In Azerbaijan l'antica moschea di Juma rivive con i marmi vicentini firmati Margraf
di Giovanna Mancini
Oltre 5mila mq di pavimento lavorati con macchinari di nuovissima tecnologia, ma realizzati con marmi pregiati che richiamano nei decori i simboli e i colori della tradizione. Mescolando innovazione e rispetto della storia, know how italiano e cultura orientale, l'azienda vicentina Margraf, ha vinto e realizzato la commessa per il restauro della moschea di Juma, a Shamakhi, in Azerbaijan, da poco terminata.
Forte della sua storia centenaria, da sempre votata all'innovazione tecnologia e alla collaborazione con architetti di tutto il mondo, l'azienda di Chiampo è stata selezionata tra diversi concorrenti internazionali per collaborare a questo imponente progetto avviato nel 2010 (fortemente voluto dal presidente azero Ilham Aliyev e messo a punto assieme all'architetto Elvin Najafov) grazie all'offerta di macchinari automatizzati e in grado di garantire una realizzazione «su misura».
I pavimenti forniti all'antica moschea islamica, situata a 106 chilometri dalla capitale Baku, segnano un passo avanti nella strategia di espansione sui mercati asiatici dell'azienda vicentina, presente con molti progetti contract e retail oltre che in Azerbaijan, anche in Russia, Kazakhstan e Kurdistan, ma anche, più a Est, in Cina. In Azerbaijan, in particolare, Margraf ha di recente concluso forniture anche per il Four Season Hotel della capitale (nel 2013), per il President Jazz Club (uno spazio speciale utilizzato dal presidente per gli incontri informali con uomini politici provenienti da tutto il mondo); per l'Historic Museum of Freedom, sempre a Baku, e per due ville di lusso nella località turistica di Shaday Summer Winter Resort.
Ma l'azienda di Chiampo guarda anche a Ovest, come dimostra la recente commessa vinta per fornire 10mila mq di marmi pregiati (tagliati su misura e provenienti dalle cave di Botticino Classico e Fior di pesco Carnico) al World Financial Center di New York, prestigioso edificio ristrutturato dallo studio Pelli Clarke Pelli Architects.
L'export è del resto una voce importante per il gruppo vicentino, che oggi dà lavoro 150 addetti e registra un fatturato superiore ai 40 milioni. Nello stabilimento di Chiampo (26mila mq) lavora 200 diversi tipi di marmo provenienti da 30 Paesi e nove cave di proprietà, producendo fino a 70mila mq di lastre al mese, con un processo fortemente attento alla ecosostenibilità.
L'export è del resto una voce importante per il gruppo vicentino, che oggi dà lavoro 150 addetti e registra un fatturato superiore ai 40 milioni. Nello stabilimento di Chiampo (26mila mq) lavora 200 diversi tipi di marmo provenienti da 30 Paesi e nove cave di proprietà, producendo fino a 70mila mq di lastre al mese, con un processo fortemente attento alla ecosostenibilità.
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