martedì 6 agosto 2013

Colosseo, pochi soldi e Della Valle si prende i diritti d’immagine

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Se c’è un monumento che rappresenta l’Italia nel mondo e che chiunque conosce, questo è di sicuro il Colosseo. Chiedersi quanto valga un’opera del genere, costruita due millenni fa, non ha nemmeno senso. Il valore è incommensurabile. Certo, poi ci sono i costi concreti per i restauri e qui non c’è da filosofare. I soldi necessari sono tanti e lo Stato italiano, campione nello spreco, ha difficoltà a trovarli. Ecco perché a prendersi cura del monumento simbolo di Roma sarà Diego Della Valle. La Tod’s sta investendo 25 milioni di euro per il restauro e la messa in sicurezza dell’opera. I lavori dovrebbero cominciare a fine 2012 per concludersi per 2017.
Ma che filantropo, il dottor Della Valle, potrebbe pensare qualcuno. In verità l’imprenditore sta facendo un investimento come un altro e dunque conta di lucrare parecchi soldi. La polemica è già esplosa, anche se le tv e la maggior parte dei quotidiani non ne danno conto. Meglio dare l’immagine del Diego Della Valle benefattore…
Come scrive Il Fatto Quotidiano, l’imprenditore amico di Mastella, in cambio del suo contributo “avrà l’esclusiva sull’immagine del famoso monumento per 15 anni ‘eventualmente prorogabili’, potrà gestire il marketing del biglietto d’ingresso e un centro di accoglienza legato alla istituenda fondazione Amici del Colosseo”.
“Rispetto alla somma investita, la contropartita è sproporzionata a suo favore”, ha dichiarato Giulia Rodano, la responsabile nazionale Cultura dell’Idv. Il Codacons ha già presentato ricorso al Consiglio di Stato per le modalità tramite le quali le gare d’appalto per il restauro del Colosseo sono state affidate.
Insomma, il punto non è che pubblico e privato non debbano collaborare su questione economiche. Anzi. Il problema è che ogni volta che ciò avviene, chissà perché, la convenienza è solo del privato. In questo caso, visto che si parla del monumento italiano più famoso del mondo, un po’ di cautela in più nella gestione di tutta la vicenda sarebbe stata necessaria. Invece Alemanno e quasi tutta la classe politica e imprenditoriale spacciano il restauro del Colosseo e la cessione dei diritti d’immagine come un successo straordinario di cui il Paese dovrebbe andare orgoglioso.

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