legate delle penne di gallina iniziano a cospargere ogni
singolo fiore di polline. Riescono a fecondare massimo 30 alberi al
giorno, ma i rurali più giovani sono già stanchi di questa "ottimistica
pazzia" e si sono trasferiti nelle metropoli in cerca di lavoro.
La situazione è piuttosto critica e tende ad aggravarsi, i problemi
sul riscaldamento globale e sull'inquinamento atmosferico dovranno
essere accantonati per dare priorità a questa difficoltà che minaccia di
portare anche da noi la "fame nel mondo". Altrimenti dovremmo sperare
che l'ingegno italico partorirà un nuovo mestiere: L'impollinatore.
it.ibtimes.com
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