Libri che spiegano le differenze
La mamma è sempre in cucina e in pantofole, quasi mai alla guida o intenta a leggere, i papà invece sfogliano i giornali in poltrona, le bimbe sognano di fare le principesse, i bambini hanno aspirazioni da astronauti. Sono alcuni degli stereotipi diffusi nei libri dei più piccoli, secondo una ricerca dell’associazione “Scosse”, che ora porta in sedici scuole di Roma il laboratorio di auto-narrazione “Leggere senza stereotipi”. L’obiettivo? Mettere in discussione ruoli, modelli familiari e tutto quello che emerge dal confronto con le insegnanti.
di Silvia Vaccaro
In un mondo di bambini ipnotizzati da una maialina inglese e dalla sua famiglia buffa e politically correct, esistono altre belle storie per i piccoli dagli 0 ai 6 anni, fascia di età fondamentale nel processo di formazione dell’identità di genere. Una è quella che raccontano le ragazze di SCOSSE, associazione di promozione sociale romana che ha tra le sue attività “Leggere senza stereotipi”, un progetto dedicato proprio ai piccolissimi.
Convinte da sempre di quanto fosse importante lavorare con questa fascia di età, Sara Marini e Giulia Franchi, le due associate responsabili della sezione infanzia, hanno iniziato nei primi mesi del 2012 a studiare tantissimi albi illustrati – libri in cui c’è una totale interdipendenza tra testo e immagini – con lo scopo di produrre una bibliografia, quanto più completa possibile, dei libri più attenti alla valorizzazione delle differenze. Giulia racconta: “Leggere senza stereotipi è nato nella pratica. Abbiamo dapprima spulciato il catalogo delle Biblioteche di Roma e partecipato a fiere nazionali e internazionali per poter raccogliere e organizzare il materiale. In un secondo momento abbiamo pensato di proporci per tenere dei corsi di formazione a genitori ed educatrici del nido perché crediamo che, oltre a realizzare laboratori creativi con i bambini, occorra formare chi passa molto tempo con loro”. E così che, dopo una fortunata trasmissione a Radio Popolare Roma nel novembre 2012, l’anno successivo sono partiti i corsi, oltre ai momenti di riflessione e di confronto all’Università La Sapienza e durante lo Sfamily Day alla Casa Internazionale delle Donne di Roma lo scorso maggio. “La risposta è stata sin da subito molto positiva. Educatrici e genitori si sono mostrati attenti e interessati e a seguito delle numerose richieste di condivisione della bibliografia, abbiamo deciso di pubblicarla sul sito di SCOSSE. Si tratta di un vero e proprio “work in progress”: tanti libri e albi illustrati, tutti reperibili nelle biblioteche del Comune di Roma, e per ognuno una scheda con la fascia di età di riferimento e i temi più importanti che vengono trattati.
È possibile rintracciare due filoni: i libri che nascono proprio con l’intento di superare gli stereotipi e quindi sono da considerarsi libri “a tema”, e quelli che invece raccontano semplicemente delle storie, ma che nel farlo valorizzano le differenze”. Ma quali sono questi stereotipi che si ritrovano più spesso nei libri dei più piccoli? “I più frequenti sono quelli di ruolo. La mamma sempre in casa e in pantofole, impegnata in cucina e quasi mai alla guida o intenta a leggere, al contrario dei papà che sfogliano i giornali in poltrona. Occorre anche fare attenzione a come vengono rappresentate le ambizioni personali dei bambini e la loro gestione delle emozioni: spesso le bimbe nei libri sognano di fare le principesse, mentre i bambini hanno aspirazioni da astronauti, e spesso le figure maschili presenti nelle storie, piccoli o grandi che siano, non mostrano il loro lato emotivo”. Sentire di poter essere quello che si vuole, sin dalla più tenera età, diventa dunque fondamentale, e ancor di più è importante che genitori ed educatrici lascino ai bambini la voglia di sperimentare anche con la propria identità di genere.
A questo proposito Giulia racconta l’episodio di un’educatrice, mamma di un bimbo maschio che durante un corso di formazione, ha condiviso le sue ansie rispetto all’aver assecondato il figlio che le chiedeva bambole e giochi “da femmina”, concessione per la quale aveva ricevuto aspre critiche da sua madre. Un esempio concreto di quanto sia radicata una certa cultura che traccia un limite netto e invalicabile tra i due mondi, quello rosa e quello azzurro, a cui è impedito di mescolarsi. E l’Italia, senza troppe sorprese, è indietro rispetto ad altri paesi. “La Francia riserva da sempre grande attenzione per la qualità della letteratura per ragazzi, come testimonia lo splendido Salon du livre et de la presse jeunesse Seine-Saint-Denis che si tiene a Parigi ogni anno a fine novembre.
