I musei di Istanbul, il museo Sakıp Sabancı
Scritto da giuseppe mancini
Ne ho parlato – ma solo in modo indiretto – già altre due volte: perché è praticamente attaccato al parco di Emirgan, uno dei più belli di Istanbul (sul Bosforo, a mezza strada tra i due ponti); perché ospita l’interessante mostra sull’orientalismo. E’ il museo Sakıp Sabancı, un museo privato che prende il nome dall’industriale e filantropo scomparso nel 2004; il museo era la sua villa, le collezioni esposte – dipinti, statue, arredi, porcellane, libri, calligrafie – il frutto diretto della passione per le arti sua e di suo padre. Ha fondato anche un’università diventata prestigiosissima, nel 1999.
La villa è un gioiello. E’ stata costruita – nel luogo di un edificio pre-esistente, già dimora di alti ufficiali ottomani, della famiglia del khedive d’Egitto, dell’ambasciatore del Montenegro – dall’architetto italiano Edoardo De Nari alla fine degli anni ’20 (ho parlato anche di lui, in effetti) per il principe Mehmed Ali Hasan, nipote del khedive Ismail. Già nel 1951 è passata alla famiglia Sabancı; il capostipite, Hacı Ömer, ha trasformato il piccolo parco in uno straordinario giardino botanico: vi ha anche collocato un cavallo in bronzo, che ha dato alla residenza il nome di Atlı Köşk (villa equestre). Dal 1999, è passata all’università.
Da vedere: le stanze di rappresentanza lasciate intatte, una sezione evocativa sulla storia della famiglia (nel giardino ci sono i loro busti in bronzo); al piano superiore, la straordinaria collezione di libri e calligrafie ottomane: oggetti che risplendono di luce propria, ma che sono anche un’introduzione – con didascalie e ricostruzioni – all’arte della scrittura. L’annesso, aperto nel 2005, ospita su più piani le mostre temporanee, la terrazza con ristorante e caffè, la spettacolare collezione di pittura: opere dei maggiori artisti turchi del periodo 1850-1950. Un museo all’avanguardia, curato nei minimi dettagli, con personale preparato e professionale: vi consiglio di scoprirlo, anche solo per il panorama.
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