martedì 12 giugno 2012

Caso Ruby

IL PAPPONE SIRIANO - NEL CIRCO DELL'INCHIESTA SULLE CENE DI HARDCORE SPUNTA UN PERSONAGGIO MISTERIOSO - SI CHIAMA SAED E STANDO AI RACCONTI DI UNA DELLE TESTIMONI DEL BUNGA BUNGA, LA MAROCCHINA IMANE FADIL, ERA IL TRAMITE FRA LEI E IL BANANA - LA RAGAZZA DICE CHE SAED, DETTO “SANDRO”, AMICO DI IMMA DE VIVO, L'AVREBBE PERSEGUITATA PER OFFRIRGLI DEL DENARO IN CAMBIO DEL SUO SILENZIO AL PROCESSO - IL SIRIANO NEGA...

Gianni Barbacetto per il "Fatto quotidiano"

Si chiama Marco, Sandro, o Saed? Voleva davvero mettere in contatto con Silvio Berlusconi Imane Fadil, una delle testimoni-chiave del processo Ruby? Marco-Sandro-Saed ha rapporti con i servizi segreti? Nel dibattimento in cui Silvio Berlusconi è accusato di concussione e prostituzione minorile per i suoi rapporti con Karima El Mahroug in arte Ruby, fa il suo ingresso un personaggio misterioso.

Silvio BerlusconiSilvio Berlusconi IMANE FADIL AL TRIBUNALE DI MILANOIMANE FADIL AL TRIBUNALE DI MILANO
Lo aveva evocato in aula, il 16 aprile scorso, Imane Fadil, la ragazza marocchina che ha deciso di rompere il fronte delle "olgettine" e raccontare ciò che ha visto con i suoi occhi alle "cene eleganti" di Arcore: spogliarelli, giochi sessuali. Quel giorno, Imane aveva raccontato, a sorpresa, di essere stata avvicinata nel 2011 da un uomo alto, con gli occhi azzurri, che le aveva consegnato un telefono cellulare per mettersi in contatto con Silvio. Non lo aveva mai rivelato prima: per paura, aveva spiegato all'avvocato Niccolò Ghedini.
La procura si era subito fatta consegnare la scheda di quel telefonino per identificare l'uomo alto con gli occhi azzurri. La scheda risulta intestata a una romena residente a Napoli che si chiama Marlena Latrasinca. Peccato che Marlena Latrasinca non esista. Come non esiste Ioan Alvira, con cui era spesso in contatto la scheda di Marlena. Fantasmi. Schede sim vendute da un dealer Tim di Napoli e intestate a persone inesistenti.
Ma gli uomini della polizia giudiziaria di Milano comandati da Marco Ciacci non hanno fatto fatica a risalire alla vera identità di chi usava la scheda del fantasma Ioan Alvira: l'uomo alto con gli occhi azzurri è Saed Ghanaymi, siriano, cinquant'anni, cittadinanza italiana, che talvolta si fa chiamare Sandro ("Per evitare che mi storpino il nome") e che Imane sostiene le si sia presentato come "Marco".