E poi ci sono i paesi scandinavi, che sono sicuramente all’avanguardia per ciò che concerne i modelli di genere proposti nei libri, che riflettono quelli presenti nella società, in un circolo virtuoso che si autoalimenta”. La prospettiva internazionale interessa molto alle ragazze che si stanno aprendo, grazie ad una nuova associata che vive tra Roma e Barcellona, alla comunità autonoma alla Cataluna. “Al momento abbiamo preso contatti con Tantagora, una casa editrice che si occupa di trasmissione orale e stiamo facendo un lavoro sulla produzione di letteratura per l’infanzia della regione, sperando di poter organizzare anche lì alcuni corsi di formazione”. E in questo senso una bella soddisfazione è già arrivata per l’associazione che ha appena vinto una gara per la formazione delle insegnanti dei nidi e delle scuole per l’infanzia di Roma Capitale. “Saranno ventidue ore di formazione obbligatoria in sedici scuole, in tutti i Municipi. Come sempre partiremo dai bisogni delle insegnanti e la modalità sarà quella laboratoriale, utilizzando molto l’auto-narrazione. Lavoreremo sui ruoli, sui modelli familiari e su quello che emergerà proprio dal confronto con le insegnanti. ”Leggere senza stereotipi” potrebbe dunque diventare un progetto virale, da far girare anche in altre città d’Italia come è già accaduto a Genova, dove è nata una biblioteca grazie all’associazione Usciamo dal silenzio. Intanto continuano anche i laboratori creativi (il prossimo il 19 febbraio) con i bambini presso la Libreria Tuba di Roma, che ha adottato da tempo il catalogo proposto da SCOSSE sui suoi scaffali. Un crescendo di iniziative di gioco per i più piccoli e di formazione per i grandi, perché ad ogni età è importante lavorare per decostruire gli stereotipi, ma prima si comincia meglio è.
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Quando associazioni e municipi collaborano per la realizzazione di albi e libri per l’infanzia attenti e all’avanguardia circa i modelli e i ruoli di genere da proporre ai più piccoli, possono nascere piccoli gioielli come “Et pourquoi pas toi?” (E perché non tu?), un album senza testo illustrato da Madalena Matoso, frutto della collaborazione tra la Délégation à la petite enfance della città di Ginevra e la casa editrice svizzera éditions Notari. Si tratta di un albo che promuove la parità di diritti tra uomo e donna (ma anche giovani e vecchi, persone di razze diverse…), che è stato regalato nel 2011 a tutti i bambini che frequentavano una classe prescolare. Tagliato a metà, con decine e decine di combinazioni possibili e una domanda costante rivolta al lettore: E perché non tu?, che tra le righe sembra voler chiedere a grandi e piccoli “quali sono i pregiudizi e gli stereotipi che limitano la tua libertà?”. Un modo divertente e scanzonato che invita a riflettere su tutte le costrizioni mentali che non rendono uomini e donne di ogni età e colore liberi di essere e di fare quello che desiderano, e al tempo stesso li inducono ad essere poco inclini ad accettare la libertà altrui. Un grande insegnamento alla felicità.
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Nata dall’esperienza di due mamme lesbiche, Francesca Pardi e Maria Silvia Fiengo, che hanno sentito il bisogno di trovare un modo per spiegare ai loro figli tematiche delicate e profonde come l’amore omosessuale, la casa editrice LO STAMPATELLO propone un catalogo variegato di libri per l’infanzia. “Piccolo Uovo” con le illustrazioni del grande Altan e prima uscita dell’editore, racconta la storia di un piccolo uovo che non vuole nascere perché non sa dove andrà a finire. Parte allora per un viaggio che lo porterà a conoscere i più diversi tipi di famiglia, scoprendo che ognuna può essere un luogo felice dove crescere. Non solo quindi storie di famiglie omogenitoriali, ma anche titoli che trattano argomenti come gli stranieri di seconda generazione e le adozioni.
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Kalandraka è nata il 2 aprile, Giornata Internazionale del Libro per Ragazzi. Nel 1998 l’albo illustrato non esisteva nel panorama editoriale di Galizia. Kalandraka nasce allo scopo di fornire una nuova dimensione all’edizione di albi illustrati per i primi lettori: adattamenti di racconti tradizionali, fiabe classiche e opere originali per diffondere il lavoro creativo e artistico degli autori ed illustratori contemporanei. Da questa esigenza nasce la collana Libri per sognare, albi concepiti con il massimo di rigore estetico e letterario affinché i bambini imparino a valorizzare la lettura dai loro primi anni di vita. Scoprendo la magia che nascondono le loro pagine, i lettori li godono con gli occhi, le mani, l’udito, dunque, con tutti i loro sensi. I Libri per sognare sono stati pensati anche per essere letti ad alta voce, per rivendicare l’importanza della trasmissione orale della cultura. Infine, sono libri che oltrepassano i confini geografici, grazie alla loro traduzione a tante lingue e alla loro presenza nelle più importanti fiere internazionali di settore.
Vedi info sul progetto qui
Fonte: noidonne.org
http://comune-info.net/2014/02/libri-che-spiegano-le-differenze/
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