Di Roberto.Ci
(Foto: Reuters / )
Chiuso in una stanza dalle pareti spesse 60 centimetri. Nessuno sapeva.
Come ha spiegato Mikhail Kovaltchuk, il direttore del centro di
ricerca Kurchatov Institute, la struttura russa leader nella ricerca
nucleare fin dai tempi dell'Unione Sovietica, "Gli italiani non hanno
rinunciato al progetto". Ignitor è stato sviluppato proprio dai nostri
ricercatori e funziona bruciando deuterio e trizio, con picchi di
temperatura che vanno fino a 111 milioni di gradi e pressioni di 33
atmosfere che producono una potenza di 100 MW.
Per i russi sarebbe la soluzione miracolosa ad un insolubile problema
del nucleare: "Con questo reattore - scrive Ria Novosti - non c'è
alcun problema di scorie perché tutto si ricicla". Probabilmente la
spiegazione del proseguimento di questa ricerca ha una motivazione
meno "scientifica" e più "politica" e risale ad una delle tante visite
del premier russo Vladimir Putin al suo amico Silvio
Berlusconi. L'energia è stata infatti al centro dell'incontro di lavoro tra
Berlusconi
e Putin che si tenne a Milano il 25 aprile 2010, un micro-summit
molto strombazzato proprio in funzione della propaganda filo-nucleare,
e fu allora che è stato firmato il protocollo d'intesa russo-italiano
per la realizzazione del reattore termonucleare Ignitor come parte di
una più vasta cooperazione nel nucleare civile, che il referendum ha
annichilito in Italia.
Nel summit i fisici italiani, russi e statunitensi hanno discusso i
problemi scientifici e organizzativi della realizzazione di Ignitor e
il presidente dell'istituto Kurchatov, Yevgeny Velikhov, aprendo il
seminario ha detto che "Questo è un progetto unico per creare un
reattore a fusione nucleare con campi magnetici, ma in contrasto con i
progetti Iter e Fair, sarà costruito qui, in Russia. L'infrastruttura
unica dell'Istituto Kurchatov, così come la base sperimentale di
Triniti, saranno utilizzate per la realizzazione del progetto".
La relazione del direttore dell'Istituto di Fisica Tokamak del
Kurchatov, E. Azizov, si è concentrata proprio sull'energy complex Tsp
(tokamak with high magnetic field), mentre il project manager di
"Ignitor", Bruno Kopi ha sottolineato l'importanza del lavoro svolto
dagli scienziati italiani coinvolti nella realizzazione di Ignitor ed
ha spiegato che diversi fisici e centri di ricerca ed università
italiani stanno lavorando in questa direzione. Fra questi ci sono
Francesco Bombarda, del "Frascati", che ha parlato di "Diagnostic
systems and auxiliary systems" e Roberto Battiston, dell'università di
Perugia, che ha presentato una relazione su "The particle detector and
the diagnostics of plasma measurement".
econdo quanto scrive nel suo sito il Kurchatov Institute, "Sia gli
scienziati russi che quelli italiani sono unanimemente dell'opinione
che il progetto permetterà di dimostrare la "ignition" delle reazioni
termonucleari in una struttura con un forte longitudinal magnetic
field. Questo può semplificare notevolmente il reattore a fusione,
eliminando complessi e costosi heating systems addizionali".
http://it.ibtimes.com/articles/27610/20120229/nucleare-ricerca.htm
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