BOCCASSINIBOCCASSINI Gemelle De VivoGemelle De Vivo 
 
Lavora in una azienda di Costa Masnaga, nei pressi di Lecco, che vende ferro. "Sono assunto come direttore commerciale, mi occupo quindi della vendita dei prodotti". Il 28 maggio è stato interrogato dai pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano ai quali ha raccontato la sua versione dei fatti. In un punto solo combacia con quella di Imane: il primo incontro tra i due avviene presso lo studio milanese dell'avvocato Asa Peronace, a cui la ragazza si era rivolta per farsi tutelare nei confronti di Emilio Fede, che accusava di averla portata ad Arcore e di averla quindi coinvolta, suo malgrado, nelle storiacce del bunga-bunga.
Poi Imane non aveva dato seguito al suo proposito e si era anzi affidata, nell'agosto 2011, a un altro avvocato, Danila De Domenico. Ma prima di allora, tra il gennaio e l'agosto di quell'anno, Marco-Saed le era stato addosso, cercando di fare da intermediario per metterla in contatto con Arcore. Le aveva fornito un cellulare Nokia e la scheda intestata al fantasma Marlena Latrasinca. Così dice Imane. Tutt'altra musica suona Saed: "Ho conosciuto Imane Fadil presso lo studio dell'avvocato Asa Peronace, da me frequentato per la mia separazione", dice a Boccassini e Sangermano.
"Siccome l'avvocato Peronace è a conoscenza della mia frequentazione con Imma De Vivo, mi presentò Imane Fadil in maniera che io potessi favorire un incontro tra la stessa e il presidente Berlusconi, per il tramite di Imma De Vivo, la quale so che frequenta le cene del presidente. Ho avuto pertanto modo di parlare in più occasioni per telefono con Imane Fadil ed anche di incontrarla per strada e anche a casa sua".
Saed il siriano, dunque, è in stretto contatto con Imma De Vivo, una delle "olgettine" che hanno ricevuto generosi bonifici da Berlusconi ("Con lei ho avuto un rapporto importante", dice). "Siccome la Fadil mi disse che aveva il telefono controllato, io le procurai un apparecchio e la Fadil vi inserì una scheda nella sua disponibilità". I pm lo incalzano: "Spieghi per quale motivo lei conosce una persona in circostanze del tutto casuali... e si prende carico delle richieste di questa ragazza, addirittura si rende disponibile a comprargli un apparecchio per comunicare con lei; tutto ciò sembra veramente inverosimile".

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Saed risponde: "Era una bella ragazza, mi ha chiesto aiuto e, come con la De Vivo quando la conobbi, siamo diventati amici e se mi chiedevano dei piaceri o cortesie mi sono sempre reso disponibile". E ancora: "Disse che non riusciva a mettersi in contatto con Berlusconi e allora l'avvocato Peronace, sapendo che io conoscevo bene Imma De Vivo, mi chiese se potevo aiutare la ragazza, o meglio di avvisarla nel momento in cui avessi saputo tramite la De Vivo che vi era una serata a casa del presidente in Arcore".
Tutt'altro dichiara Imane ai pm il 20 aprile 2012. "Una volta, presso l'aeroporto di Linate, mi aveva dato un appuntamento urgente in quanto vi era una convocazione nella residenza di Arcore con le ragazze, per parlare delle proposte economiche da formulare a tutte le persone coinvolte nel cosiddetto scandalo delle cene di Arcore". Il siriano nega tutto. Fino alla sibillina risposta buttata lì all'ultima, inquietante domanda dei pm: "Lei per ragioni del suo lavoro ha rapporti con apparati pubblici di sicurezza?". "Non mi ricordo", dice Saed il siriano.

www.dagospia.com

 

1 commento:

  1. Egregio Direttore,

    si è a me rivolto il Sig. Saed Ghanaymi che lamenta la pubblicazione di notizie false e gravemente offensive della sua reputazione, apparse sul blog http://grognards2011.blogspot.it/ , il 12 giugno u.s. e tutt’ora presenti..

    In particolare, risulta riportato il testo di un articolo di Gianni Barbacetto per “Il Fatto Quotidiano” a cui è stata premessa un’intitolazione

    Il testo dell'articolo di Gianni Barbacetto, riprodotto nel vostro blog, riferisce notizie emerse in sede giudiziaria e quindi del tutto legittime.
    Viceversa, il titolo inserito a cura del Vostro sito definisce scorrettamente il Sig. Saed Ghanaymi: “IL PAPPONE SIRIANO”. Il termine “pappone” nell'accezione relativa al contesto di riferimento, assume il significato di “sfruttatore di prostitute”.

    Come si legge nello stesso articolo del Fatto Quotidiano citato, nessuno ha accusato il Sig. Ghanaymi di sfruttamento della prostituzione, risultando la notizia da Voi riportata completamente falsa e frutto di una lettura distorta.

    Impregiudicato ogni diritto a far valere i propri interessi nelle competenti sedi giudiziarie, il Sig. Saed Ghanaymi, mio tramite, Vi intima di provvedere all'immediata cancellazione della notizia dalla Vostra banca dati.


    (Avv. Ermenegildo Costabile)

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